martedì 7 agosto 2018

Frutti dell'estate piena.



L'eclissi di Luna del 27 luglio.




I lavori di campagna arrivano a ondate. Perciò luglio lo detesto: il massimo del lavoro e il massimo del caldo. A causa delle piogge di giugno l'erba è ricresciuta e per la prima volta in tanti anni ho dovuto ripetere il decespugliamento:


Ripopolamento di felci su terreno che era già stato
decespugliato. Rendono difficoltoso l'accesso
agli agrumi e occultano le nocciole cadute in terra.
Le felci sono infestanti tenaci e vitali: d'altra parte
se sono giunte fino a noi dalla preistoria un motivo ci sarà.



Poche pere quest'anno, una cassetta scarsa. Di discreta qualità, ci abbiamo tirato per due settimane.






La frutta la raccolgo la mattina prima delle otto. Da pochi giorni sono maturati i primi fichi bianchi, che a me piacciono molto. C'è un albero vicino al grande noce che ne ha prodotti parecchi.




sopra e sotto: raccolgo i primi fichi.
Per questo tipo di albero occorre fare molta attenzione
a dove e come collocare la scala, poichè anche i rami
più grandi sono flessibili e traditori.





Raccolgo i fichi la mattina presto e 
li metto in frigo, così me li trovo ben freddi
a fine pranzo.



Sul mio terreno ci sono in totale cinque alberi di fichi. Uno è quello di cui sopra; accanto ce n'è un altro che li produce più piccoli, dolcissimi e maturi a fine ottobre-inizi novembre:


L'albero di fichi tardivi-autunnali.



Poco distante si trovano altri due alberi: uno di fichi neri che quest'anno non ha prodotto praticamente nulla. E uno di fichi bianchi che sta versando in cattive condizioni dopo la scorsa secchissima estate. Ha perso molte foglie che non sono più ricresciute - tuttavia qualche frutto lo dà ancora:









Giusto per confronto, questo è l'albero di fichi neri. Il quale invece versa in buone condizioni di salute:





Sarò ripetitivo, ma faccio notare come il terreno appaia perfettamente pulito dopo che ho dovuto rifare la falciatura ( due giorni di lavoro ).


 Area ripulita a valle della casa.
Vi si trovano: fichi, aranci, limoni, cinque ulivi secolari
e una grande quercia, più alcuni alberi sparsi di mele.




In un ( raro ) pomeriggio di pausa ho raccolto mezzo chilo di more dai rovi lungo la strada che costeggia la proprietà. Ho reperito su internet una ricetta valida e semplice per la relativa marmellata, e devo dire che mi sono pentito di non averne raccolte di più. Davvero buona.





Bisogna:
Far macerare una notte in una ciotola 1 chilo di more con mezzo chilo di zucchero e due cucchiai (grandi) di succo di limone.
Il giorno dopo si fa bollire mezz'ora il tutto. Non si aggiungono pectine addensanti, non ce n'è bisogno. Si sterilizzano i vasi con acqua bollente e vi si versa la marmellata. Fine.

Giusto un accorgimento per chi volesse rimuovere i numerosissimi semi delle more: dieci minuti prima di fine cottura si può usare un passaverdure per trattenerli; si rimette il filtrato in pentola e si completa la cottura.





sopra: cottura della marmellata di more




E le nocciole ? Quest'anno sono: di calibro mediamente maggiore, con meno scarto e precoci. La cascola che normalmente avviene dopo ferragosto risulta in anticipo di quasi due settimane. Mai successo da quando mi occupo di questo posto.

Per adesso le raccolgo dalla strada interna ogni mattina, per evitare di schiacciarle con le ruote della macchina. A breve inizieremo con la raccolta vera e propria - e spero di poter finire in un solo passaggio.




in alto e in basso:
le prime nocciole 2018






Un'altra estate che scorre, adunque. Con le sue "stranezze", i suoi effimeri fiori, il caldo umido che ci fornisce un buon motivo per eterne lamentele che si sciolgono  infine come neve al sole di fronte a una granita al limone.

Tale e quale la gustavo 25 anni fa, nello stesso identico bar.










8 commenti:

  1. :D

    Tanto lavoro vedo, ma anche tanta soddisfazione!

    PS: quando d'estate torno a casa mia in Italia spesso raccogliamo le more di rovo che ci sono accanto alla vecchia strada (ormai pochissimo trafficata) che porta sull'argine... sono fenomenali!!!! Non ci arrivano a diventare marmellata, ne raccogliamo sempre tantissime, ma le mangiamo anche! :)

    Un saluto!

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    1. La marmellata di more è veramente buona - ti invito a farla, in 40 minuti è pronta. Solo 40 minuti tra una cosa e l'altra.

      I pomeriggi mi alleno con la bici su una statale che costeggia noccioleti abbandonati per 12 chilometri: ci sono tanti di quei rovi e quelle more da poterne fare una produzione industriale.

      buon proseguimento di estate.

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    2. Ci penserò... per ora, quando ci capita di raccoglierle (ovvero nel mese che sono in Italia) è più forte di me, sono così buone mangiate "fresche"!

      Quindi quando vai a fare un giro in bici portati un cestino e raccogli! :D

      Buon proseguimento anche a te!

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    3. Sì, il fico è una bella pianta che si adatta a climi torridi e cresce spesso in posizioni impossibili tipo dirupi al 90% di pendenza.

      I frutti mi ricordano il primo viaggio in bici che feci in Calabria a 18 anni.
      Li raccoglievo a lato delle strade e mi sembrava di fare il grande avventuriero -

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    4. [...] vidi che era letteralmente coperta di ratti

      I ratti non sono mica scemi: vanno a mangiarsi i fichi se possono...

      Però magari in campagna non ci sono così tanti ratti (io, per esempio, sull'albero vicino a casa mia non ne ho mai visto...)

      Comunque a me i fichi piacciono quando sono leggermente "indietro".
      E li sbuccio...

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    5. i gatti veneti sono in combutta coi topi [...] c'è una certa possibilità di finire in pentola

      Ancora con queste storie!!!

      (Comunque da me si dice che sono i vicentini quelli che mangiano i gatti)

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    6. Ma giusto una curiosità: questa vicenda del mangiare i gatti è un retaggio dei tempi di guerra sopravvissuto ai nostri giorni o una vera e propria tradizione culinaria, seppure un po' diciamo così, "strana" ?

      l'avevo sentita anch'io, ma senza specifiche indicazioni geografiche.

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    7. No, credo sia solo una cosa dettata da povertà e fame da tempi di guerra... non esiste nessun piatto tradizionale a base di gatto...
      Poi, io adoro i gatti, non li mangerei mai!

      Qui si mangia il coniglio (ma credo dappertutto) e di strano ci sono solo le zampette di rana fritte (non so quale, io le ho mangiate una volta che erano offerte ad un pranzo per un battesimo o simili, ti confesso che mi faceva un po' impressione... ). Ah poi c'è la "polenta e osei" che, se non erro (non l'ho mai mangiata), prevede che ci siano uccellini di quelli piccoli (anche lì, non so quali, scusate, sono proprio ignorante...)
      Poi, boh, mia mamma ogni tanto faceva le quagliette con la pancetta (buone!) e ci sono quelli che si mangiano le colombine (tipo piccioni), credo in brodo... ma anche lì non so.

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