lunedì 20 dicembre 2021

Arrivederci Sicilia.

 

 


 In bici lungo la meravigliosa costa presso Capo d'Orlando (ME)


 

Avete presente quelli che continuano a farvi la stessa domanda milioni di volte senza mai memorizzare la risposta? Mi succede ogni anno quando devo ripartire. "Ma quando parti?" - "Ma quando torni?" - "Ma hai prenotato la nave?".

Bene, finalmente posso saziare la eterna quaestio: riparto domani alle 18 per il nord Italia dove starò circa quattro mesi. Dei quali: un mese dedicato al viaggio in bici 2022.

E dove? Probabilmente un tour in bikepacking in Sardegna o lungo l'Appennino sino a Campo Imperatore. Non ho deciso - il primo mi attira di più, forse. Di andare all'estero non so se sarà il caso - sentivo cattive notizie provenire dalla Slovenia, dall'Inghilterra, da mille altri posti. 

 

Termina così temporaneamente questo lungo soggiorno di 18 mesi e mezzo qui in campagna. Dove ho passato l'intero scorso inverno bruciando legna e recuperando l'ultimo noccioleto in disuso, dove ho curato alberi, decespugliato, piantato orti e semplicemente, goduto tutto il bello che questo posto può dare. 

Mi restano impressi innumerevoli bei momenti come certi accampamenti nella natura dei Nebrodi, delle Madonie, dell'Etna. Ad esempio quando ho preso possesso di un bivacco in legno nel cuore delle Madonie, in una solitudine assoluta:

 


 

 

Quando mi sono accampato sui Nebrodi presso un piccolo canyon - la tenda sferzata da pioggia e vento:

 


 

 

 

E ancora, quando ho piantato la tenda in prossimità del mare, in un tratto deserto di mia conoscenza, accendendo un fuoco sulla spiaggia di ciottoli:




 

Eppure chissa perchè, la gita più bella che ricordo è stata quella a Piràino, un piccolo paese affacciato sulla costa tirrenica dove mi sono recato in bici lo scorso gennaio. Ho raggiunto uno spettacolare belvedere che avevo visitato 25 anni prima e sono ritornato sulla costa appena in tempo per sfuggire a un temporale. Quell'uscita mi è rimasta impressa in modo particolare.


16 gennaio 2021: in bici al belvedere di Piràino (ME)


 

Oggi ho fatto un'ultima piccola grigliata di carne. Una giornata fredda e dal cielo terso, con un'aria frizzante che stimolava l'appetito. Il fumo della legna si è alzato disperdendosi verso il bosco, dove i noccioli sono del tutto spogli. Forse un po' di profumo di carne arrosto è giunto al nostro piccolo amico che non c'è più.

Ecco, se proprio devo ricordare un brutto episodio, esso è stato il decesso improvviso lo scorso luglio di uno dei nostri due gatti. Qualcuno mi ha fatto notare che cent'anni fa, con la vita durissima che si faceva, la morte di un gatto sarebbe passata inosservata. Io però vivo nel 2021, non cent'anni fa. Non ho sei figli da sfamare e neanche l'asino come unico mezzo di locomozione. Quindi di questi paragoni-altri ambientati in un passato remoto non so che farmene. Ero (eravamo) affezionati all'animale e la sua scomparsa ci ha lasciato un grande dolore. Che ancora non è finito.

Questo sono io. Con l'animo romantico? Sì, con l'animo romantico come tutti i fotografi. Se vi piace leggetemi - se non vi piace cambiate pure canale.


Altre belle cose? Quando ho risolto felicemente un mio problema di salute lo scorso marzo. Quando nella mia adorata Capo d'Orlando abbiamo ricevuto il vaccino contro la malattia venuta dalla Cina, serviti e riveriti impeccabilmente. La Sicilia quando vuole sa funzionare - non è tutto squallore e anarchia.

E che dire della nostra frutta fresca, della legna accatastata, dell'orto che ha stra-dato? E certe passeggiate a novembre inoltrato, su nel bosco all'imbrunire, rientrando nella casa-rifugio dove si trova il dio stufa da avviare? E mille altre cose, non ultima la ciaspolata sull'Etna con l'amico Luigi, compagno di tante escursioni.


Potrei concludere con la solita foto del panorama che si vede da qui - mare lontano, profilo dell' isola di Vulcano e nuvole rosate. Posto invece una foto con il noccioleto a fare da sfondo. L'ho scattata tre giorni fa in una giornata grigia - eppure speciale come le altre 558 vissute qui da giugno del 2020.

Auguro buone feste a tutti coloro che mi hanno seguito nel blog. Il quale blog compirà dieci anni il prossimo gennaio 2022. Oltre quella data continuerò a scrivere quello che faccio - quello che sono. Ho ancora progetti, idee. Ho ancora da dire e mi piace farlo.

Ho 50 anni meno due mesi. Non mi sento "vecchio". Mi sento forte e felice.

Arrivederci.

 




sabato 11 dicembre 2021

Pioggia incessante, ulivi potati, stufa e filmati da godere al caldo e in casa.

 

 



Le ultime foglie gialle-arancioni che resistono sono quelle del vecchio albicocco, giù in basso. Noci, noccioli, castagni sono quasi del tutto spogli. Piove da giorni e la campagna è satura d'acqua da non poterne più. Una piccola frana intervenuta stanotte ha invaso di pietre mezza sede stradale; con la Micra sono riuscito a passare - camion o furgoni non potrebbero e a brevissimo dovranno provvedere -

Le parole d'ordine sono: legna, stufa, calore. Legna in casa, abbondante e ben riposta in cassette - in modo da non doversi recare in cantina a prenderla quando piove. Stufa che va a regime da mezzogiorno in poi - stamattina addirittura dalle 10. Calore che conforta e rimuove il tasso d'umidità in casa.

Casa-rifugio in cui dipingo, leggo, cucino. Ieri sera ho fatto un risotto al vino e funghi cotto su stufa a legna che è venuto un capolavoro; l'ho gustato mettendo in sottofondo la Passione di San Matteo di Bach. Emozione indescrivibile, esaltata dalla pioggia scrosciante.

Nei rari giorni di sereno ho fatto un mare di cose. In particolare sono riuscito a potare tutti e quattro gli ulivi giganti da cui abbiamo ottenuto l'olio quest'anno. Il lavoro è delicato perchè si sale in alto sulla scala - l'importante è agire con calma, procedere senza premura. Totale 9 ore. Che soddisfazione non aver impiegato maestranze esterne - "e questo è un problema..." - "e però io pensavo...": sentir sempre blaterare di problemi e difficoltà per spianare la strada a un aumento della tariffa oraria. Chi fa da sè fa per tre - quanto è vero.





sopra: tre dei quattro ulivi giganti potati quest'anno


Ora piove di nuovo e nel pomeriggio/notte dovrebbe scaricarsi un inferno d'acqua. Il gatto (la gatta) superstite è in casa e mi ha rubato il posto sulla sgangherata poltrona dell'Ikea. Metto un altro pezzo di legna d'ulivo in stufa; esce un po' di fumo che permea la stanza d'odore di rifugio di montagna, anche se questa più che altro è collina scoscesa -

Si prepara un pomeriggio di beata nullafacenza in cui terminerò di leggere l'ennesimo diario in inglese di chi ha fatto mezzo giro del mondo in bici- poi passerò a guardare un documentario Youtube sulla strada dei Gulag nell'estrema Russia occidentale.

E per finire, due filmati che voglio godermi quando mi sarò riappropriato della poltrona: il computer IBM 370 esaminato dentro e fuori - una di queste macchine si trovava al comune di Catania presso cui lavorava mio padre; da piccolo mi affascinava tremendamente:

 


 

E un cartone animato di fantascienza degli anni '80 che trovavo meraviglioso: Galaxy Express 999. Attraversato da una vena palpabile di malinconia che è la stessa in cui mi piace, spesso e volentieri, sguazzare.

 




giovedì 2 dicembre 2021

Con le ciaspole sul versante occidentale dell'Etna, una memorabile escursione bianca.

 

 

 


 

 

Una recente forte perturbazione ha portato neve sulle montagne siciliane. Insieme all'amico Luigi ho fatto una bellissima escursione sul versante ovest dell'Etna, vivendo la magia del paesaggio innevato.

 

Siamo partiti intorno alle 8 dal cancello del demanio forestale in contrada Nave, da subito immersi nel bianco dei boschi.

 

 



Guadagnata progressivamente quota siamo giunti all'edificio di Case Nave (1450 m.) dove abbiamo fatto una sosta e indossato con grande entusiasmo le ciaspole:





 

Abbiamo percorso la pista forestale altomontana verso sud, immersi in boschi letteralmente incantati tra i quali filtrava la luce del sole di una giornata molto tersa e priva di vento.






 

Usciti dall'ampio bosco che copre l'area a sud di Monte Maletto, il paesaggio si è aperto svelando il versante occidentale del vulcano sino al ben noto bivacco di Monte Scavo (1720 m.)






 

Abbiamo pranzato all'interno del bivacco dopo aver riavvivato il fuoco nel camino. All'interno del locale regnava una certa aria fredda e umida - perlomeno è stato più piacevole mangiare qualcosa guardando le fiamme.




sopra: pausa pranzo davanti al camino del bivacco di M.Scavo, Etna ovest



Lasciato il bivacco abbiamo percorso un altro chilometro e mezzo in direzione del cratere spento di Monte Nunziata (1803 m.), dove siamo rimasti sino alle 16,30 per scattare foto al tramonto. Fortunatamente non c'era affatto vento - cosa rara in questa stagione su questo versante - sferzato da micidiali raffiche gelide di tramontana.

Allo stesso tempo mancavano all'appello le fotogeniche nuvole che speravo di vedere. Lo spettacolo dell'Etna al tramonto era in ogni caso incantevole:





sopra e sotto: al giro di boa dell'escursione, nell'area del cratere di M.Nunziata

 






 

L'apice della bellezza si è raggiunto quando la bassa luce del tramonto ha illuminato di rosa e di arancio le sciare laviche innevate:





Una luce effimera, fugace. Ipnotica - che ha lasciato il posto a un chiarore argenteo e infine al buio della sera in cui hanno risuonato i nostri passi durante la marcia di rientro durata dieci lunghi chilometri, fatta alla luce delle lampade frontali sino al punto di partenza.

I dati tecnici dicono che abbiamo percorso 21 chilometri con un dislivello di 620 metri. Direi l'80% con le ciaspole ai piedi.

Il resto è ricordi, bellezza, poesia della Montagna.

 

sotto: l'ultima luce del giorno sul fianco ovest dell'Etna









venerdì 26 novembre 2021

In bici nel parco delle Madonie, una notte in uno splendido bivacco isolato.

 

 


 

Il 25 e 26 novembre sono partito in auto per raggiungere Isnello, un piccolo comune di meno di 1500 abitanti posto a 580 metri d'altezza nelle Madonie, in provincia di Palermo.

L'intenzione era quella di partire dal paese per raggiungere in bici una valle particolarmente suggestiva del parco regionale e trascorrere la notte in un bivacco.

 

Giunto a Isnello alle 8,30 ho fatto un breve giro per le strade e i vicoli - quindi mi sono diretto verso il bivio Mongerrate dal quale ha inizio la salita verso le località di Piano Zucchi e successivamente Piano Battaglia.

 


 sopra: il piccolo centro di Isnello (PA, 580m.) ai piedi del M.Grotta Grande sulle Madonìe


sotto: torre della chiesa madre di Isnello (sec.XVI-XVII) e architetture del paese





Fatta eccezione per un breve falsopiano, la lunga salita si svolge su una strada ombreggiata da sugherete e boschi di lecci. Dalla località Torre Montaspro in poi il paesaggio diventa sempre più montano sino ai vasti panorami aperti sulle "dolomiti di Sicilia".

L'ascesa ha richiesto in totale 2 ore e mezza. FONDAMENTALE è stato mangiare ogni mezz'ora. Superato Piano Zucchi (m.1100) la stanchezza ha iniziato a farsi sentire insieme alla pendenza della strada, che è aumentata di almeno due punti percentuali. Ma questi sono dettagli di cui si accorge chi va in bici, non in auto. E credetemi: dopo 1200 metri di dislivello me ne sono accorto, eccome.

 



 

sopra: due immagini scattate in salita verso Piano Zucchi, sulla provinciale 54



Lasciata la provinciale ho imboccato una pista sterrata preclusa alle auto che si dirige verso una delle valli più belle del parco. I panorami letteralmente alpini erano di una bellezza da dare alla testa. 





La presenza di un cancello ben chiuso agli autoveicoli ha contribuito ad accrescere quel senso di isolamento che non sempre si prova sui Nebrodi, percorribili in lungo e in largo da allevatori e privati. A parte un cercatore di funghi che stava rientrando insieme al cane, non ho incontrato nessuno.

Dopo aver superato un altopiano cinto da montagne calcaree la pista si inoltra in vecchie faggete dove si trova un pagliaio presso il quale ho fatto una breve sosta.





 

Lasciato il pagliaio ho raggiunto il posto dove passare la notte: un bivacco interamente di legno che sorge in una incantevole spianata erbosa circondata da pini.

Al mio arrivo un branco di caprioli si è dato alla fuga. All'interno del bivacco c'era un gran profumo di resina di legno. Un posto meraviglioso - tra i più belli mai visti in anni di viaggi ed escursioni - in grado di soddisfare anche il misantropo più esigente.



 

sopra e sotto: l'arrivo al bivacco isolato nel bosco di pini

 





Sorseggiare una tazza di Nescafè caldo e attendere l'arrivo dell'oscurità davanti al bivacco mi ha dato sensazioni indescrivibili. Così come ritirarsi all'interno e leggere prima di cucinare e andare a dormire su un comodo soppalco.





in alto e in basso: all'interno del bivacco di legno, letture e cena





All'interno del locale, privo di stufe o camino, doveva esserci una temperatura di circa 4 gradi. Tuttavia ho dormito benissimo grazie al sacco a pelo invernale e ad altri accorgimenti atti a non far raffreddare gli arti inferiori: calzamaglia tecnica e calze invernali.

Contro il freddo occorre giocare d'anticipo e non sottovalutare quanto il corpo possa perdere calore. Bisogna avvicinarsi sempre con umiltà alla montagna e non fare i presuntuosi.




Lasciato a malincuore l'adorabile bivacco, il mattino dopo ho ripercorso la strada fatta all'andata. La giornata era grigia e dalla luce livida, tipica del vento da sud - a queste quote piuttosto freddo e a raffiche.

Dopo aver attraversato un suggestivo bosco immerso nel silenzio e la vallata percorsa ieri, è iniziata la lunga discesa sotto una pioggia non forte che mi ha ricondotto a Isnello.





sopra e sotto: si scende verso il punto di partenza/arrivo





Quanto è bello SCENDERE in bicicletta. Senza fardelli che torturano le spalle. Stare seduti e scendere, scendere. Consapevoli della fatica fatta precedentemente, dell'aver guadagnato la discesa. 

Con un sorriso a 360 gradi sono rientrato a Isnello dove avevo lasciato l'auto e sono ripartito. Prima però ho voluto visitare un altro centro madonita: Castelbuono.




 

Questo paese di 8300 abitanti a 430 m. d'altezza vanta un bel centro storico di matrice medievale ed è dominato dalla mole del castello dei Ventimiglia:



sopra: il castello dei Ventimiglia

sotto: il portale (1316) di accesso alla piana del castello




Sulla piazza Margherita prospetta la chiesa Matrice Vecchia (XIV sec.-1494), curiosamente sormontata da merlature:







Dopo qualche decina di minuti passati a passeggiare per le belle vie di Castelbuono ho fatto definitivamente ritorno a casa.

Questa escursione è stata davvero magnifica, una delle più belle degli ultimi anni. Complessivamente, la salita da Isnello al bivacco ha coperto un dislivello di 1217 metri.

Non ci sono precisi riferimenti topografici sul bivacco per mia espressa volontà.