sopra: mostarda di vino ottobrina donataci tradizionalmente dai vicini
Da due giorni e sino alla fine di dicembre rimarrò solo, qui in campagna. Piove a dirotto, piove, piove e ancora piove. La terra è piena d'acqua da non poterne più. La radio parla di "uragani" cui è stato assegnato pure un nome, in perfetto american style. Immediatamente queste vicende vengono amplificate ai fini della grancassa del cambiamento climatico.
Pur ammettendo che dalle parti di Catania si è riversata una quantità colossale di pioggia - dovuta a bassa pressione sullo Jonio (fenomeno niente affatto "nuovo"), qui in provincia di Messina non c'è stato nulla di eclatante. Le breve parentesi di sole durante la quale ho fatto l'escursione di cui al post precedente ha lasciato il posto a piogge continue. Stamattina è saltato un giro in bici che volevo fare dalle parti di Floresta - vedremo se potrò farlo domani.
La raccolta delle noci si è conclusa. Il forte vento di grecale ha dato un'ultima vigorosa scrollata agli alberi facendole cadere una volta per tutte:
L'orto è ormai alla fine. Ho raccolto gli ultimi cetrioli pochi giorni fa. L'impianto dei pomodori resiste ancora - tra un paio di settimane andrà rimosso:
Annata felice per le castagne. Raccolte a chili dagli alberi nella parte alta del terreno. Più che arrostite mi piace cucinarle in pentola a pressione. A volte semplicemente faccio cena solo con esse:
In giornate umide e piovose come questa accendo la stufa all'ora di pranzo e la "spengo" alle 21. La legnaia è strapiena - dato anche il carico risultante dal recupero del noccioleto lo scorso inverno:
Essenzialmente, i lavori che restano da fare da qui alla mia partenza di fine dicembre, sono:
- raccolta olive
- rimozione edera da querce in aree recuperate
- disboscamento con motosega e decespugliatrice in zona sorgente acqua
- rimozione rami di noccioli rotti dal vento (una decina in tutto)
- pulizia ex stalla
- rimozione e impermeabilizzazione tagli di rami secchi di agrumi
La concimazione di tutti gli agrumi, fichi, nespoli e meli l'ho invece completata due giorni fa.
In una brevissima pausa dalla pioggia di stamattina ho scattato due foto in giro per la campagna. Diversi alberi hanno la veste quasi autunnale, come il pero antico e l'albicocco. Alcune arance iniziano a ingiallire nel loro lungo processo di maturazione.
sopra: albicocco e pero antico; sotto: arance tardive
La casa è immersa nella pioggia, in un'atmosfera senza tempo. Le nebbie vanno e vengono, occultandola. Non c'è che da rimanere in casa, sognando e progettando qualche futura escursione - quando sarà possibile.
E' proprio "l'atmosfera senza tempo" che pervade il tutto a affascinarmi.
RispondiEliminaNel Diario Siciliano di Ercole Patti, da me letto almeno trecento volte, c'è un racconto del 1956 dal titolo 'Missili e triglie'. Lo scrittore racconta una sua giornata in campagna e cita in calce il lancio nello spazio di satelliti americani e sovietici, tra cui quello famoso della cagna Laika. Conclude Patti: "Ma è meglio non perdersi in queste assurde e paurose congetture e occuparsi delle triglie che sono sempre le nostre care triglie siciliane con quell'odore vivo di mare, spruzzate di carminio, identiche a quelle di quando ero bambino e a quelle che mangiavano i miei bisnonni".
EliminaEcco: atmosfere senza tempo.
Wow la mostarda di vino! :)
RispondiEliminaQui la chiamiamo "i sugh-li" (ma una mia amica di Bologna rideva e mi diceva "Nooooo!!! Sono i sughi, non i sug-li!!!")
Come fai le castagne in pentola a pressione? Lesse?
Adoro le castagne! Nutrienti e semplici...
Bellissime foto, come al solito. Bellissimo il gatto e persino il cielo minaccioso... :)
Castagne in pentola a pressione: più o meno ho visto che la dose è di 200-250 grammi a persona. Oltre iniziano a "stancare".
EliminaMetti in pentola a pressione le castagne (senza tagliarle) e aggiungi acqua sino a coprirle per 1-2 cm. Non c'è bisogno di usare il cestello interno, poggiale sul fondo.
La cottura è di 30 minuti DA QUANDO la pentola va in pressione ed emette vapore.
In questo modo le castagne riescono lesse e morbide. Le caldarroste sono molto folkloristiche ma le trovo dure e pericolose per i denti oltre che variamente carbonizzate.
Ti ringrazio di tutto. Noterai il mimetismo della mia gattona: i suoi colori sono esattamente quelli della legna, dai toni scuri a quelli chiari.
Un saluto!
Il "catastrofismo" è un filone letterario che, come tutto il resto con cui ci martellano, viene dagli Anni Settanta.
RispondiEliminaLa cosa che trovo spassosa è che chi ce lo somministra si propone come "salvatore" delle nostre anime di peccatori.
Basta guardarli, senza nemmeno ascoltare/leggere le cose che dicono/scrivono.
Ho vissuto 25 anni a Catania. Le alluvioni dovute a bassa pressione sul mare Jonio ci sono sempre state. Le famose "levantate", temute dai marinai e dagli esiti disastrosi. L'Etna è un cono enorme costellato di paesi ognuno dei quali riversa la pioggia all'altro adiacente/posto più in basso. Quando la pioggia è torrenziale la quasi totalità dell'acqua la becca chi si trova più in basso di tutti, cioè Catania.
EliminaQuelle scene di strade trasformate in fiumi mi sono assolutamente note - non è colpa di nessun "uragano".
Ed invece è tutto un fiorire di articoli che concludono con "questi eventi disastrosi sono dovuti probabilmente ai cambiamenti climatici".
Ne discutevo proprio l'altra volta con l'amico L. - quanta POCA MEMORIA abbia la gente. Non dico i ventenni; anche 60enni e oltre.
Prendiamo i parossismi dell'Etna, con emissione di cenere che sommerge strade e tetti nel raggio di chilometri. Nell'ultimo anno, oltre 50 parossismi.
Arriva sempre il tale o il tal'altro che sentenzia: "tutta questa cenere non si era mai vista" = come se chissà quale catastrofe il vulcano stesse preparando.
Ma dove ha vissuto certa gente? Le nubi di cenere etnea proiettate a chilometri ci sono state SEMPRE. Nel '94 mio padre dovette chiamare un operaio per ripulire tetto e grondaie da decine e decine di chili di sabbia vulcanica.
Il catastrofismo si nutre spessoe volentieri di scarsa memoria storica. Forse apposta, per alimentare certe sue determinate tesi.
Ma quando ceni solo con "esse" :D , chissà che botti il giorno dopo!
RispondiEliminaInfatti mi risparmio di comprare la bicicletta elettrica....!!!!🤣🤣🤣
EliminaSe in estate fa tanto caldo prima o poi qualcosa esplodera, è logico e non c è da stupirsi. Catania è stata sempre sommersa d'acqua è nella sua storia di inondazioni ne ha subite di peggiori rispetto gli ultimi anni ma ... Non c'erano i giornalazzi a deformare la realtà ad evidenziare solo i particolari a loro piacimento per raccontare sempre la stessa storia: arriva il virus dalla cina "è il pianeta che si ribella e ce la fa pagare", fa caldo in estate "è colpa del cambiamento climatico, nubifragi lo stesso, tempesta di vaia ancora cambiamento climatico. Come se la terra e l'ecosistema fosse un edificio che crolla per l' incuria invece che qualcosa di vivo con cicli che si ripetono dai tempi della pietra...a proposito di edifici che crollano: in quei casi il colpevole non si trova mai per tutto quello che concerne il clima invece il colpevole è solo e certamente uno l' uomo bianco occidentale.
RispondiEliminaRiscaldamento globale: ricordo perfettamente che a giugno del 1994 fece un caldo tale che a Catania arrivarono a maturazione i datteri delle palme. A quell'epoca facevano notizia l'AIDS e la "crisi economica" che chiuse il periodo d'oro degli anni 80. Le istanze ecologiste erano in pausa.
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