mercoledì 27 giugno 2012
P2 channel
La radio è mia amica. Insegna ad ascoltare, tiene compagnia, evoca tempi passati. In viaggio ho portato con me una piccola radio della Sony, che accendevo la sera quando la tappa era finita e la tenda era già montata. In Scandinavia era sintonizzata perennemente su stazioni di musica classica; c'era una stazione che in particolare gradivo e che mi ha accompagnato per l'intera traversata della Svezia: il canale P2 Sverige.
Mi deliziavo sulle note di Mozart, Bach, Handel e Bruch, ma apprezzavo anche la musica celtica e il soft-jazz che veniva trasmesso - il tutto in totale assenza di fastidiosa pubblicità.
Spesso fuori c'era la neve o pioveva. Avevo terminato di cenare, c'era un piacevole tepore nel sacco a pelo; la bici era fuori appoggiata a un albero, nessuno l'avrebbe toccata. Nel piccolo microcosmo della tenda suonavano le note. Avevo sonno ma resistevo: volevo assaporare ancora quell'atmosfera.
Mi sentivo vivo, mi sentivo felice.
Ho reperito su internet la pagina per ascoltare in streaming quella bellissima stazione:
http://sverigesradio.se/sida/spelaren.aspx
Un viaggio - uno tra i tanti.
venerdì 22 giugno 2012
Altri sogni in lista d'attesa
Un viaggio si è concluso. Un sogno si è esaudito. Quando un
sogno finisce lascia un senso di appagamento, di soddisfazione certo, ma rimane
anche un vuoto. Riempirlo con altri sogni, piccoli o grandi progetti, dà significato
alla vita.
Quattro progetti di viaggio per i prossimi anni – sempre in
bicicletta:
-
Un tour attraverso i Balcani, da Trieste all’Albania,
attraverso i luoghi storici della guerra nella ex Jugoslavia.
-
Un mese di viaggio dalla Sicilia a Istanbul
passando attraverso la Basilicata, la Puglia, la Grecia
-
Un viaggio nella Sardegna più interna dei
Nuraghi e della Barbagia, lungo strade sterrate che si inerpicano attorno al
massiccio del Gennargentu
-
Il Tour del Barocco: dieci giorni lungo i paesi
e i luoghi dell’altopiano Ibleo-Ragusano, percorrendo in larga parte il
tracciato della ferrovia abbandonata che da Siracusa portava a Vizzini,
Buccheri, Chiaramonte Gulfi.
Altri sogni in lista d'attesa.
La Signora Strada, sempre lei.
giovedì 14 giugno 2012
Pernottamenti e accampamenti
Viaggiare in bici senza tenda significa automaticamente risparmiare molto peso; tenda, telo sottotenda, sacco a pelo e materassino pesano complessivamente quasi 4 chili. Ma rinunciare alla tenda comporta anche una limitazione notevole dell'autosufficienza. Si è per forza costretti ad affidarsi ad alberghi, ostelli ecc. - bisogna concludere la tappa per forza di cose dove si paga per dormire.
La tenda è una componente essenziale dei miei viaggi - essa è il sale del viaggio. Le notti in tenda sono indimenticabili, hanno il sapore dell'avventura, non ci rinuncerei mai. Per il viaggio in Scandinavia ho acquistato una tenda a doppio telo con paleria d'alluminio e tiranti antivento. E' importante che le cuciture del telo esterno siano termonastrate, altrimenti lo stesso telo esterno non serve a nulla. Io vi ho passato sopra uno strato di pasta al silicone supplementare e non ho mai avuto problemi con la pioggia. Il problema è stato invece la condensa; se ne formava molta a causa delle basse temperature, e la parte interna del telo era sempre molto umida. Dovevo riporre il tutto così com'era, non c'era altro da fare.
La scelta del posto dove accamparsi è importantissima. Fa parte di quel meccanismo che si innesca sulla strada e che si chiama Sopravvivenza. Occorre perdere tempo per reperire una 'location' sicura, e la prima regola è: non farsi notare da nessuno quando ci si accampa. Bisogna non essere assolutamente visibili dalla strada, cioè: io vedo voi ma voi non vedete me. Il nord Europa ispira fiducia e sicurezza, ma la società non è la stessa di trent'anni fa - la prudenza non è mai troppa.
Quando ci si imbosca per dormire, che si tratti di tenda o di un edificio, bisogna anche osservare con molta attenzione eventuali segni di attività "losche": bottiglie di alcolici vuote e in frantumi, cicche di sigarette, escrementi, scritte spray sui muri, sono tutti segnali di un posto non sicuro.
Il resto è destino, statistica. Nel 95% dei casi quello che temiamo succeda non succede mai - il rimanente 5% fa parte dell'ignoto. Ho trascorso bellissime serate in tenda soprattutto in Norvegia, cucinando nell'abside e ascoltando splendida musica classica alla radio. Ho risparmiato cifre notevoli in quella che è la nazione più cara d'Europa, aggiungendo bei ricordi al viaggio. Alcune volte ho acceso un fuoco a debita distanza, e sempre imprigionandolo con i sassi. Non ho mai lasciato rifiuti in giro, neanche un pezzo di carta. Certe mattine smontavo a malincuore il mio accampamento: segno che il posto era veramente sicuro, e mi aveva fatto dormire bene. Iniziava un altro giorno sui pedali.
mercoledì 13 giugno 2012
Pasti e bevande
Spingere una bici di oltre quaranta chili per migliaia di chilometri richiede energia, e tanta. In merito alla questione dell'alimentazione io prima di partire non ho fatto calcoli sulle calorie necessarie, anche se avrei dovuto - semplicemente mangiavo il più possibile dove e quando potevo. L'Europa centrale, es. Austria e Germania, non pone nessun problema: cibo ottimo e a basso prezzo dappertutto. Nella totalità degli ostelli della gioventù vige la regola "All you can eat", altrimenti conosciuta come buffet. Musica per le mie orecchie: ho messo da parte la colazioncina all'italiana rapida e inutile e mi sono immerso in faraoniche colazioni interminabili e abbondanti che mi consentivano ore e ore di autonomia sulla strada; in genere mangiavo:
2 panini con prosciutto e formaggio
da 4 ai 6 panini con burro e marmellata
Musli con latte
doppia o tripla razione di yogurt con cereali
1 o 2 uova sode
2 tazze abbondanti di caffè solubile
2 bicchieri di succo d'arancia
La linda e pulita cucina di un ostello svedese |
Durante la marcia mangiavo panini (spesso trafugati a colazione), arance o banane, pane e cioccolata. Quest'ultima tiene svegli e contiene sostanze che tirano su il morale, ne ho consumata a chili. La sera in ostello partecipavo con gioia al rituale della cena a buffet, e coglievo l'occasione per incamerare proteine da carni bianche o rosse, soprattutto carne di maiale, che in Germania è particolarmente buona.
Pausa alimentare al riparo dalla pioggia |
Dalla Danimarca in poi gli ostelli non sempre offrono da mangiare, e nell'estremo nord d'Europa non lo offrono affatto. Occorre essere autosufficienti, soprattutto se si dorme in tenda. In questo caso la colazione la preparavo la me, con fornelletto e pentola d'alluminio. Iniziavo la giornata con:
Musli molto abbondante con latte tiepido
una decina di biscotti Digestive
Cioccolata e caffè solubile
L'autonomia era ridotta, dopo due ore dovevo mangiare ancora rispettando la regola d'oro: mangiare prima di aver fame. Nei supermercati di tutta la Scandinavia vendono dei pacchi di pane a forma di focaccia soffice del diametro di circa 10 centimetri; si chiama Polarbrod, esiste anche nella versione integrale e quando l'ho scoperto l'ho eletto a carboidrato ufficiale del viaggio. Ne ho comprato a tonnellate, consumandolo con marmellata o miele o cioccolata o formaggio. Non disdegnavo nemmeno i dolci svedesi, in cui imperano cannella e vaniglia.
Il sacro Musli, motore del viaggio e della vita |
Il leggendario Polarbrod |
A pranzo spesso e volentieri mi fermavo presso le onnipresenti pizzerie gestite da iraniani o iracheni. Svezia, Norvegia e Finlandia sono state colonizzate da questi locali anche nelle zone più sperdute. Per circa 8 euro potevo avere una pizza o calzone degne di tutto rispetto, gradevoli e mai untuose, una coca-cola, insalata e caffè a volontà. Sconsiglio le analoghe pizzerie turche o greche, che utilizzano olio nelle preparazioni, che risultano indigeste.
La sera se cucinavo io mi preparavo spaghetti integrali al tonno o al ketchup, oppure wurstel o fette di petto di pollo sottile in padella. Il bonus del viaggiare nel corso della fredda primavera scandinava era il poter trasportare alimenti senza pericolo di deterioramento: le borse della bici erano un frigorifero naturale, dato che spesso la temperatura se andava bene arrivava a 5 gradi durante il giorno.
Complessivamente non ho mai sofferto la fame nè mangiato male, neanche nell'estremo nord. Una sola raccomandazione: non rimanere indietro con la carne, le proteine. Questa tipologia di viaggi le richiede, e cercare di risparmiare non comprando la (relativamente) costosa carne può portare a stanchezza e affaticamento anche notevoli. Qualcuno bontà sua afferma che si può cicloviaggiare anche da vegetariani: io ho i miei dubbi !
Per quanto rigurda il bere: acqua di rubinetto durante il giorno, circa due litri. Fiumi di birra in Germania e Austria. In Scandinavia gli alcolici sono costosi, ma una lattina di birra nazionale ogni tanto non me la facevo mancare. In Finlandia una sera ho bevuto un'intera lattina da un litro di birra Karhu III, e ricordo che malgrado piovesse e tirasse un vento gelido dell'accidenti, la tenda l'ho montata allegramente, con un bel sorriso stampato sulla faccia. Come rinunciare a queste gioie ?
From Italy to Lappland - le immagini. L'arrivo
martedì 12 giugno 2012
From Italy to Lappland - le immagini. Helsinki
Undici immagini della capitale finlandese, ormai alla fine del viaggio.
La chiesa luterana sulla piazza del Senato |
La statua dello zar Alessandro II |
Una via del centro |
Monumento al lavoro. Sullo sfondo i grandi magazzini Stockmann |
Al Kiasma, museo di arte contemporanea |
Davanti il monolitico Parlamento |
Il fratello di Lenin? |
La cattedrale ortodossa Uspenski |
Una chiesa russo-ortodossa |
A sud della piazza del senato |
From Italy to Lapplad - le immagini. Finlandia
L'ultimo Paese del viaggio, il più enigmatico. Un mondo a parte rispetto agli altri paesi scandinavi, non solo per la lingua ma anche per la gente. La Lapponia finlandese è ventosa e malinconica; ho pedalato per decine di chilometri attraverso boschi di betulle senza incontrare un'auto, una persona. Ho costeggiato il lago Kilpisjarvi gelato e dormito dentro una legnaia; il fuoco che ho acceso quella sera è stato uno dei più belli del viaggio. Poi ho costeggiato il fiume Muonio, che pazientemente mi ha portato verso sud, dove le betulle sono tornate verdi e i segni della primavera erano visibili.
Sulle rive del lago Kilpisjarvi. E' la mia prima sera in Finlandia |
Passo la notte dentro una piccola legnaia |
Nella sconfinata Lapponia finlandese, i giorni del freddo e della solitudine |
Renne |
La mia eterna compagna: la Strada |
25 maggio, 65^ tappa. Giungo a Karesuvanto, sul fiume Muonio |
Un bosco di betulle |
Sculture di legno |
Piro Piro sul fiume Muonio |
Indicazioni chilometriche |
Un altro traguardo è stato raggiunto |
Mi fermo al riparo dal vento, 66^ tappa |
Acqua per lavare le stoviglie |
Lappea. Sulle rive del fiume |
Juoksenki. Barca in secca |
La casa a metà |
Una casa di legno sul lago. Tappa 69 Juoksenki-Vojakkala di km 100,6 |
Verso Oulu, con infinita pazienza |
Oulu. La statua che si fa beffe della Polizia locale |
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