venerdì 4 aprile 2014

In viaggio tra le Montagne


Questo era il più importante nell'essere là: non aver finito il mio viaggio, anzi, forse, averlo appena cominciato;
Elio Vittorini, Conversazione in Sicilia


Odora di terra bagnata la campagna stamattina - odore intenso, antico come la Sicilia che ho attraversato.
Ho ancora addosso il viaggio; due giorni in bicicletta attraverso le montagne dell'interno. La catena dei Nebrodi percorsa ad alta quota lungo una pista che ho sempre temuto ( e a ragione ); poi un paese disperso tra le montagne: Cesarò; poi altre sorprese. Due giorni intensi in compagnia di Littoria, in un paesaggio agricolo che ha il sapore di altri tempi.

Sono partito da Floresta di buon mattino per dirigermi verso Portella Mitta e imboccare la pista dell'Alta Via dei Nebrodi, con l'intenzione di raggiungere il valico opposto a ovest, Portella Miraglia. Pensavo di trovare strada asciutta invece mi sono imbattuto in pozzanghere enormi causate dallo scioglimento della neve, soprattutto nei tratti in ombra - nei boschi di faggi.

condizioni della strada all'inizio del percorso; poi l'asfalto scomparirà e la pista diventerà di terra battuta

Littoria infangata all'inverosimile
La marcia rallenta tantissimo a causa di quelle stramaledette pozzanghere; mi sono trovato costretto a spingere in salita, a spingere in piano, a cercare di non cadere nelle discese; ovunque c'erano acqua e fango e neve. Prima e dopo il lago Biviere ho dovuto guadare torrenti che incrociavano la pista. La profondità dell'acqua era anche di 30 cm e ogni volta dovevo togliermi le scarpe, comunque infangate e ridotte in condizioni pietose.
Dopo Portella Biviere le condizioni del fondo sono migliorate un po' e ne ho approfittato per rilassarmi e scaricare la tensione consumando un pasto frugale.
la pista migliora (ma solo per pochi chilometri) nei pressi di Portella Biviere
rimetto per l'ennesima volta le scarpe dopo aver attraversato un torrente
pasto frugale: carne in scatola ingentilita dal succo dei miei limoni
Il fondo della pista è poi diventato asciutto per lasciare il posto a una miriade di pietre sporgenti e aguzze; la marcia come sempre è lenta, ma intorno alle 16 ho raggiunto il lago Maulazzo, a 1400 m. di quota. Dopo un'ultima salita conquisto Portella Calacudera, m.1562 e quindi ho incrociato finalmente la strada asfaltata al valico di Miraglia. E' fatta!
faggete ancora spoglie al lago Maulazzo
finalmente a Portella Miraglia; l'Alta Via è fatta!
Ho iniziato un'interminabile fantastica discesa verso Cesarò, con vedute sull'Etna tra boschi incontaminati;
alle 18 ho raggiunto il paese, dove ho passato la notte in un Bed and Breakfast.
A Cesarò non ci sono pizzerie nè trattorie, quindi ho mangiato un panino presso una specie di piccola rosticceria dove mi sono trattenuto oltre un'ora a scherzare e divertirmi con i ragazzi che la gestivano, di una simpatia straordinaria. Mi sono stordito con della birra e ho fatto ritorno all'alloggio ascoltando Can't Find My Way Home dei Blind Faith, un mio inno musicale.

iniziano 16 chilometri di discesa: non aspettavo altro!
la mole dell'Etna vista dai tornanti che precipitano verso Cesarò
i tetti di Cesarò, persa tra i Nebrodi a 1000 metri d'altezza

Secondo giorno di viaggio


Sono davvero nella Sicilia interna, quella meno conosciuta ma forse più vera. Ho ripreso il mio viaggio tra colline e montagne, incontrando solo pecore e pastori e distese verdi sterminate.
E' ancora mattina presto quando raggiungo Borgo Giuliano, un paese fantasma fatto costruire da Mussolini nel 1940 nell'ambito del vasto progetto di ruralizzazione della nazione.
Il borgo era provvisto di una scuola, di una sede del Partito, di una infermeria e di altri locali - taverna, botteghe ecc..; purtroppo la guerra e altre vicende ne decretarono l'abbandono - mi sono aggirato tra le rovine degli edifici assaporandone lo stile del regime, che in questo caso non voleva dar luogo a un'operazione di facciata, a mera propaganda, ma intendeva costruire qualcosa di utile e lo fece. Ho salutato simbolicamente in maniera romana prima di andarmene e ho fatto rotta verso l'Etna.
Borgo Giuliano, il paese fantasma
la chiesa ormai pericolante


l'edificio sede della scuola


Nell'ultima parte del viaggio ho infine raggiunto Randazzo attraverso immensi campi lavici; quindi con pazienza ho risalito i Nebrodi sino a raggiungere di nuovo Floresta.
Il viaggio si è concluso lì, l'anello si è chiuso.

Mi rimarranno di quest'esperienza: la natura assoluta dei Nebrodi; la simpatia dei ragazzi di Cesarò; i saluti della gente che mi ha visto sulla strada; e i colori e le forme delle colline dell'interno della Sicilia, che si susseguono infinite destando nel viaggiatore l'impressione di navigare in un mare verde.
Che sembra antico e un po' malinconico - bellissimo.
uno strano edificio nei pressi del Ponte Bolo, fiume Simeto
on road, anzi on railway, nei pressi di Randazzo
l'arrivo a Floresta, m.1254 - fine del tour


2 commenti:

  1. Complimenti per il viaggio e sinceri complimenti per i profumi ,sapori , emozioni che riesci a far trasudare dalle parole che scrivi.
    Leggere questi post corredati da fotografie che sembrano essere usciti da un atelier d'arte, dà una soddifazione e una pace d'animo per il lettore veramente sbalorditiva.
    I miei più sinceri complimenti ad una persona , che pur non conoscendola , fa trasparire dai suoi post uno stile e filosofia di vita schietta e sincera.

    Cordiali saluti Pier Paolo

    RispondiElimina
  2. Grazie infinite. Certe emozioni sono così intense, così belle che non ha senso tenerle per sè - W la condivisione, W il blogger. W la vita!

    RispondiElimina