I can hear the cry
of a leaf on a tree
as it falls to the ground.
I can hear the call
of an echoing voice
and there's no one around.
of a leaf on a tree
as it falls to the ground.
I can hear the call
of an echoing voice
and there's no one around.
Silence and I, The Alan Parsons Project
Randazzo, versante nord dell'Etna, ore otto del mattino. Mi rifornisco di provviste sempre nello stesso piccolo negozio di generi alimentari; - stamattina è affollato di ragazzini del vicino oratorio al loro primo giorno di scuola. I loro zaini sono sicuramente meno pesanti del mio, che non contiene libri ma il necessario per un trekking di due giorni in due delle aree più interessanti del vulcano: l'altopiano del Passo dei Dammusi, un'immensa distesa di lave originate dall'eruzione del 1614-1624 e il cratere spento di Monte Nero, a oltre duemila metri di quota.
Abbandonata l'auto in contrada Pirao mi sono diretto a piedi verso la Cisternazza / Monte Santa Maria
( m.1632 ) e in circa due ore di cammino ho raggiunto le lave dei Dammusi.
Mi sono trovato davanti uno scenario mozzafiato; guglie, pinnacoli, squarci abnormi nel terreno, distese di lave cordate semplicemente spettacolari. Un paesaggio dalla geologia tormentata, come testimoniano le immagini.
Finito di pranzare ho proseguito il cammino in salita attraverso un'ombrosa faggeta sino a guadagnare la quota di 1840 metri, dove si trova il rifugio Timparossa - l'unico sull'Etna che sia stato costruito interamente in legno.
Il rifugio forestale Timparossa (m.1840) |
Dal rifugio inizia un sentiero nel bosco in direzione del grande cratere di Monte Nero ( m.2049 ), coinvolto nella storica colata lavica del 1911. Ho dedicato l'intero pomeriggio a documentare quest'area straordinaria, immerso in un silenzio assoluto rotto soltanto dallo scricchiolare vetroso delle mie scarpe sul terreno di pietre di lava. Lascio la parola alle fotografie.
la dorsale scoscesa del cratere di Monte Nero ( m.2049 ) |
giardinetti lavici naturali ai piedi di Monte Nero. |
Monte Nero, panorama dal versante est |
Monte Nero, versante nord; Bocche di fuoco. |
Alle 19 ho fatto rientro al rifugio, ho cenato e mi sono coricato ascoltando il sibilo del vento tra gli aghi dei pini che circondano la capanna, il rosicchiare dei tarli del legno e il via vai di un piccolo topo che approfittando del buio è andato in piena notte a curiosare il mio zaino.
Mi sono alzato alle cinque. L'aria all'esterno era appena fredda. Ho fatto colazione e ho lavato la faccia con l'acqua del pozzo, quindi ho percorso nuovamente lo stesso sentiero per il cratere di Monte Nero ancora immerso nell'oscurità. E' arrivata l'alba sul deserto vulcanico. Un'alba limpida e cristallina fatta di rosso, di silenzio e di folate di vento. Effimera e breve come l'esistenza.
Albeggia sul versante est di M.Nero, Etna. Nikon D7000; Sigma 8-16mm @ f/7,1 1/4sec. 200iso; exp.comb. -1,+1 EV. |
Nella lunga marcia di rientro ho fatto una sosta al rifugio Saletti, dov'ero già stato lo scorso marzo: Semplicemente Etna. Mi ha fatto piacere rivedere quella costruzione in cui ho trascorso una serata bellissima col caminetto acceso -
Prima di rientrare a Randazzo e poi a casa mi sono imbattuto in un'antica masseria per la produzione di vino. Una costruzione massiccia in pietra lavica, con all'interno le vasche per la raccolta e la pigiatura del mosto e vari locali ormai in disuso destinati ai contadini addetti alla vendemmia.
Il tetto era ormai mezzo sfondato - le finestre occhieggiavano alla valle dell'Alcàntara, aperte alle intemperie.
In un angolo si trovava ancora il forno a legna per il pane.
E nel locale più grande qualcuno, con caratteri un po' infantili, aveva dipinto la data: correva l'anno 1908 - tre anni prima della grande eruzione del 1911, che risparmiò l'edificio.
Arrivederci Etna.
La masserìa abbandonata di contrada Pirao; Randazzo (CT) |
uno dei locali interni; sulla sinistra il forno a legna. |
Il locale destinato alla pigiatura del mosto. |
Desidero ringraziare tutti coloro che lavorano dietro al Blogger di Google, forse il mezzo di comunicazione e condivisione più bello di tutta la rete. Grazie, sinceramente.
Lupolibero, settembre 2014.
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