La montagna costituisce una location straordinaria per il fotografo di paesaggio; in questo post elenco alcuni consigli per vivere al meglio l'esperienza del trekking fotografico, soprattutto in solitaria.
1) Valutate le condizioni meteo.
Le migliori foto di montagna si ottengono quando il cielo è solcato da nuvole sparse, possibilmente basse. In genere queste nuvole sono quelle che precedono o seguono importanti perturbazioni. L'oracolo che utilizzo per valutare lo stato del cielo in un determinato posto è Meteo 3B. Ho sempre trovato questo sito preciso e affidabile, dotato di modelli di previsione sempre più accurati. Scegliete una giornata appena successiva a un'ondata di maltempo importante: non resterete delusi. Cercate di evitare invece giornate con cieli velati di scirocco, rassicuranti ma più banali e opache.
2) Valutate le vostre condizioni fisiche.
State bene, veramente bene ? Attenzione, perchè la montagna è un giudice poco incline alla clemenza, in questo caso. Prima di affrontare escursioni impegnative chiedetevi se: avete una schiena solida e in grado di non contrarsi al minimo colpo di freddo o dopo venti minuti di marcia con uno zaino pesante; avete quadricipiti ( = gambe ) forti in grado di reggervi soprattutto al ritorno, in discesa; avete abbastanza fiato per procedere su salite impervie e massacranti: se fumate, è meglio scegliere percorsi più tranquilli e a bassa quota.
3) Il vestiario e il clima.
Non sottovalutate mai la montagna; i 20 gradi che avete trovato a 1500 metri di quota possono diventare 3 gradi sottozero nel corso della notte, a 2000 metri. Nello zaino non devono mai mancare: un intimo tecnico a maniche lunghe per la sera; il sacro maglione in pile ( benedetto chi lo ha inventato ); la giacca impermeabile e antivento in goretex; una fascia copriorecchie per il vento: perchè se vi beccate un'otite non ve ne libererete più; un berretto di pile e dei guanti anch'essi di pile per le sessioni fotografiche al tramonto e all'alba, in cui freddo e umido saranno all'apice.
Andando sul pratico, io mi sono trovato benissimo con:
- intimo a manica lunga Triban, destinato ai ciclisti e acquistato al Decathlon
- maglioni in pile: va bene qualsiasi cosa acquistata al Decathlon
- giacca in goretex di Haglofs, costosa marca svedese: una favola
- berretto in pile di Haglofs, l'unico che ho trovato veramente traspirante
- fascia copriorecchie acquistata al Decathlon: reperibile nel settore 'Running'
- guanti di pile di Decathlon, neri, economicissimi e ultravalidi
4) Oggettistica
Sembra una stupidaggine, ma non bisogna mai dimenticare gli occhiali di riserva: se avete una forte miopia, perdere o rompere le vostre lenti può diventare un problema molto ma molto serio, in assenza di un paio di riserva.
Portate sempre con voi cartine topografiche ben fatte e particolareggiate. Per l'Etna, i Nebrodi e le Madonie sono state prodotte relativamente di recente delle ottime mappe della Litografia Artistica Cartografica di Firenze. Studiatele a fondo - imparate a leggere le curve di livello e a immaginarle in modo tridimensionale.
La luce conforta enormemente quando cala il buio e siete ben lontani dalla vostra Safety Zone: dotatevi di una lampada a Led efficiente, e di una torcia frontale leggera, ottima per rovistare nello zaino con entrambe le mani libere. La lampada a led consentirà anche di leggere prima di dormire, uno dei piaceri dell'escursionista.
Fate una lista standard degli oggetti che vi servono, valida per tutte le stagioni: in questo modo mon dimenticherete a casa il fornelletto o la padella o altri articoli piccoli ma importanti come il cucchiaio: sì, mi è successo !
Portate un accendino di riserva: quello ufficiale infatti o sparisce o non ne vuole sapere di funzionare, di solito.
Non dimenticate l'i-pod, fantastico strumento in cui riversare musica o ascoltare la radio, se nel vostro accampamento arriva il segnale. RadioTre trasmette per tutta la notte fino alle 6 del mattino magnifica musica classica, giusto per dare un'idea.
5) Accessori fotografici.
Il dio treppiede, innanzitutto. Le batterie di riserva della macchina fotografica, ben cariche. Riponete tutta l'attrezzatura dentro la custodia vuota del saccoletto, la sera. Eviterà alla macchina e alle lenti di raffreddarsi e produrre condensa - e alle batterie di perdere la carica.
Controllate sempre l'istogramma di distribuzione delle luci, e attenzione al mosso nelle foto all'alba e al tramonto: non fidatevi del treppiede e controllate bene che le foto siano nitide ! Ho dovuto buttar via alcuni scatti magnifici perchè mossi, ANCHE USANDO IL TREPPIEDE.
Le foto migliori con il supergrandangolo si ottengono chissà perchè sempre dall'orlo di pericolosi dirupi: fate attenzione a non precipitare, presi dall'entusiasmo del paesaggio e del momento che state vivendo.
Prendetevi il tempo necessario per comporre bene l'inquadratura, ma non prendetevela neanche troppo comoda: le Golden Hours durano poco, purtroppo: anzi, le si dovrebbe chiamare Golden Minutes -
Attenzione a non riprendere nell'inquadratura l'asta del treppiede o la vostra ombra, soprattutto operando alla focale di 8 mm.
6) La comunicazione.
In passato lasciavo un biglietto sul cruscotto della macchina: chi ero, quando tornavo e numero di telefono di chi avvertire. E' successo che la gente per qualche motivo oscuro la interpreta subito e senza riflettere per una situazione di emergenza e inizia a chiamare quel numero dicendo che ha trovato un biglietto e che forse è successo qualcosa. Quindi non lascio più biglietti in auto.
Prima di partire dico solo dove vado e lo lascio scritto in casa.
E' un piccolo dettaglio che può essere determinante.
LE ESCURSIONI SOPRATTUTTO IN MONTAGNA E IN SOLITARIA SONO PIENE DI PICCOLI DETTAGLI DETERMINANTI: NON FATE I SEMPLICISTI E I FACILONI CON LA MONTAGNA, MAI !
Per il resto: buona escursione e buone foto.
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