Maletto (CT), Etna.
Sono qui tra i campi lavici colonizzati dall'uomo, a montare la mia tenda a 1100 metri di quota, nei pressi di uno dei vigneti più alti d'Europa: sono di nuovo a Santa Maria la Nave.
A pochi metri dalla mia tenda c'è un gruppo di ciclamini che ho circondato con delle piccole pietre di lava per non calpestarli. Poi, armato di macchina fotografica, mi aggiro tra le piante di vite colme di grappoli che raccolgono l'ultima luce di questa giornata d'ottobre -
Continuo a fotografare finchè il sole scompare dietro i monti Nebrodi; l'uva sembra parlare, sembra attendere l'evento di domani di cui sarà protagonista: la vendemmia.
Mi ritiro nella mia tenda, dove ceno e ascolto innumerevoli volte sino all'una di notte il concerto di Mozart numero 22 Andante, le cui note - la cui struttura, sembrano descrivere perfettamente l'attesa che questo frammento di Natura incastonato nell'Etna sta vivendo.
IL GIORNO DELLA VENDEMMIA.
La ciurma giunge prima dell'alba e inizia a sparpagliarsi tra i filari ancora immersi nell'oscurità, disponendo ogni dieci metri le cassette per la raccolta.
Due di loro vengono a cercarmi, sapendo che ho passato la notte in tenda; vogliono sapere se ho dormito bene, se è tutto a posto -
Poi le forbici iniziano a tagliare veloci, e il primo carico è già pronto in pochi minuti.
Nota. Nella foto sopra come in altre il colore dell'uva potrebbe
destare qualche perplessità: in realtà il colore grigiastro
è dovuto solo al riflesso della luce fredda del flash
sugli acini ancora ricoperti di brina mattutina
( la raccolta è iniziata alle 7 ! )
Aggirandomi tra i vendemmiatori cerco di coglierne le emozioni, i gesti, meglio che posso. Essendo abituato a fotografare paesaggi e non persone, il mio timore è di apparire invadente, di disturbare. Questa gente si muove invece con naturalezza, risponde con cortesia alle mie domande ed è chiaramente lusingata che il proprio lavoro venga documentato.
"Ti sevvi 'na cassetta" ? |
Alle 10 del mattino si fa una pausa. Il capo distribuisce dei panini, tutti uguali - ce n'è uno anche per l' "intruso", cioè per me. Parlo col giovane L. e scopro che conosce i sentieri più reconditi dell'Etna come le sue tasche; a breve faremo sicuramente qualche escursione insieme.
Poi il lavoro riprende, con lo stesso ritmo di prima. Niente lamentele, niente musi lunghi. C'è chi canta, chi lancia battute e chi inscena quei finti litigi che sono tipici del carattere siciliano.
Quando il sole è ormai alto, passo a salutare tutti e mi preparo a tornare a casa. Smonto la mia tenda, che forse ha costituito un'insolita novità per queste persone, e porto con me in un sacchetto di carta, due grappoli di Grecanico Dorato.
Li mangerò a Randazzo, nero paese medievale alle falde dell'Etna, più volte minacciato dalle colate laviche, in una piazzetta quadrata dove sono solito sostare e dove si trovano un piccolo negozio d'alimentari e una chiesa.
"E' bello trarre piacere dalle cose semplici della vita", penso - mentre dò un'occhiata all'immenso vulcano che appare da una viuzza, e sembra ridere del gioioso formicolìo dei vendemmiatori che animano in questi giorni le sue pendici.
Santa Maria la Nave, Etna
18-19 ottobre 2015
DUE PAROLE SUL VIGNETO EROICO.
Sono già stato lo scorso luglio presso il vigneto di Santa Maria la Nave, che a 1100 metri di quota, è uno dei più alti d'Europa. Allora vi ho trascorso una notte all'aperto, che ha costituito la mia Microavventura #4.
L'Etna è patria di pregiati vitigni autoctoni: Nerello Cappuccio, Nerello Mascalese, Grecanico Dorato, Albanello, Minnella e Caricante.
La contrada di Monte la Nave in cui si è svolta la vendemmia, costituisce inoltre un ottimo punto di partenza per escursioni a quote più alte sul versante nord-occidentale dell'Etna, dove a breve mi recherò per altri documentari fotografici e paesaggistici.
In alto: l'accampamento presso il vigneto di
Santa Maria la Nave, in un boschetto
di noci e castagni.
Nessun commento:
Posta un commento