mercoledì 8 giugno 2016

Giugno, in un'altra vita e in quella di adesso.





     Forse era il 2006 o il 2007. Per qualche ponte, per qualche motivo avevo finalmente "preso ferie" e trascorso qualche giorno in Sicilia, nel mese di Giugno. Il terreno lo avevamo comprato da poco e il "sogno" di venire a stare qui era in pieno fervore. Quei giorni di vacanza fuori dall'ordinario furono meravigliosi: per una volta, rara, vedevamo una Sicilia diversa da quella soffocante e sovraffollata di agosto.

Avete notato che ho scritto Giugno con la G maiuscola e agosto con la a minuscola ?

Giugno qui: clima mite, temperature tiepide, fresco la sera e la mattina, pochi insetti, fiori mai visti, arance succose, erba verde, cieli splendidi. Poi venne, rapido, il momento di rientrare nei ranghi.
All'epoca, intendo dire -


Si, perchè ora sono qui. A Giugno e nei mesi a venire; il sogno è reale, adesso e ora. E quando faccio un giro tra gli alberi alle 8 del mattino o all'ora che mi pare, penso: dove-sarei-adesso-se-avessi-continuato-la-mia-vita-di-prima ?

... ... ...

Niente sveglia libera, nessuna motosega da avviare, niente foglie verdi del noce, niente marmellate fatte con la frutta dell'albero dietro casa, niente gatti che dormono sulle sedie di cinquant'anni fa, niente cieli che stai a guardarli mezz'ora a bocca aperta da quanto sono belli, niente Nespole. Tante negazioni (devo continuare ? ) + un'altra N maiuscola.











     Riservo le iniziali maiuscole per tutto ciò che mi piace. Mi piace tutto, del cibo - non rifiuto nulla ( i peperoni, forse, li trovo un po' pesanti, ma mangio anche quelli ). Adoro il sapore zuccherino, semplice ed essenziale delle Nespole. L'albero fruttifica a Giugno, in un intervallo di tempo molto breve. Raccolgo e mangio, e lo posso fare PERCHE' SONO QUI.

E penso: non me ne vado, non devo rientrare al lavoro, contare quante ore mancano alla fine delle ferie.

Ecco cosa sono i Sogni.













8 commenti:

  1. U capì, che te fè un cass tutt el dì! :D
    Bravo bravo! E io lavoro. Che poi..."lavoro"... :D Relativamente ad altri, io non mi posso lamentare.
    Cmq tritala di più quella marmellata! Ha i pezzi enormi!

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    1. Altro che fare 'n cazz... lo startup di 21mila mq di terreno è ogni anno un'impresa. Qui se passi una settimana con me, te ne torni a gambe levate in azienda !!! Ma a parte l'impegno fisico, davvero non indifferente, ciò che gratifica sono: la soddisfazione vera del lavoro (ben)fatto e la totale assenza di stress mentale.
      La marmellata ha pezzi grossi immersi in altra materia liquida/semiliquida, ti assicuro, è magnifica ...e poi, come dicevano... "frutta fresca a pezzettoni" !

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  2. Mi sa che ci verrò davvero a rompertile palle in agosto!
    I nebrodi sono sulla strada e tu stai troppo bene per non essere disturbato :D

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  3. PORCACCIA LA MISERIA,
    CHE BELLA VITA!

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    1. Alle volte, in anni passati, abbiamo stramaledetto l'acquisto di questo terreno così vasto. Rimettere casa e terra a posto dopo decenni di abbandono e amministrazione balorda da parte del precedente proprietario, ha richiesto tra il 2012 e il 2014 una quantità di lavoro, di stress, di tempo e di denaro, enorme. Solo adesso stiamo respirando un po'. In generale della campagna si ha comunque un'immagine edulcorata, fatta di contemplazione e relax. NON è affatto così, perlomeno non del tutto: in campagna si lavora sempre. Ma è un lavoro gratificante e quasi sempre privo della componente stressoria mentale, insomma è davvero un bel posto dove vivere e (se si vuole) crescere eventuali figli.

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    2. Caro Lupolibero,
      leggo il tuo blog solo adesso, e solo adesso scopro queste tue storie fatte di parole e fotografie.
      Sarà un piacere leggerti, anche nelle parentesi agricole, e poter viaggiare attraverso le tue testimonianze.
      I miei complimenti.
      Ciao
      A.A.

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    3. Sarà un piacere leggere anche il Tuo blog, senza ombra di dubbio.
      Un caro saluto.
      Lupolibero -

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  4. il mestiere del contadino è un mestiere duro, lo so benissimo, mio nonno viveva della terra e della stalla, e nemmeno il giorno di natale poteva dimenticare le mucche, che dovevano essere munte alle sei di sera. "go de nà a regulà i vach", diceva nell'accomiatarsi.
    c'è da chiedersi se sia meglio avere come padrone una mucca o un essere umano, magari stronzo.

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