venerdì 17 giugno 2016

La propria terra va vissuta in prima persona. Pensieri.







     La campagna che prima fu di altri, e prima ancora di altri. Ho cercato anch’io, anni addietro, testimonianze e letteratura su di essa, ricavandone sparute informazioni. C’era un barone, pare. Un barone agronomo che piantò gli alberi di arance tardive, ora secolari vegliardi. Questi alberi li vedo dalla finestra del bagno, ogni mattina. Li abbiamo potati l’anno scorso – è stato un lavoraccio.


     Apro la porta principale, che dà sull’edificio della ex stalla e ancor dietro, sulla montagna. Verde sino in alto, centinaia di noccioli, qualche ulivo e lì in alto sulla destra, il grande castagno centenario - limite superiore della proprietà.

    Forse è interessante fare indagini sulla storia di questo posto, forse no. La terra va vissuta in prima persona, tutto sommato. Non basta acquistarla, avere un atto notarile in mano. In campagna devi svegliarti, sudare, lavorare; devi conoscere il suo profumo, dove sono dislocate le sue pietre, i suoi muri, le sue forme.
Sulla “tua” terra devi sporcarti le mani.

    La campagna ti è allora riconoscente e ti fa un piccolo regalo. Ci sono tre vecchi alberi di arance Vaniglia, che fruttificano a febbraio, quando noi ci troviamo al nord Italia. Tuttavia, il più anziano di questi alberi, ogni anno mi fa trovare almeno venti chili di queste meravigliose arance, ancora fresche a Giugno –

Sarebbe vano vivere la propria terra a distanza, amministrandola con un computer o per mano di terzi, attraverso telefonate. Per quanto ci si possa investire decine e decine di migliaia di euro, resti sempre un estraneo. Devi esserci, come faresti con dei figli.




in alto: una cassetta di dolcissime arance Vaniglia,
varietà ormai introvabile sul mercato.

3 commenti:

  1. La arance vaniglia le trovo ogni anno quando scendo x natale, ma non mi piacciono granchè. Preferisco quelle normali.
    E ,vista la scarsità della diffusione, probabilmente non sono l'unico a pensarla così.

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    Risposte
    1. Scommetto la Nikon e l'intero corredo di lenti che se la Spagna o la Grecia o qualsiasi altro paese diverso dall'Italia producesse tonnellate di arance vaniglia, il mercato italiano ne comprerebbe a man bassa e sarebbe stracolmo.
      Non è una questione di gusti personali, ma di logiche di mercato: ad esempio i limoni argentini fanno cagare, rammentano l'odore del detersivo, eppure ne importiamo intere navi e spesso al nord sono gli unici che trovi.

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