Vendemmia a Monte Ilice, Etna. Sullo sfondo, l'antico cratere. |
Le pendici dell'Etna sono disseminate di antichi coni vulcanici. Monte Ilice, a 908 metri d'altezza, è uno di questi. La sua prima eruzione è datata tra gli anni 1030 e 1040, e giungendo sino al mare formò addirittura la scogliera di Stazzo e Pozzillo, località della costa Ionica.
In passato, sia le pendici che l'interno del cratere furono terrazzati e coltivati a vigneto con immense fatiche. Oggi, di quanto gli uomini costruirono per coltivarvi la vite, rimangono muri di nera pietra vulcanica, palmenti con immense presse di pietra e vasche per la spremitura, sentieri percorsi da generazioni di contadini, case coloniche meravigliosamente in simbiosi con il paesaggio naturale e infine loro: le piante di vite.
Avvengono nella nostra esistenza dei punti nodali. Sono essi, passaggi di consegna. Decisi da noi o da disegni che non ci è dato conoscere, perchè forse già scritti da epoche immemorabili.
Un antico vigneto di Monte Ilice, vasto cinque ettari, ha conosciuto di recente un nuovo proprietario, mio amico da una vita. E francamente, credo non potesse finire nelle mani migliori.
Mani che lo sapranno rinnovare nel rispetto delle tradizioni, degli usi del passato. E occhi che sanno conoscere, intuire, comprendere quella che io - semplicemente - chiamo Bellezza.
Perchè è la Bellezza quella che io ho intravisto ieri, fotografando la "prima" vendemmia della nuova vita di questo vigneto. L'ho vista racchiusa nei colori delle foglie della vite, negli alberi da frutto carichi di mele - generosi, commoventi - nel bosco di betulle dell'Etna su cui indugiava una nebbia sottile, nelle pietre nere di lava scolpite per attaccarvi la corda dell'asino sul muro del palmento, nelle mattonelle di cotto sui sedili attorno al pozzo, dove generazioni di vendemmiatori prima di noi hanno riso e brindato.
E potrei andare avanti per ore.
Ma mi mancano le parole.
Lascio la parola alle immagini, allora. Ho cercato il più possibile di catturare degli istanti per me significativi. Forse ci sono riuscito, forse no. Ma non è questo, che ha importanza. Ho vissuto un'indimenticabile giornata tra i vendemmiatori, coinvolto nell'allegria di questa gente nata e cresciuta sulle lave di questo vulcano.
Auguro ai nuovi proprietari di portare avanti questo sogno, con fermezza e amore.
Forse non siamo noi a scegliere la terra, ma essa a scegliere noi.
MONTE ILICE, ETNA - VENDEMMIA 2016
Don Alfio, 84 anni, il precedente proprietario del vigneto di Monte Ilice. |
Il vigneto di Monte Ilice fa capo alla produzione di vini di altissimo livello di Santamarialanave.
I capisaldi della viticoltura etnea sono il Nerello Mascalese e il Nerello Cappuccio; troverete un interessante approfondimento in questa pagina.
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Che bello! Che tipo di vitigno è?
RispondiEliminaAh, guarda... non me intendo; ma i miei due amici, R. e sua moglie sono specializzati nella produzione di vini di altissimo livello da vitigni autoctoni etnei di antica origine. Curano un sito web dove espongono qualità e tipologie, oltre che storia della vite e tanto altro. Dai un'occhiata qui, merita davvero:
Eliminahttp://www.santamarialanave.com/vini/
Mio marito avrebbe dovuto vendemmiare oggi ma piove ...
RispondiEliminaSono negato come coltivatore, ma sono un buon consumatore ;)
RispondiEliminaA titolo del tutto generale dico solo che una volta nella vita, almeno una volta, bisogna concedersi qualcosa di veramente speciale.
EliminaSemmai avrai il privilegio di gustare il vino di santamarialanave: buon brindisi !