domenica 23 ottobre 2016

Un pomeriggio a Ficarra, dove Arte, Eleganza e Senso Civico hanno trionfato.


Sono polemico, critico, lamentoso, sospettoso.
Ma anche giusto.
E quando vedo che hanno parlato con i fatti, lo riconosco
e ammiro, con reverenza, chi è stato capace di cambiare le cose in meglio.




Nell'immediato entroterra dei Nebrodi orientali, sul lato tirrenico della provincia di Messina a 450 metri d'altezza, si trova un piccolo paese dallo strano nome: Ficarra ( da 'All Fakhar', termine arabo che significa 'Glorioso' ).
Ficarra è l'unico centro abitato visibile dalla mia campagna e le sue luci, che vedo dalla finestra accendersi dall'altra parte della vallata al calare della sera, sono sempre state per così dire, di conforto. Paradossalmente, nel corso di questi ultimi cinque anni di vita qui, forse per quell'innata tendenza che abbiamo noi esseri umani a rimandare, non avevo mai visitato questo borgo, cosa che ho deciso di fare ieri.
Ed è stata una sorpresa.



Già diversi chilometri prima del paese avevo notato che c'era qualcosa di "strano": strade pulite, niente discariche, nessun mucchio di mattonelle, laterizi, cessi buttati al margine di qualche povero uliveto; niente fabbricacce in blocchi di calcestruzzo nè baracche col tetto di lamiera. Solo campagna. Forse un po' in disuso, ma pulita e dignitosa.

Quindi eccolo, il paese. E qui la sorpresa si fa stupore. Credetemi: ho 43 anni e non ho mai, dico MAI, visto in Sicilia un paese pulito come questo. Il livello di attenzione per il decoro pubblico qui è paragonabile agli standard più elevati del Trentino o del Friuli. Mai visto niente di simile. E ATTENZIONE, non mi riferisco al centro e basta ( e già... sarebbe facile ): ho passeggiato per ogni dove, esplorato vicoli decentrati, scalinate di pietra dirette a tutti i punti cardinali. Mi sono infilato in tutti gli angoli più sperduti, angoli che altrove, nel 90% dei casi, sono ricettacolo di rifiuti, lattine, pacchetti vuoti di patatine San Carlo, succhi di frutta Derby con ancora la cannuccia dentro, bottiglie di birra infilate nelle fessure dei muri: e non ho trovato NIENTE: nessuna cartaccia, tutto immacolato. E anche in certi spazi di terra abbandonati dove crescono erbacce: tutto decespugliato di fresco! Ma sto sognando ????

Ma da dove viene questo Sindaco ( ho usato la maiuscola ) ? dategli le chiavi d'Italia !

E non è finita qui. Ficarra è sede di un museo diffuso d'arte contemporanea. Ovunque trovi vetrine e mostre permanenti una delle quali, recentissima, ha sede nelle splendide stanze di un palazzo baronale. Un progetto complesso e virtuoso che ha attirato artisti italiani e stranieri tra i quali, leggo e imparo, l'austriaco  Lois Weinberger. Laddove invece si guardi all'Antico, sono stati collocati cartelli con spiegazioni chiare e interessanti: non come spesso succede, del tipo scritto da chi vuole impressionare per la sua erudizione, e finisce per scrivere in modo pedante ed ermetico. Leggere i cartelli di Ficarra è un vero piacere.




sopra: Ficarra, cartello di spiegazioni posto davanti ai ruderi
del convento dei Frati Minori Osservanti.
Faccio notare che nessuno ha scritto scemenze e oscenità
col pennarello sull'elegante tavola trasparente.



sopra: Palazzo Milio, la storica dimora baronale
le cui stanze ospitano opere di arte contemporanea


A Ficarra non si trovano, secondo il mio parere, opere monumentali colossali, imponenti castelli o memorie storiche che da sole valgono il viaggio. A ogni cosa il suo giusto peso. Sarebbe un'esagerazione paragonare Ficarra a Taormina o Piazza Armerina.
Ma quello che c'è è stato ripulito, lustrato, valorizzato sino all'ultima pietra.
Esprime eleganza, questo posto. Eleganza, civiltà e voglia FORTISSIMA di cambiare le carte in tavola.

Ho avuto poco tempo per fotografare e forse i risultati non sono il massimo, ma spero di dare un'idea.
E ho fatto ritorno a casa scuotendo varie volte la testa, incredulo.
Non si finisce mai di imparare, e la lezione di Ficarra è: non è vero che la gente è incorreggibile; la si può educare alla civiltà e questa può germogliare e crescere indisturbata senza che la marea montante di rifiuti la sommerga dopo che l'iniziale entusiasmo inizi a perdere la sua spinta virtuosa. Beninteso, questo è un piccolo centro non soggetto a grandi passaggi di masse.

Mi sono spiegato ? Se la risposta e no, verificate cosa voglio dire venendo voi stessi qui.
Mi sono sempre piaciuti i FATTI e non le parole, e qui a Ficarra si parla con i fatti.


Ficarra (ME), Chiesa della Badia in piazza Monastero.
Statua gaginesca della Madonna delle Grazie.


Mostra di foto e incisioni d'epoca originali allestita
nel seminterrato di un palazzo antico acquistato e restaurato dal Comune.



Scalinata d'ingresso a Palazzo Milio.



La stanza da letto-studio nobiliare, detta Stanza della Seta.
Accesso libero per tutti, niente transenne o sguardi arcigni
di custodi o telecamere puntate sui vostri passi.
Fruibilità 100%.


Ana Manso, Correr à volta (2015).

sopra e sotto: opere recentissime d'arte contemporanea
realizzate nelle stanze del palazzo baronale.








Un angolo di Ficarra e, sotto, la facciata dello splendido
Santuario dell'Annunziata.



In alto sul paese, il Santuario dell'Annunziata, chiesa madre di Ficarra, svetta nell'ultima luce del pomeriggio, mentre nuvole lontane coprono i Nebrodi. Varcata la porta d'ingresso, è il silenzio a stordirmi, letteralmente. Un silenzio tale l'ho sentito raramente nella mia vita. Mi aggiro con la guida in mano, tra le opere di Antonello Gagini, come questo polittico di struggente bellezza.


Quando l'arte e la Storia sono nelle mani giuste, la Sicilia è davvero uno splendore.
Senza se e senza ma.




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