venerdì 18 novembre 2016

Una giornata di pausa, tra lavori domestici e letture al calore della stufa.





Un po' di pausa escursionistica - poi riprenderò le uscite fotografiche, perchè è quello che adoro fare. Ieri pioveva e ne ho approfittato per pulire a fondo la casa. Polvere, finestre, sanitari: tutto pulito ben a fondo. A proposito di finestre: ho collocato i salsicciotti antispifferi, un rituale che si ripete ogni anno e che mi piace; mi ricorda l'infanzia in casa di mia nonna.

Mi piace anche tenere in casa una scorta ingente di legna da ardere in modo da non dover continuamente fare va e vieni verso la legnaia. Per pranzo alle volte cucino una semplice pasta con i (pochi) pomodori freschi rimasti e una grattata di ricotta salata locale. A mezzogiorno ascolto sempre i concerti trasmessi da radioTre, e finita la pasta preparo un caffè solubile lungo e me lo sorbisco fuori della porta portandomi appresso la radio. Se c'è sole, intorno all'una lo vedo scomparire dietro la montagna; io lo chiamo "il mio tramonto" - se non c'è sole mi piace lo stesso stare sulla soglia della porta.

Nel primo pomeriggio leggo. La biblioteca del paese ha un assiduo e pressochè unico frequentatore: il sottoscritto. Anzi lo scorso settembre c'è stata un'ingente donazione di nuovi libri da parte di qualcuno, e questo mi ha reso felice. Ne ho letto uno tutto d'un fiato. E' la storia vera di due giovani ragazze di madre inglese e padre yemenita vendute come spose-schiave dallo stesso padre e deportate con l'inganno in Yemen, dove rimasero anni in condizioni subumane e pietose. Il racconto è incredibile e mi ha lasciato stordito, penso che per una donna leggere questo libro possa anche essere peggio.
Ma soprattutto dovrebbero leggerlo tutti quelli che blaterano continuamente di integrazione e accoglienza e società multiculturale eccetera. Un vero pugno nello stomaco.


L'allucinante racconto di Zana Muhsen e della sorella,
vendute dal padre e fatte sposare di prepotenza
con due ragazzi yemeniti


Alle 16 la luce nella stanza inizia a non essere più sufficiente; a questo punto accendo la candela e vado avanti a leggere ancora un po'. Alle 17 faccio una lunga passeggiata nel terreno; valuto quanti mandaranci stanno maturando e quante arance ci potranno essere l'anno prossimo. Già si pensa all'anno prossimo: come vola il tempo... E vola via anche uno stormo di uccelli spaventati dalla mia presenza; si librano in volo dai rami altissimi della vecchia quercia che si trova al margine basso della proprietà - l'anziano proprietario precedente la voleva fare tagliare per specularci sulla legna, io mi sono opposto e l'ho salvata. Mi fermo sempre sotto questo vecchio albero alla cui base c'è già un tappeto di foglie. Finchè ci sono io non lo taglia nessuno; dopo di me si vedrà. Magari la proprietà la regalerò a un inglese o a un tedesco; a gente precisa e amante della natura, che sa gestire le cose in un certo modo. Si vedrà...

La casa è pulita e la cena è sul tavolo. Ho già acceso la stufa da un'ora, e il suo rombo cupo mi accompagnerà fino alle 22. Ieri sera ho visto un altro film al computer: The Program, la storia deludente della carriera ciclistica di Lance Armstrong, finita dalle stelle alle stalle.
Chi troppo vuole nulla stringe.

Io ho già tantissimo, e mi basta così.
Un altro pezzo di legna nella stufa e buonanotte al mondo.


 

 





2 commenti:

  1. WOW che bella giornata! Hai fatto la scelta giusta, mollare tutto e vivere con meno (di materiale) e con molto di più del resto. Ti auguro tante altre belle giornate come quella appena passata!

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    1. Sì, giornate come questa ti fanno pensare che ne è valsa la pena.
      Un caro saluto. grazie

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