venerdì 23 novembre 2018

Valle del Bove, Etna. Dove ogni piccolo passo si fa meraviglia.







C'è escursione ed ...escursione. Questa ha dell'eccezionale. Per i panorami, le emozioni, l'elettrizzante discesa nel canalone sabbioso della sconfinata Valle del Bove, sull'Etna. Dove su mari di lava di ogni epoca galleggiano nuvole, e la Bellezza si fa assoluta.





La cabina numero 50 della Funivia dell'Etna ci porta in pochi minuti su un plateau vulcanico a 2600 metri di quota. Il cielo è sereno, soffia un vento gelido abbastanza forte. Da qui dopo aver attraversato un paesaggio letteralmente lunare ci dirigiamo a est, verso l'orlo della Valle del Bove.



I crateri sommitali dell'Etna da quota 2600m.




In cammino verso la Valle del Bove
in un paesaggio lunare.




Affacciarsi sull'orlo di questa sconfinata depressione, originata dal collasso di antichi edifici vulcanici, dà al primo impatto un senso di sbigottimento. Il modo per scendere agevolmente è quello di individuare un canalone sabbioso e sfruttarlo per raggiungere in sicurezza il fondo, nel quale si riversano lave di tutte le epoche.


 sopra: sulla destra il canalone di ghiaia che abbiamo seguito
per scendere nella Valle, evitando gli sfasciumi di roccia
in primo piano.




Una ripresa del mare di lave che inonda
la Valle del Bove.




Una volta presa confidenza con l'affondamento delle scarpe nella sabbia, scendere di quota si trasforma in un'esperienza elettrizzante che dà il senso dell'assenza di peso - come l'astronauta che salta sulla superficie della Luna. Non si resiste dall'urlare - ci si sente tutt'uno con il vulcano, che ogni tanto emette sordi boati dietro di noi -

In totale scenderemo di ben 1000 metri di dislivello, fermandoci ogni tanto a osservare straordinarie formazioni rocciose che emergono dalle sabbie in pendenza.







sopra: l'elettrizzante discesa nella Valle del Bove.




La scìa che ci lasciamo dietro.
In alto, al centro della foto, l'orlo a 2600 metri di quota
da cui ci siamo "lanciati".








sopra: un canalone sabbioso e, sulla destra, una colata lavica.




Sosta a circa 3/4 della discesa.




Dicchi di affioramento.




Carichi di adrenalina e sovraeccitati, giungiamo a toccare il fondo della Valle. E' un ambiente unico fatto di silenzio, di natura assoluta.
Dopo aver scavalcato diverse decine di metri di sciara lavica sulla quale il passo è relativamente pericoloso, imbocchiamo una traccia che segue la base delle pareti rocciose di questo immenso "contenitore".





in alto: isole di vegetazione (dàgale)
al fondo-valle


in basso: dicchi di affioramento 
residui di antichi immensi edifici vulcanici
che occupavano la Valle
















Dopo meno di mezzo chilometro intercettiamo il sentiero di risalita che permette di guadagnare l'orlo meridionale della vallata in prossimità della Lapide Malerba, a circa 2000 metri di quota.
Decidiamo di spezzare in due i duecento metri di dislivello, fermandoci a mangiare qualcosa in una spettacolare postazione panoramica.


Risalita dal fondo-valle.










in alto: l'eccezionale panorama offerto dal punto
in cui ci siamo fermati per la pausa-pranzo.
Dicchi rocciosi punteggiati di vegetazione e un
mare di lave tra cui quella del '92 che minacciò Zafferana (CT).









Svalichiamo alle 14 circa, mentre le nuvole hanno riempito la Valle riducendo parecchio la visibilità. Attraversiamo un altopiano da cui la vista spazia sino a Siracusa e imbocchiamo un comodo sentiero che riporterà alla provinciale e alla stazione di partenza della funivia, richiudendo questo anello escursionistico sensazionale.


L'ultima fase della risalita dalla Valle del Bove.




L'altopiano a quota 2000 m. dal quale si rientra
al punto di partenza.



Manca poco per il tramonto. Il piazzale dell'Etna sud pullula di turisti che fanno su e giù sui famosi Monti Silvestri, crateri accessibili a tutti.
Non resisto alla voglia di catturare l'ultima luce di questa memorabile giornata - e Luigi non me ne vorrà se è rimasto in macchina ad aspettarmi più di quanto pensava...

La Nikon scatta per le ultime volte sull'orlo del cono vulcanico del Silvestri superiore, in un'apoteosi finale di vita, di Bellezza.

Il sole scompare, infine. L'Etna si colora di blu, con un pennacchio di fumo bianco ancora luminoso - lassù in alto a oltre tremila metri. Quello.... immaginàtelo.







sopra e sotto:
le ultime due immagini scattate
dal cratere Silvestri sup.re, m.2001








3 commenti:

  1. Wow!

    Non sai quanti sassi e sassolini e pietruzze e campioni di sabbia avrei raccolto...

    Lo confesso, da piccola collezionavo sassi "belli", tutt'ora guardo in terra, quando cammino "in natura", a cercar sassi... qui in Turchia non ho trovato chissà quali sassi "belli", ma un sacco di pezzi di anfore e manufatti antichi, soprattutto nei siti "archeologici" tipo Hierapolis, vicino Pamukkale, (bellissima).

    Ciao!

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    1. Bah, non so... le pietre dell'Etna sono porose e nerissime, o porose e rosso mattone.
      Forse le più interessanti sono quelle un po' più grandi, con forme curve.
      Nei negozi turistici c'è tutta una teoria di queste pietre bizzarramente lavorate - e in qualche caso la fantasia ha portato a un buon risultato.

      L'aver citato Pamukkale mi rammenta l'impresa di un ultrasessantenne francese, Bernard Ollivier, che ha percorso a piedi, da solo e con uno zaino enorme l'intera Via della Seta passando dalla Turchia, dove tra l'altro ha rischiato il linciaggio in un qualche villaggio sperduto dell'est del paese, popolato da selvaggi ignoranti.

      Mi fa piecere sapere che non solo è ancora vivo, ma ha anche ideato una sorta di cammino terapeutico in cui un giovane carcerato accetta di camminare per 1800 km insieme a un educatore, privandosi di telefonini e ipod.

      Davanti a queste persone, le mie sono gitarelle ridicole e insignificanti.

      In genere anche i Sicilia in prossimità dei numerosissimi siti archeologici si reperiscono frammenti di anfore ecc. - con un po' di fortuna e pazienza, si può trovare ogni tanto un pezzetto con un accenno di pittura decorativa.

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    2. Bello quello che dici di questo Bernard Olivier.

      Sì, lo so, magari non avrei preso chissà quante pietre, ma dovrei vedere per sapere... sono sicura che ne porterei via comunque una quantità non trascurabile (nel senso di peso nello zaino, per l'Etna invece sarebbe trascurabile di sicuro) :D

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