giovedì 1 novembre 2018

Rotta a Levante: in bici da Capo d'Orlando a Capo Milazzo, 90 chilometri spettacolari.



Piove ? Sì piove, e allora ?
Può anche venire giù il cielo,
io leggo la Bellezza e di altro non mi importa.
Novembre è il mio mese Sacro,
più sacro della Vacca Sacra.
E me lo godo.






Questa miniavventura ciclistica durata due giorni è l'immagine speculare del tour dello scorso 7 ottobre da Capo d'Orlando a Cefalù. In questo caso mi sono infatti mosso verso levante in direzione di Capo Milazzo. Gli scenari sono stati semplicemente mozzafiato, complice la luce di novembre - mese dei fotografi per eccellenza. 90 chilometri da sogno da gustare uno per uno.





PRIMO GIORNO.
DA CAPO D'ORLANDO AI LAGHI DI TINDARI-MARINELLO





Sono partito prima dell'alba dalla cittadina di Capo d'Orlando (ME) in direzione est, muovendo le prime pedalate a ridosso della bellissima scogliera che si tingeva di arancione alla luce del giorno.







sopra e sotto:
due riprese della scogliera
di Capo d'Orlando, punto di partenza del viaggio







Il cielo si è liberato completamente dalle nuvole rivelando una giornata tiepida e piacevole. Ho oltrepassato Brolo e la vicina Torre Glìaca proseguendo in direzione di Gioiosa Marea (ME). Il traffico sulla statale costiera era scarso.



Il nuovo porto turistico di Capo d'Orlando.




Una sosta a Brolo (ME), altra ridente città costiera.




La plurifotografata torre a Glìaca di Piraino (ME).




Uno dei piatti forti della giornata è stato il promontorio di granito di Capo Calavà; sarò passato da qui centinaia di volte e sempre riesce a entusiasmarmi. Grazie al fatto di essere in bici mi sono potuto fermare liberamente in punti particolari preclusi all'automobilista.



Un aereo belvedere a picco sulla spiaggia di Gioiosa Marea.




Il passaggio a Capo Calavà,
uno dei punti più scenografici dell'intera
costa tirrenica siciliana.



Dopo la pausa per pranzo ho scalato i duecento metri del colle di Tindari. Dal valico si diparte un sentiero spettacolare che scende a precipizio verso il mare e i famosi laghi costieri di Tindari-Marinello.
Il sentiero si chiama 'Coda di Volpe' ed è fattibile solo a piedi. In bici si riesce con un po' di pazienza a percorrerlo in discesa - l'unico vero ostacolo è costituito dalle decine di gradini di pietra molto alti.

Si tratta comunque di poco più di due chilometri che difficilmente si dimenticano - in senso positivo, intendo:


sopra: adoro novembre anche perchè al posto
dell'erba secca dell'estate appare erba verde
che regala al paesaggio costiero un look "irlandese".
( sullo sfondo, il promontorio di Tindari )






in alto e in basso:
dal colle di Tindari inizia un sentiero incredibile
che perde quota rapidamente e giunge al mare.
Le decine di ripidissimi gradini
metteranno a dura prova qualsiasi camminatore
(e a maggior ragione il ciclista...)



Nel tratto più in basso il sentiero è lastricato;
sullo sfondo, l'autostrada Messina-Palermo.




I laghi costieri e gli arabeschi sabbiosi
di Marinello, punto di arrivo del sentiero.



Alle 16 sono giunto di nuovo a livello del mare in quel paradiso della natura che sono i laghi di Marinello. In questo periodo dell'anno sono in pochi a spingersi sino alla fine della lunga spiaggia: qualche runner, qualche turista ospite dell'omonimo campeggio.

I laghi sono separati dal mare da una stretta lingua di sabbia; il paesaggio è essenziale e sfiora il sublime.


L'arrivo ai laghi di Marinello.







sopra e sotto:
il paesaggio surreale dei laghi alla luce
del tramonto







Ho spinto a mano la bici per gran parte dell'area e infine ho raggiunto la spiaggia su cui si frangevano onde azzurre.







Le ultime dune della spiaggia di Marinello (ME).














Mentre la luce del giorno diminuiva rapidamente, ho montato la tenda in questo ambiente unico e mi sono concesso un lusso dopo-cena: avendo portato con me la stazioncina wifi mi sono goduto più di un'ora di filmati youtube di viaggiatori ciclisti. Insomma: il cinema in tenda.






sopra e sotto:
la spettacolare location per l'accampamento in tenda;
sullo sfondo, le isole Eolie.








sopra: grazie a pacco batterie e Vodafone Station
mi porto il cinema in tenda.
La serie di filmati youtube di CyclingAbout
è semplicemente incredibile.





SECONDO GIORNO.
DAI LAGHI DI TINDARI-MARINELLO A CAPO MILAZZO







Il mare ha rumoreggiato semi-tranquillo tutta la notte e non c'è stato un filo di vento. Poi alle 5 e trenta esatte la sorpresa: si è scatenato un vento micidiale da sud-est. I picchetti della tenda piantati sulla sabbia sono saltati tutti insieme e il telo si è trasformato in una vela.
Non fosse che c'ero dentro io, in pochi secondi sarebbe finito tutto in mare.

Ho smontato il campo in fretta e furia e rimesso il materiale nelle borse della bici che a sua volta a causa del vento non riusciva a stare in piedi per più di qualche secondo.



sopra: ho smontato il campo in tutta fretta
sotto un vento fortissimo scatenatosi all'alba.



Niente colazione. Sono ripartito a stomaco vuoto spingendo la bici sulla sabbia contro il vento che non si calmava per niente.
Mi sono comunque concesso qualche scatto fotografico strada facendo.



In marcia a piedi e a stomaco vuoto contro le raffiche micidiali di vento.







in alto e in basso:
due immagini dell'alba ai laghi di Marinello.








Di nuovo in sella verso la strada costiera.




Giunto a Oliveri (ME) ho fatto colazione a bordo strada in un punto riparato. Il vento ha cambiato leggermente direzione ed è diventato amico - mi ha spinto per chilometri e chilometri di sconfinati paesaggi costieri sino alla città di Milazzo (ME).


L'interminabile costa di Ponente a sud di Milazzo.



Barche in secca.



Un punto vendita molto gettonato.



Costruzioni degli anni '70 devastate dalla salsedine.




Uno dei diversi bunker costieri nei pressi di Milazzo
( seconda guerra mondiale ).



Milazzo è famosa per il suo castello, la raffineria e il porto d'imbarco per le isole Eolie. Ma anche per il suo promontorio, che è la meta di questo mio tour in bicicletta.
Lasciata la caotica città mi sono diretto verso il Capo sotto una debole pioggia e un cielo sempre più grigio.


Milazzo (ME), la Cinta Aragonese.




Verso la meta: il Capo Milazzo.



Ho raggiunto il Capo alle 11. La strada termina nei pressi di un ristorante e diventa una pista in terra battuta in un bosco di ulivi, poi si restringe e prosegue come sentiero sino alle ultimissime rocce del promontorio.

Ogni tanto incontravo stranieri estasiasi che si dirigevano verso il terminal del sentiero e le 'piscine di Venere', una serie di depressioni nella roccia della scogliera in cui si può fare il bagno.

Ho indossato il completo antipioggia e ho scattato qualche foto di questo posto fantastico in cui certamente tornerò; mancavano altri dodici chilometri per ritornare in città, che ho percorso sotto una pioggia ormai torrenziale. Ho comprato un arancino e una lattina per pochi euro e pranzato nella stazione ferroviaria in attesa del treno che mi ha riportato a Capo d'Orlando, riavvolgendo come in un nastro questi due giorni indimenticabili e bellissimi.




Sopra: l'arrivo al terminal della strada,
il promontorio di Capo Milazzo, a
90 chilometri dalla partenza.







in alto: lo spettacolare belvedere del promontorio;
in basso: il sentiero prosegue a gradini verso l'estrema punta
in un trionfo di vegetazione mediterranea.









NOTE PER IL CICLISTA

Il percorso è fattibile da qualunque cicloturista mediamente allenato. L'unica vera salita è il colle di Tindari, dal livello del mare a 200 metri d'altezza. Il Sentiero Coda di Volpe che da Tindari porta ai laghi di Marinello è fattibile in bici da montagna non troppo carica di bagagli, ma solo con grande pazienza, sangue freddo e attenzione - e risulta a mio avviso fattibile SOLO in discesa dato che ci sono decine e decine di alti gradini rocciosi.

La stazione ferroviaria di Milazzo è distante diversi chilometri dal centro città. Dato che le indicazioni prima ci sono poi spariscono, conviene usare quella benedizione che si chiama navigatore - soprattutto se si procede sotto la pioggia torrenziale:




Novembre è un mese meraviglioso ma anche ricco di piogge. Per questa gita ho testato i pantaloni impermeabili per cicloturismo della Loeffler di fabbricazione austriaca, trovandoli ottimi.


Ancora a proposito di treni: da pochi mesi le bici non pagano nulla sui treni regionali siciliani a seguito di un'intesa Trenitalia-Regione portata avanti dal Movimento 5 Stelle.
Quindi se la macchina automatica non presenta l'opzione-bici significa che non si paga e basta. Un bel regalo per noi ciclisti.


Paga solo il conducente !


Costo del (mio) viaggio:
2,80 euro per arancino e lattina di coca-cola;
5,10 euro per ritorno in treno da Milazzo a Capo d'Orlando;

il resto: carne in scatola, uova sode, pane, mele, caffè, biscotti = tutti portati da casa.



Last but not least:
La mia bici da montagna ha funzionato a meraviglia. Il cambio scattava come un orologio svizzero, la frenata perfetta. Nessuna foratura a seguito delle fasce in Kevlar di alta qualità che ho collocato tra camera d'aria e copertone. Parlerò più approfonditamente di questa e altre soluzioni in post successivi.







8 commenti:

  1. bel giro e bellissime foto. complimenti

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  2. Complimenti. Purtroppo sono due settimane che non riesco a fare un giretto in bici... Che invidia.

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    1. Se riuscite a regalarvi qualche giorno per girare la Sicilia in bicicletta, ottobre e novembre sono due mesi da sogno. Anche da Palermo si dipartono rotte meravigliose come quella verso San Vito lo Capo -

      Vi ringrazio per l'apprezzamento.

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  3. Bellissime foto!!!

    Bene che sei riuscito a impacchettare tutto senza venir portato via dal vento... che rischio!

    Buon fine settimana :)

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    1. Un minimo di avventura, di imprevisto è il sale della vita. Questi giri di due, tre giorni sono bellissimi. A breve ho altri progettini...

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    2. Bello :)

      Documentali bene come al solito, è un piacere leggere, guardare le immagini... rende l'idea :)

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    3. Ti ho calcolato un'opzione a partire da casa tua: fai 4 km (dei quali uno su ciclabile) e intercetti la pista del Canale Villoresi.
      Invece di andare verso Monza vai verso ovest - Garbagnate, Lainate, Nerviano eccetera.

      Sono ben 47 km di sola andata sino a Tornavento sul Ticino, protetti dal traffico.
      (ovvio che torni indietro dove ritieni che la distanza possa bastare).

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    4. Ma quali topi, il percorso fa parte delle ciclabili realizzate in occasione dell'Expo. Transenne di legno, aree per la sosta, campi e da Lainate in poi é sempre più bello. L'ho fatto anche in bici da corsa, il fondo é perfetto.

      Chiaramente non è la costa sarda quanto a bellezza, ma per delle gite in sicurezza ci può stare.


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