venerdì 22 novembre 2019

Una inaspettata gelida notte sui Nebrodi.








Avevo progettato di passare due giorni in bici spostandomi dai Nebrodi alla valle del fiume Simeto in provincia di Catania; un problema meccanico mi ha bloccato a quindici chilometri dalla partenza, presso una fantastica location panoramica.




PRIMO GIORNO


Partito alle 7 da Floresta (ME), m.1275 mi sono diretto a Portella Mitta e ho percorso i primi chilometri sulla strada della dorsale in una frescura piacevolissima; il paesaggio autunnale è ancora più bello di due settimane fa quando sono passato da qui - una coltre di nuvole basse conferisce atmosfere surreali alle montagne.






sopra e sotto:
la veste autunnale del paesaggio dei Nebrodi
tra Portella Mitta e Portella Castagnera



Paramount nebrodense; quello al centro
è il monte Serro di Nappe, m.1297





Monte del Moro, m.1433






Mi immetto sulla pista sterrata che costeggia il torrente Grassetta e in breve attacco la salita per Portella Chiesa e il lago Trearie; man mano che salgo si aprono spazi sconfinati - non c'è nessuno e per un attimo sogno di essere chissà dove in viaggio in Sudamerica.




La pista che costeggia il torrente Grassetta







sopra e sotto:
spazi aperti dove sognare nuovi viaggi









Superata Portella Chiesa inizio a scendere verso il lago Trearie (m.1450) finendo in una zona argillosa dove il ruscellamento delle acque genera un disastro a livello di percorribilità. Ognuna delle numerose piste presenta pozzanghere e fango in quantità smodata.

Ed è proprio alla fine di questo tratto impegnativo che succede qualcosa alla bicicletta: la catena scivola, il cambio non funziona più. Mi fermo e scendo a ispezionare.
La parte inferiore del cambio si è staccata di netto da tutto il resto ed è rimasta attaccata alla catena che praticamente pende inerte!



sopra: disastro; il cambio non esiste più
e la catena pende sino a terra





Sono le 11. Da questo momento la bici non ha più trasmissione. Tornare indietro o rimanere sul posto? Dato che ho cibo a sufficienza e il tempo è sereno decido di avanzare a piedi per un paio di chilometri ancora sino a raggiungere un punto panoramico dove accamparmi.












in alto: la mole dell'Etna - lato settentrionale
ripresa dal punto in cui mi sono accampato


in basso: dall'interno della tenda











Passo un'oretta dopo mangiato a tentare di sistemare qualcosa del guasto ma non c'è nulla da fare. Riesco a rimuovere la catena, che non solo è ormai inutile - dà pure fastidio quando si spinge a mano la bicicletta.
Tira un'arietta frizzante che annuncia una notte fredda; mi faccio un caffè, leggo qualcosa e attendo il tramonto che arriva intorno alle 17.




Caffè solubile in attesa del vespero.
Da notare all'interno della tenda la nuova stuoia
alluminata che ho acquistato per aumentare l'isolamento
termico del materassino gonfiabile: costa poco e funziona
benissimo





Tramonto. L'Etna è scomparsa tra le nuvole; mi godo
gli spazi e i colori delle faggete della Serra del Re.





Ceno alle 20 con un risotto agli asparagi, mentre la temperatura va giù in picchiata. Il cielo è completamente libero e fa un freddo tremendo.
Avevo previsto di accamparmi lungo il Simeto a neanche 400 metri di quota. Qui invece sono a 1500 con un sacco a pelo dichiarato valido sino a 10 gradi sopra lo zero.

Dormo perciò con tutti i vestiti che ho. Il giubbotto di piumino lo uso per infilarci le gambe e i piedi, che sono l'unica parte che avverte drammaticamente il freddo. 
L'espediente funziona.








Alle 6 del mattino finalmente l'ombra della Terra lascia il posto a un timido sole velato. Fuori è tutto ghiacciato. Sull'Etna compaiono nuvole rosse che fanno la mia gioia di fotografo.
Questo posto è stato davvero straordinario per accamparsi.



Effetti della notte sottozero





Alba del secondo giorno sull'Etna,
ripresa con lente fissa 35 mm





sopra: ne è valsa la pena non fare rientro a casa;
una straordinaria location fotografica !





Attendo le 8 e riparto. Ripercorro al contrario le dannate piste fangose che costeggiano il lago e mi siedo sul sellino nei tratti in discesa. In un'ora riesco a raggiungere una capanna prefabbricata che saltuariamente funziona da bar-ritrovo.



Al lago Trearie




Lungo la pista che costeggia il lago Trearie,
impegnato nella cosiddetta hike-a-bike




Conosco il proprietario del bar. Possiede un pick-up col quale gentilmente accompagna me e la bici sino a Floresta risparmiandomi un'altra ora di salite con la bici da spingere.

Giunto a casa a mezzogiorno contatto il meccanico per la riparazione, che avverrà nel pomeriggio. La sera mi godo come non mai la mia stufa a legna per togliermi da dosso il freddo di questa gelida e indimenticabile notte sui miei Nebrodi.











CAMBIO ROTTO, COME E' SUCCESSO


Durante il rientro mi sono accorto che la ruota posteriore aveva perso un po' di centratura; ispezionando i raggi ho visto che uno di essi era allentato e un po' piegato. Probabilmente la parte inferiore del cambio (quella con le due rotelle) è finita tra i raggi in movimento che l'hanno deformata e tranciata di netto.



 


Questo guasto è irreparabile a meno di non avere con sè un intero cambio di riserva - che sarebbe come avere un radiatore di riserva per un automobilista: non lo fa nessuno.
Può succedere con un cambio economico come il mio o con un cambio di altissimo livello. Anzi più il materiale del deragliatore è solido più danno può fare ai raggi e alla ruota, che potrebbe uscirne distrutta.

Qualcosa di simile è successo a Sergio Borroni in Namibia. Stiamo parlando di una bicicletta di alto livello e di un cicloviaggiatore consumato. Chi ha voglia può vedersi questo bellissimo video; il danno è alla fine del viaggio, minuto 15:22.



sopra: ho rimosso la catena.
Ridurla in lunghezza e trasformare la bici in una monomarcia
sarebbe stato inutile, dato che non avevo troppa strada
da fare e dato che i tratti in pianura costituivano una parte irrisoria





sopra: come ho già scritto, ho portato la bici in riparazione
presso il mio meccanico il pomeriggio stesso. Cambio sostituito, ruota centrata, 
regolazione fine, sostituzione del filo del freno anteriore
e manodopera = totale 30 euro







11 commenti:

  1. Mamma mia che posti meravigliosi, che panorami!
    Mi dispiace per l'inconveniente meccanico che, come giustamente fai notare, può capitare con bici di qualsiasi fascia economica. Fortunatamente sei riuscito a continuare in qualche maniera :)

    Dalle immagini si riesce a percepire il freddo notturno... io non sarei riuscito a passare la notte senza un sacco a pelo da alpinismo!
    Bella anche la foto del meccanico: sembra uno di quei posti dove riparano qualsiasi veicolo, a due o quattro ruote, a motore o muscolare :)

    Qui a casa (a proposito, come chiami la nostra zona? "Casa" o la tua "casa" è dove hai cuore e radici, cioè lì?) siamo sotto al diluvio universale da 1 mese ormai.
    Sto pensando di vendere le bici per convertirmi al torrentismo urbano; altro che pedalare!

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    1. Devo ammettere che di notte ho patito un bel po' il freddo; ripeto: avrei dovuto dormire almeno 1000 metri più in basso, il progetto era questo.
      Ho desiderato avere con me questo sacco a pelo da sogno: Big Agnes Hitchens UL20:
      https://www.amazon.com/Big-Agnes-Hitchens-DownTek-Sleeping/dp/B06XMYSMVN
      usato per accampamenti estremi sulle Ande dai miei due idoli Mark e Hana:
      https://www.highlux.co.nz/2019/10/bolivia-san-juan-de-chachacomani-la-paz-via-mama-coca/

      Il mio meccanico possiede quella vena sottile di follia che dovevano avere certi compositori musicali del passato. Adoro portargli la bici - imparo sempre qualcosa.

      Chiamo "casa" sia qui in Sicilia sia al nord Italia. Ma certo, qui in Sicilia... forse è un po' più "casa".

      La rottura del cambio può infatti succedere con qualsiasi fascia economica - quindi meglio che si sia rotto un cambio da poche decine di euro.
      Io l'ho specificato perchè come ben sai il mondo di internet abbonda di tuttologi che: "io avrei fatto così"... "è successo perchè...." - "ma come mai non avevi un cambio di riserva dappresso"... (come se poi fosse facile montare un cambio di sana pianta, regolarlo e tutto quando sei all'aperto e soffia un venticello a cinque gradi di temperatura) ecc. ecc. :-)

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  2. Paesaggi stupendi...
    ...peccato per l'incidente, ma spero che tu abbia potuto riparare tutto a modo. Senza spesa eccessiva :D
    Un abbraccio e buona serata!

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    1. Tutto riparato, e non vedo l'ora di rientrare in campo. Ho altre ideuzze in mente...
      Grazie, un abbraccio !

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  3. Conosco i luoghi, sono siciliano: conosco tutta la mia terra da ovest ( dove sono nato) a est (dove risiedo da più di 30 anni). Ma questi stessi luoghi visti e fotografati da te sono una meraviglia difficilmente descrivibile. Ho sognato ad occhi socchiusi il silenzio, il fruscio del vento in quota,i colori autunnali e a muntagna che tuttu talia e sorveglia. Se dovesse capitarmi di voler usare alcuni tuoi scatti mi permetteresti di farlo? Ovviamente citando autore e blog di provenienza? Salutiamo.

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    1. Sono felice di aver trasmesso belle emozioni. I Nebrodi li amo perchè hanno una dimensione "estensiva/orizzontale" più che verticale tipica delle Alpi. Lo sguardo spazia verso l'infinito, attraversando faggete che sembrano non finire mai. Ci sono punti che conosco che potresti pensare siano in certe aree selvagge del Canada o del nord America.
      Per l'outdoor con tenda è un paradiso senza fine.

      Puoi usare le foto con le modalità che hai descritto. Sono certo che le mie immagini ottenute con fatica, tempo e qualche disagio (che accetto ben volentieri) saranno in buone mani.
      Sabbenerica.

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    2. Ti ringrazio sinceramente.
      Vincenzo

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  4. Ciao Dario, era inevitabile che si sarebbe rotto il cambio, macini troppi km 😄.
    Sempre bello leggere i tuoi viaggi...

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    1. Che piacere sentirti, Davide.
      Dico davvero, che piacere !
      un abbraccio

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  5. Vedi perché io preferisco le escursioni a piedi. La bicicletta è bella e buona finché funziona, poi si rompe e diventa un peso.

    Non ti dico niente di nuovo ma il cambio ha due punti deboli.

    Uno è la registrazione tramite le apposite viti, di solito sono due, che regolano lo spostamento in avanti e indietro rispetto all'asse della ruota, quindi la posizione rispetto agli ingranaggi. Può capitare che se il cambio non è regolato bene, quando fai salire la catena sull'ultimo ingranaggio, o la catena non "sale" oppure "sale troppo" e il cambio finisce a contatto dei raggi, specie se c'è anche il secondo punto (vedi sotto).

    Il secondo punto debole è il "braccetto", cioè il coso a cui il cambio si collega al telaio. So che ci sono un tot di sistemi diversi, io sono abituato alle biciclette super-economiche quindi il mio braccetto è un elemento di metallo a forma di U saldato al telaio e nel buco della U c'è il dado che fissa il cambio. Il braccetto ha un suo angolo rispetto alla V invertita della forcella e idealmente mantiene il cambio perfettamente verticale visto da dietro, cioè perpendicolare alla strada. Capita che invece il braccatto sia leggermente inclinato in modo che il cambio invece di essere dritto sia convergente o divergente rispetto alla ruota. Se è convergente, cioè piegato verso l'interno e questo può capitare se il cambio prende una botta, si amplifica ovviamente l'effetto del "registro" che dicevo sopra, quando si sale sull'ultimo ingranaggio il cambio tocca i raggi e patatrac.

    Da cui, quando fai controllare il cambio dal meccanico devi:
    1. verificare l'allineamento della ruota rispetto al telaio e che la ruota sia "dritta", cioè che non faccia la S.
    2. verificare che l'angolo del braccetto del cambio e quindi del cambio rispetto alla ruota sia corretto. C'è uno strumento apposta, tipo un compasso, che serve per piegare il braccetto regolando l'angolo rispetto al telaio.
    3. verificare i registri del cambio in su e in giù, dove quello più importante ad evitare danni a cambio e ruota, è quello in su. Se ti accorgi che il cambio tende ad avvicinarsi troppo ai raggi, in emergenza conviene o non usare l'ultimo ingranaggio oppure regolare i "registri" in modo da non fare salire la catena.

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  6. Circa il tuo esposto tecnico sul cambio io sono d'accordo - nel senso che conosco queste problematiche di allineamento, messa a punto ecc.

    Circa il discorso "è preferibile a piedi anzichè in bici" io potrei fare una delle due cose:
    - offendere la tua intelligenza (che oggettivamente riconosco) e uscirmene con un poco elegante "sì-hai-ragione-tu";

    oppure

    - scrivere qui e adesso una risposta-fiume su vantaggi e svantaggi del camminare e della bici, citando vesciche ai piedi, consumo delle scarpe, lentezza esasperante, schiena rotta dal fardello dello zaino e nel mio caso specifico anche uno strano dolore all'anca che si presenta dopo una giornata di cammino, in definitiva scarsa PRODUTTIVITA' connessa all'andare a piedi in cui vai a 5 Km/h in quasiasi condizione;

    quindi

    Facciamo che scriverò un apposito post su come la penso sul camminare e sull'andare in bici, nel quale cercherò di essere oggettivo e al termine del quale, come ben osservava Schopenauer, ognuno di noi resterà comunque della stessa idea.
    :-)

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