lunedì 18 dicembre 2023

All'anno prossimo.

 


 

Dopo le piogge abbondanti degli scorsi giorni è arrivata una massa d'aria fredda. Ho raccolto alcuni mandaranci - pochissimi quest'anno - e limoni. Ho fatto e completato innumerevoli lavori di potatura e di manutenzione e posso concedermi passeggiate di relax prima della ri-partenza.

Tirando le somme: gran raccolto di agrumi; scarso raccolto di nocciole; niente noci. Aria pura: tantissima. Felicità: anch'essa tanta.

Alle 13 il sole di dicembre scompare dietro la collina e fa freddo. Più tardi mi farò un tè, poi forse salirò a piedi su fino alla zona della sorgente d'acqua che con l'aiuto del figlio dei miei vicini ho disboscato per un totale di 12 ore. Un lavoro pesante ma molto gratificante.

Sarà bello sentire l'odore delle querce, lungo il sentiero. 

Stasera accenderò per l'ultima volta la stufa a legna, leggerò una rivista del 1932, poi uno o due racconti di Ercole Patti. Alle 22 sarò a letto.

All'anno prossimo - 



martedì 12 dicembre 2023

Escursione al ponte di Ninfe nella valle del torrente S.Fratello, ME.

 

 


 

Novembre è volato tra milioni di cose da fare. Adesso è dicembre e sono già con un piede al rientro al Nord Italia. Bicicletta zero. Gita a Salina in programma già da prima del virus cinese, ciao. Viaggio fotografico alle Egadi a data da destinarsi.

Ho trovato il tempo per un'escursione in giornata insieme all'amico Luigi. Da anni volevo visitare il ponte di Ninfe nel territorio del comune di S.Fratello (ME). Si tratta di un ponte di datazione incerta - probabilmente il 1500. Il meraviglioso manufatto si trova isolato in una valle ampia, selvaggia e solitaria. Un tempo certamente animata dai carri di trasporto e dalla gente che lavorava ai vicini omonimi molini ad acqua, i Mulini di Ninfe.



 

 

Il ponte faceva parte di un sistema viario antico atto a trasferire il cereale, macinarlo e trasportarlo su al paese di S.Fratello e quindi giù verso il mare al caricatore di Acquedolci. Le condizioni del ponte sono sostanzialmente discrete - rammarica solo un crollo a carico del fianco est della struttura. Bellissimo il selciato originario di attraversamento, con fila centrale di conci divisori.




 

I mulini risultano rappresentati nella carta allegata alla guida rossa TCI del 1919. Di essi rimangono ruderi più o meno leggibili. Uno degli edifici è stato probabilmente convertito a stalla nel 1975, come riportato da una scritta sull'intonaco:




L'altro edificio doveva avere funzione di abitazione. Ho rinvenuto infatti i resti di un piccolo forno a pietra. Molto interessante il pozzo di scarico delle acque captate e il relativo canale idraulico. Vorrei precisare che i mulini in questione dovevano essere a ruota orizzontale, quindi ben diversi dal mulino classico stile Mulino Bianco.





 Sebbene nella zona ci siano segni di lavori di potatura di ulivi ed estrazione del sughero, non abbiamo incontrato nessuno. Il ponte appare dall'alto, bellissimo, e lascia immaginare quale attività ci fosse qui un tempo. Dopo aver ripetuto per la ventesima volta la mia solita frase "chissà com'era tenuto bene qui una volta", siamo rientrati.




La valle del torrente San Fratello mi ha sempre affascinato per il suo aspetto selvaggio e conto di realizzarvi altre interessanti escursioni. Ma a questo punto ne riparleremo l'anno prossimo.

Si può arrivare al ponte e ai mulini solo a piedi o con fuoristrada, su strade difficili. NON fornisco nessun dettaglio.

 

 


sabato 18 novembre 2023

Un pomeriggio a Torre del Lauro, ME.

 

 

 

Mi andava di rivedere un posto a me caro: Torre del Lauro, sul litorale tirrenico messinese. Tagliata fuori dal percorso ufficiale della Statale, che la scavalca con un immenso viadotto che deturpa mezza spiaggia, questa frazione del comune di Caronìa (ME) mi ha sempre affascinato per il suo carattere solitario e defilato.

 

Qui ho campeggiato, passeggiato, fatto foto di grande bellezza. In particolare al tramonto quando non c'è anima viva e si sente solo il rumore assordante del mare che rivolta milioni di ciottoli.

Devastata da vasti incendi lo scorso ottobre - incendi che hanno danneggiato anche le villette a ridosso del mare e carbonizzato eucaliptus e macchia costiera - Torre del Lauro o ciò che ne resta è sempre lì con la sua Bellezza appartata che si rivela a chi la sa leggere.

La vecchia stazione assediata dall'incendio, l'albergo abbandonato dove tutto è rimasto fermo a 30 anni fa, l'unica strada che una volta fu Statale poi declassata - le nuvole, IMMENSE, che solcano il cielo, lo spettacolo delle onde che si rompono sugli scogli con suono di cannonate, la luce - quella luce - che è prima arancione poi azzurra poi blu, fredda. L'odore del mare e una macchina fotografica, come diversi anni fa e come adesso, ieri, qui - malgrado la barbarie degli uomini, l'inciviltà, l'immondizia, gli incendi - tutto ciò insomma a cui volto le spalle.

 




 



  

sopra: due immagini della spiaggia riprese ieri

sotto: Torre del Lauro, novembre 2016






sabato 11 novembre 2023

Escursione novembrina a Rocca Campanito, m.1505

 


 


 

Ottobre è volato via senza aver scritto nemmeno un post, è vero. C'è stato troppo caldo - ondate di scirocco odioso una dopo l'altra. Ho fatto dell'altro: acquarelli e mostre pubbliche degli stessi, vendendoli con profitto.

Ora siamo a novembre, mio mese adorato. Finalmente ho riacceso la stufa, rivisto un po' di pioggia e relativo freddo. Soprattutto durante la bella escursione fatta in compagnia dell'amico Luigi a Monte Sambughetti e Laghi Campanito. E' questa una riserva in provincia di Enna che si trova oltre il confine occidentale del parco dei Nebrodi.

Partiti da un parcheggio nei pressi di Portella d. Contrasto ci siamo incamminati sino a incontrare suggestive zone umide:

 




 sopra: la zona dei laghi Campanito, m.1250



Abbiamo sostato per mangiare qualcosa al riparo dalla pioggia dentro la Grotta Nivarola, una cavità scavata artificialmente in epoca passata entro un immenso blocco di roccia allo scopo di stoccarvi neve per la commercializzazione.





Dall'interessante grotta poco ormai mancava alla zona della cresta sommitale. Abbiamo montato le tende ben al riparo dal forte vento di tramontana carico di pioggia a poca distanza da Rocca Campanito, m.1505.





Il vento è durato sino alle 4 del mattino. L'alba è stata molto suggestiva, con ampie vedute delle valli interne:





Siamo ripartiti alle 8 con un tempo nebbioso attraversando incantevoli boschi di faggi, cerri e frassini - sempre godendo dell'atmosfera finalmente autunnale nel vero senso del termine. Complessivamente abbiamo camminato per poco meno di 16 chilometri.







giovedì 14 settembre 2023

Echi di fine estate.

 

 


 

La raccolta nocciole di quest'anno si può dire conclusa. Complessivamente abbiamo conferito 300 chili, e per essere un anno di magra, anzi magrissima, è andata bene. Sino a lunedì 12 settembre siamo stati gli UNICI ad aver raccolto e portato nocciole in azienda. Non si è fatto vedere letteralmente nessuno. Probabilmente intorno a fine mese si farà vivo qualche raccoglitore delle quote più alte. Noi la nostra parte l'abbiamo fatta - compresa la pulizia del terreno, che io eseguo indipendentemente dalla produzione annuale -

In molti mi chiedono dei ghiri. Se fanno molto danno, se mangiano troppe nocciole eccetera. So che in paesi più o meno vicini al mio, ad esempio Ucrìa, la razzia di nocciole da parte di questi malefici animali è drammatica tanto da aver quasi cancellato l'economia storica basata appunto sulla coltivazione del nocciolo. Da me fortunatamente la situazione è del tutto sotto controllo. I ghiri ci sono ma l'ammanco di nocciole è davvero basso: circa sei-sette per intera cassetta da quindici chili.

Mi dicono anche che questa bestia sarebbe sotto protezione animalista. Non ne comprendo il motivo specifico, dato che non ha predatori e fa esclusivamente danno. Paradossalmente forse è più utile il topo, dato che ha una collocazione precisa nella catena alimentare, ramo-animali selvatici. 

 

 

Altre notizie di metà settembre sono: la raccolta-salvataggio delle mele. Poichè erano abbondanti e non volevamo farcele mangiare una per una dagli uccelli, ne abbiamo raccolte tre casse in largo anticipo. Stanno maturando bene e bisogna aver cura solo di esaminarle ogni tanto per buttare quelle due o tre marce.

 


 

 

Anche l'uva ha dato qualche piccola soddisfazione. Ben lungi dai chili e chili dello scorso anno, ne ho strappata un bel po' alle colombe che se ne nutrono quando non siamo in vista. Decimata già dalle piogge torrenziali di maggio e dal vento micidiale di scirocco di inizio giugno, la nostra cara vecchia uva di piccolo calibro costituisce un allegra variazione ai fichidindia:




 

I fichidindia, dicevo. Anno ricchissimo con frutti sodi e numerosi. Alle 6 e trenta di mattina vado a raccoglierli a lato della statale. Ce ne sono di due tipi, arancioni e rossi. Mancano i verdi, che comunque gradisco meno perchè sanno di poco, generalmente. E' già la quarta volta che vado a prenderli e mi piace constatare quanti soldi ho risparmiato. Trovarmeli pronti freddi di frigorifero a fine pranzo mi dà un piacere indescivibile.





 

I pomodori continuano a produrre malgrado la peronospora li abbia colpiti per tutta l'estate e anche prima. Abbiamo fatto diverse bottiglie di salsa e il resto è andato a finire nelle insalate. Cetrioli: nulla di cui lamentarsi. Melanzane: a volontà - adesso le piante si stanno "calmando", prima non riuscivamo a stargli dietro.




 

Le olive promettono bene. Gli alberi hanno un carica degna di riguardo. I pessimisti dicono che da qui a novembre c'è ancora troppo tempo per cantare vittoria. Questo è vero - tuttavia almeno nel mio terreno il problema potrebbe essere solo un attacco da parte della mosca olearia. La proprietà infatti non subisce i venti fortissimi da nord, nord-ovest essendo riparata al 100% da una cresta collinare. Mi aspetto abbondante olio, quest'anno.





Questo settembre sta viaggiando molto sull'asciutto. Niente pioggia, poco umido, zero zanzare, fresco la sera e tutto sommato anche durante il giorno la temperatura è mite, sopportabilissima: e per dirlo io...

Sono andato diverse volte al mare. Infrasettimana le spiagge sono tornate deserte e l'acqua, tiepida, è un incanto. Vado a fare il bagno molto sul presto e resto a nuotare oltre 40 minuti, tanto è bello il contatto con il mare - il mare dei miei vent'anni.

Niente meduse nè catrame nè sabbia di cui non ti liberi. La vecchia cara ghiaietta semi fine di granito tipica di queste parti, qualche gabbiano e montagne verdi a fare da sfondo.

Non mi stanca mai questo "mio" territorio pieno zeppo di vita e di ricordi. Lo raffiguro nei miei acquarelli e vorrei che durasse così immutato per sempre.


Energia Tirrenica, cm 23 x 31



Il piccolo club nautico a S.Gregorio di Capo d'Orlando, ME - cm 31 x 41

 

 



Prima luce dell'alba sulla spiaggia, cm 31 x 41





mercoledì 16 agosto 2023

La nostra cara vecchia estate Atlantica.

 

 


 

     

    Periodo di pausa prima della raccolta delle nocciole. Gli allarmisti meteo sono rimasti delusi: dopo le tre settimane di anticiclone di luglio essi già pregustavano il secondo giro. Ed era tutto un fiorire di titoli idioti: Caronte, Cerbero, Nerone si avvicina all'Italia... secondo l'abito modaiolo dell'allerta meteo in puro stile Studio Aperto.

Invece, dicevo, dopo luglio si è stabilita una serie ininterrotta di giornate con clima da sogno. Mai caldo oltre i 26 gradi, mai più umido del 50%. La sera fresco da dover mettersi il pile. Condizioni tipiche della nostra cara vecchia estate atlantica. Un clima meraviglioso quale non ricordavo da anni e anni.

E' questo il periodo in cui la campagna è stata tutta rasata e non c'è molto da fare (per fortuna). I noccioli sono lì che aspettano. Il raccolto quest'anno si preannuncia scarso. Quello che sarà, sarà.

 


 


Uno dei pochi uffici attuali è badare all'orto. Da anni lo abbiamo ridotto all'essenziale in modo da limitare sprechi e fatiche. Questa scelta è stata vincente: ci vogliono pochi minuti per innaffiare, poco tempo per rimuovere le erbacce e il prodotto ci basta e avanza.

Le piante di pomodoro sono state colpite dalla peronospora sin da giugno - tuttavia hanno dato quello che ci serviva in termini di frutti da insalata e da salsa. Forse il clima asciutto ha contribuito a limitare i danni.



sopra: piante di Ciliegino con peronospora. Si notano sulla sinistra i fusti giallognoli e una generale scarsità di fogliame.


sotto: varietà Honey Moon in maturazione e una ciotola con Costoluto Fiorentino





Non mi interessa fare altro, bici, turismo ecc. - mi godo giorno per giorno questa pausa dai lavori facendo passeggiate in campagna. Mi spingo fino in alto, dove c'è il bosco di querce anch'esso ripulito - e un panorama magnifico. Ogni cosa qui è sempre la stessa ed è questo che mi piace.

Sempre lo stesso profumo della Bella di Notte, dalle 19 in poi. Sempre gli stessi cieli azzurri intensi la mattina e rosati al tramonto, sempre lo stesso pane casareccio, gli stessi versi degli uccelli, gli stessi odori, la stessa frescura in certe specifiche curve della statale percorrendola in macchina.

 


 

 

E mi ha fatto piacere giorno 13 partecipare di nuovo alla processione locale di Sant'Antonio Abate. Era stata interrotta per due anni a causa del virus venuto dalla Cina. Non è stata dimenticata, la nostra vecchia cara processione. Non è vero che queste cose necessariamente si perdono. Per questo vi ho preso parte - non per una una mera questione religiosa. E' una cosa che sento anche "mia", in un'Italia in cui pullulano le feste multietniche e le celebrazioni arcobaleno.



In questo clima sereno sotto ogni punto di vista passo spesso i pomeriggi a dipingere acquarelli. I paesaggi sono ispirati a questi posti - in particolare la spiaggia solitaria di Torre del Lauro dove pregusto di recarmi a fine settembre a fare il bagno e dormire in tenda. Quando le scuole avranno riaperto e tutti saranno andati via lasciando un mare silenzioso e tiepido che lascia intravedere uno per uno i ciottoli sul fondo.



in alto: Trasparenza (Torre d. Lauro, ME) - acquarello cm 48x36


in basso: Scoglio a Torre del Lauro - acquarello cm 41x32






mercoledì 5 luglio 2023

Un'estate con l'erba verde. Arance e vecchi ricordi portati dalla pioggia.

 

 


 

Vita di campagna ormai a regime. Per la prima volta in tanti anni non c'è un filo d'erba secca nemmeno a cercarlo. E siamo a luglio. Neanche il tempo di decespugliare che già ricresce nell'arco di una settimana. Mai visti i papaveri a luglio - perlomeno qui.

A proposito di decespugliatrice vorrei rettificare quanto esposto in un mio post dell'anno scorso sulla macchina cinese Kasei che avevo acquistato. Mi ha dato un mare di problemi.

Si è rotto il serbatoio - tra l'altro in un punto "strano", non esposto agli urti. Sostituito il serbatoio si è rotto il tappo a tenuta, per cui fuoriusciva miscela durante l'esercizio, cosa abbastanza pericolosa. Il genio della meccanica che me l'ha riparata e venduta, nel chiudere la calotta di plastica ha strozzato il cavo della candela, così che ho dovuto fare un terzo viaggio - non esattamente dietro casa.

Finita qui? No. Sono andato a decespugliare il terreno di un'anziana e la macchina ha smesso di funzionare all'improvviso dopo un'ora circa di lavoro. Si spegne se accelero. Forse le membrane del carburatore. Forse ci vuole una regolata. Forse è vero quello che comunque pensavo:

1) non ci sono pasti gratis nella vita;

2) tendenzialmente le macchine cinesi FANNO CACARE

 

Che poi non è tanto il motore che è scarso, quanto certe parti vitali che lo accompagnano e portano a una continua gragnuola di riparazioni. 50 euro. 25 euro. 86 euro...

Tanto vale a questo punto fare quello che ho fatto:

1) trattenermi dal mandare affanculo il venditore dato che potrei averne bisogno;

2) comprare definitivamente una macchina NON fabbricata in Cina

Quindi ho comprato su internet da un sito serio la Kawasaki TJ53, di cilindrata doppia e con asta italiana (BluBird). Il livello di potenza e di polverizzazione dell'erba è micidiale e il peso un filo maggiore di quel cesso di macchina cinese.

Possa durare a lungo - non foss'altro per non rivedere le facce dei riparatori, che sono un misto di furbizia e inettitudine.

 

 

A livello di orto sono pronti i primi cetrioli e insalate. Pomodori inizia a rosseggiare qualcosa. Non li ho fotografati perchè ancora c'è poco da fotografare.

Piantate anche melenzane che sembrano floride.

Grandissimo successo con le arance. Vendute oltre 225 casse. Un record assoluto frutto probabilmente delle fioriture eccezionali dello scorso anno.

 


  

Naturalmente abbiamo tenuto per noi un paio di alberi in modo da non dover comprare frutta. Il clima tutto sommato fresco di giugno ha tenuto lontano la mosca dell'agrume, e le arance sono ancora in gran parte mangiabilissime.

Dal balcone vedo verde per terra. Un eterno prato verde che non accenna a seccare. Quest'anno è così. L'ultima pioggia è stata domenica scorsa. Ha lasciato un odore nell'aria - un odore intenso di campagna, di terra bagnata che in qualche modo mi riportava ai tempi delle villeggiature da piccolo, in un paese dell'Etna al tempo di  metà settembre. Quando l'estate stava per finire e si avvertiva quella tremarella da inizio imminente della scuola.

Ricordi di quando mio zio portava me e mio cugino a uno storico bar-pasticceria di Santa Venerina dove servivano una granita indimenticabile ed esponevano paste di mandorla a forma di cane, che faceva pena mangiare.

 

Oggi invece c'è un vento fresco e umido e un sole che va e viene oscurato da nuvole sparse. Viaggiano bianche e veloci su uno sfondo blu cobalto profondo.

Stamattina per prima cosa ho portato qualche fiore alla tomba del gatto che ci ha lasciato esattamente due anni fa, il 5 luglio. 

Erano le 7 e trenta di mattina e il sole era già altissimo.

 

 

giovedì 8 giugno 2023

Esordio in campagna con piogge record. Una notte in tenda sui Nebrodi.

 

 


 

 

Siamo in campagna, in Sicilia, da più di un mese - e scrivo qualcosa solo adesso. Maggio è stato un susseguirsi di piogge. Mai visto tanta pioggia in dieci anni. I primi dieci giorni giunto qui li ho vissuti con uno strano senso di "estraneazione". Ho faticato molto a prendere sonno e durante il giorno in qualche modo ho fatto quello che dovevo fare meccanicamente, senza forze nè entusiasmo. Non mi era mai successo.

Poi ho ripreso a dormire bene. Mi sono tornate le forze, come e più di prima. Ho continuato a decespugliare, a ripulire, a raccogliere nespole e arance. Le mie adorate arance Vaniglia, ad esempio -

 


 

 

A fine maggio è arrivato un vento da sud di oltre 50 Km/h, mai visto così violento. E' durato due giorni, e come tutte le cose che vengono da sud o da est ha fatto danno. Innumerevoli rami di nocciolo si sono rotti e da giorni sto/stiamo provvedendo a rimuoverli per evitare di farlo a luglio, con temperature da suicidio.

Il tempo non ha messo giudizio neanche nella prima decade di giugno: oggi 8 è il primo vero giorno di sole dopo giornate grigie, scure e piovose che hanno causato difficoltà ai pannelli fotovoltaici.

 

 

Una magnifica parentesi è stata l'escursione in tenda fatta con l'amico Luigi il 29-30 maggio. Ci siamo recati di pomeriggio sulla dorsale Castell'Umberto-Ucrìa (ME) percorrendo un'antica via di transumanza sino a una località di mia conoscenza molto panoramica. Da lì è possibile vedere l'Etna, le isole Eolie e il Monte Sori, la cima più alta dei Nebrodi.

 




sopra: paesaggio primaverile a portella S.Marco, m.1200

 

 

sotto: in tenda sui Nebrodi, m.1143

 




 

 

La cena e il tramonto sono stati davvero magnifici. Durante la notte siamo stati ripetutamente disturbati dai cani di due diverse greggi di capre. La capacità che hanno i cani di rompere le balle è qualcosa che non finisce mai di stupirmi.

L'alba, asciutta e soleggiata, è stata davvero incantevole. Alle 9 abbiamo levato le tende e fatto ritorno alle auto.






Ritornando alla campagna e ai relativi lavori - tutto prosegue come sempre. Orto avviato, sorgente d'acqua ripristinata ecc. -  la sera ho sonno già alle 22. Non ce la faccio a resistere oltre. La luce invade la stanza già alle 5 e trenta. Per fortuna la notte riesco di nuovo a dormire bene.