Sno = neve
Slask = neve bagnata
Il mio viaggio e la neve: una compagna che ha fatto la sua prima apparizione in Svizzera, già il terzo giorno sui pedali. Da Pontresina in poi era abbondante ai lati delle strade - il sole la scioglieva in rivoli d'acqua che ghiacciavano durante la notte e la mattina costituivano pericolosissime lastre scivolose presenti nelle zone in ombra. Ad Ardez (CH) rischiai di cadere; per fortuna avanzavo con prudenza avendone anticipato la presenza: per strada non si può dormire, c'è sempre una piccola o grande minaccia in agguato.
Dalla Svezia centrale in poi il manto bianco era onnipresente ai lati delle strade. 30 km prima di Borlange ci fu una violenta nevicata che si scatenò nel pomeriggio. Mi accampai in un'area attrezzata per i picnic e i barbecue ai margini di un parcheggio, sotto una tettoia chiusa su tre lati. Nevicò per tutta la notte - l'umidità aumentò enormemente, e con essa la percezione del freddo. Il mattino dopo apparve un mondo in bianco e nero e capii che il viaggio in Scandinavia era entrato nel vivo. Il margine stradale era ridotto ma pedalabile; una volta spinta la bici a fatica sulla strada mi disputai lo spazio della carreggiata contro tir e auto e raggiunsi Borlange.
Neve e bici sono un'accoppiata formidabile ai fini del senso di avventura. La presenza stessa della neve spinge le persone ad essere più ospitali nei confronti del ciclista. A me la neve è sempre piaciuta, ma non per lo sci, sport che non ho mai apprezzato e che giudico pericoloso e mondano: mi piace la monocromaticità della neve, il senso di pulizia e di magia che essa spande sulle cose dell'uomo e della natura.
Cercherò ancora la neve. Quando sarò in Sicilia la cercherò sull'Etna, sulle mie montagne. Ricordo che quando con i miei genitori si andava certe domeniche d'inverno a fare una gita sul grande vulcano, facevamo a gara a chi avvistava per primo la prima chiazza di neve lungo la strada. E quella gioia, quella trepidazione, sono rimaste immutate dentro di me. Forse è questo che la neve vuole ricordarci: che in fondo siamo un po' tutti - alle volte - degli eterni bambini.
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