Ho voluto aprire questo post sulla seconda parte della mia escursione con un'immagine che evoca il leggendario brano dei Blind Faith, un mantra di 15 minuti che si apre e si chiude con una ricetta semplicissima sulla ricerca della felicità: fai quello che ti piace.
Il tardo pomeriggio, la sera, la notte al rifugio del Forte di Orino sono stati un crescendo di soddisfazione e di gioia.
- dapprima ho ingannato il tempo raccogliendo legna, quindi ho posizionato il treppiede per la rituale fotografia del tramonto:
in alto: il sole scompare dietro le Alpi.
Nikon D7000, Sigma 8-16mm f/13 1/5sec. iso 100
exp. combinata 0, +1.3 EV
Il rifugio è diviso in due parti: una di proprietà privata - l'altra aperta, a disposizione degli ospiti e provvista di due piccoli ambienti dotati di caminetto. Ritiratomi dentro, ho preparato una bevanda calda, poi ho sintonizzato la radio, lusso che non mi faccio mancare mai in queste uscite. Sono stato molto fortunato: sono atterrato su una stazione fantastica, si chiama Lifegate.
105,1 in FM. Un'apoteosi. Prima vecchi brani jazz, poi pezzi storici suonati a Woodstock, infine struggenti canzoni inglesi e americane degli anni Settanta, il meglio del meglio e senza interruzioni pubblicitarie.
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prima il dovere (raccogliere legna), poi il piacere (orzo caldo) |
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il piccolo rifugio al Forte di Orino, m.1134 |
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la cena a base di polenta e salsicce al pollo e tacchino di Francesco Amadori. |
La quiete della serata è stata piacevolmente interrotta intorno alle 21. Ho sentito bussare, ho aperto e una decina di runners ha pacificamente invaso la stanza. E' stato un incontro bellissimo: tutta bella gente sportiva e felice. Traspariva dai loro visi la soddisfazione e una certa gioia di vivere - ho scattato una foto che li ritraeva tutti insieme. Sono stati con me venti minuti e infine sono andati via.
Per oltre un'ora mi sono goduto il caldo del camino acceso, le note di quella favolosa stazione radio e un libro di Mario Tobino che parla di vicende coloniali italiane in Libia. L'ultimo brano trasmesso prima di spegnere e ritirarmi dentro il saccoletto è stato un romantico pezzo dei Dire Straits.
sopra: il pernottamento.
Sotto il saccoletto invernale ho disposto un foglio di plastica
e il materassino Thermarest ( non visibile ).
Il secondo giorno sveglia alle cinque del mattino. E' ancora buio quando faccio colazione e rimetto a posto le mie cose. Ho fatto una sosta simbolica di cinque minuti al Forte, una specie di mio raccoglimento, quindi ho iniziato la marcia di rientro.
Ho camminato per chilometri nel silenzio rotto soltanto dal cinguettìo degli uccelli, in una pallida luce di una giornata umida. Dato l'orario e l'assenza di altre persone, gli avvistamenti di caprioli non si contavano.
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ore 7 del mattino, la montagna si risveglia |
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lungo la marcia di ritorno, solitaria e contemplativa |
Prima di affrontare il sentiero per Brinzio ho di nuovo indossato le ghette. Con prudenza ho affondato le gambe nella neve, superato alberi caduti, ascoltato il rumore del torrente, assaporato fino all'ultimo la bellezza come la intendo io - in altre parole, la vita che desideravo avere e che ho voluto -
- compresa quella certa gioiosa malinconia che si prova al rientro da una bella esperienza, e che affido alle parole di Jerome K. Jerome scritte 115 anni fa, per chiunque abbia la pazienza di leggerle.
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sul sentiero di ritorno, in Val d'Intrino |
" In complesso è stato un piacevole Bummel " disse Harris. "Sono contento di tornare a casa, eppure mi dispiace che sia finito; non so se rendo l'idea. "
" Che cos'è, precisamente, il Bummel? " domandò George. " Come lo si potrebbe tradurre? "
" Io lo definirei un viaggio, lungo o breve " spiegai. " L'unica regola fissa, nel Bummel, consiste nel ritornare entro un dato tempo al punto di partenza. Talvolta si va per strade affollate, talvolta attraverso campi e sentieri, talvolta si dispone di poche ore oppure di qualche giorno. Ma, breve o lungo che sia il viaggio, e dovunque ci conduca, il nostro pensiero è sempre fisso sulla sabbia che scorre nella clessidra. Chiniamo la testa in cenno di saluto e sorridiamo a molte persone che incontriamo; con qualcuna sostiamo a far quattro chiacchiere, oppure ci accompagnamo per un tratto. Vediamo molte cose interessanti e spesso ci sentiamo un po' stanchi. Però, nel complesso, ci siamo divertiti, e la fine del Bummel desta in noi un po' di rammarico. "
Jerome K.Jerome, Three Men on the Bummel, 1900
desidero ringraziare il personale del Parco del Campo dei Fiori a Brinzio, che mi ha aperto l'ufficio al di fuori dell'orario di apertura e mi ha fornito una magnifica mappa particolareggiata e gratuita di tutti i sentieri della zona.
...e i conduttori di Radio Lifegate per l'indimenticabile serata musicale.