sabato 21 marzo 2015

La Linea Cadorna e il Forte di Orino, parte 2 di 2.




   Ho voluto aprire questo post sulla seconda parte della mia escursione con un'immagine che evoca il leggendario brano dei Blind Faith, un mantra di 15 minuti che si apre e si chiude con una ricetta semplicissima sulla ricerca della felicità: fai quello che ti piace.

   Il tardo pomeriggio, la sera, la notte al rifugio del Forte di Orino sono stati un crescendo di soddisfazione e di gioia.
- dapprima ho ingannato il tempo raccogliendo legna, quindi ho posizionato il treppiede per la rituale fotografia del tramonto:

in alto: il sole scompare dietro le Alpi.
Nikon D7000, Sigma 8-16mm f/13 1/5sec. iso 100
exp. combinata 0, +1.3 EV


   Il rifugio è diviso in due parti: una di proprietà privata - l'altra aperta, a disposizione degli ospiti e provvista di due piccoli ambienti dotati di caminetto. Ritiratomi dentro, ho preparato una bevanda calda, poi ho sintonizzato la radio, lusso che non mi faccio mancare mai in queste uscite. Sono stato molto fortunato: sono atterrato su una stazione fantastica, si chiama Lifegate.

   105,1 in FM. Un'apoteosi. Prima vecchi brani jazz, poi pezzi storici suonati a Woodstock, infine struggenti canzoni inglesi e americane degli anni Settanta, il meglio del meglio e senza interruzioni pubblicitarie. 

prima il dovere (raccogliere legna), poi il piacere (orzo caldo)
il piccolo rifugio al Forte di Orino, m.1134

la cena a base di polenta e salsicce al pollo e tacchino di Francesco Amadori.

   La quiete della serata è stata piacevolmente interrotta intorno alle 21. Ho sentito bussare, ho aperto e una decina di runners ha pacificamente invaso la stanza. E' stato un incontro bellissimo: tutta bella gente sportiva e felice. Traspariva dai loro visi la soddisfazione e una certa gioia di vivere -  ho scattato una foto che li ritraeva tutti insieme. Sono stati con me venti minuti e infine sono andati via. 

   Per oltre un'ora mi sono goduto il caldo del camino acceso, le note di quella favolosa stazione radio e un libro di Mario Tobino che parla di vicende coloniali italiane in Libia. L'ultimo brano trasmesso prima di spegnere e ritirarmi dentro il saccoletto è stato un romantico pezzo dei Dire Straits.


sopra: il pernottamento.
Sotto il saccoletto invernale ho disposto un foglio di plastica
e il materassino Thermarest ( non visibile ).


   Il secondo giorno sveglia alle cinque del mattino. E' ancora buio quando faccio colazione e rimetto a posto le mie cose. Ho fatto una sosta simbolica di cinque minuti al Forte, una specie di mio raccoglimento, quindi ho iniziato la marcia di rientro.

   Ho camminato per chilometri nel silenzio rotto soltanto dal cinguettìo degli uccelli, in una pallida luce di una giornata umida. Dato l'orario e l'assenza di altre persone, gli avvistamenti di caprioli non si contavano.

ore 7 del mattino, la montagna si risveglia


lungo la marcia di ritorno, solitaria e contemplativa

   Prima di affrontare il sentiero per Brinzio ho di nuovo indossato le ghette. Con prudenza ho affondato le gambe nella neve, superato alberi caduti, ascoltato il rumore del torrente, assaporato fino all'ultimo la bellezza come la intendo io - in altre parole, la vita che desideravo avere e che ho voluto -

- compresa quella certa gioiosa malinconia che si prova al rientro da una bella esperienza, e che affido alle parole di Jerome K. Jerome scritte 115 anni fa, per chiunque abbia la pazienza di leggerle.

sul sentiero di ritorno, in Val d'Intrino

    
" In complesso è stato un piacevole Bummel " disse Harris. "Sono contento di tornare a casa, eppure mi dispiace che sia finito; non so se rendo l'idea. "
   " Che cos'è, precisamente, il Bummel? " domandò George. " Come lo si potrebbe tradurre? "
   " Io lo definirei un viaggio, lungo o breve " spiegai. " L'unica regola fissa, nel Bummel, consiste nel ritornare entro un dato tempo al punto di partenza. Talvolta si va per strade affollate, talvolta attraverso campi e sentieri, talvolta si dispone di poche ore oppure di qualche giorno. Ma, breve o lungo che sia il viaggio, e dovunque ci conduca, il nostro pensiero è sempre fisso sulla sabbia che scorre nella clessidra. Chiniamo la testa in cenno di saluto e sorridiamo a molte persone che incontriamo; con qualcuna sostiamo a far quattro chiacchiere, oppure ci accompagnamo per un tratto. Vediamo molte cose interessanti e spesso ci sentiamo un po' stanchi. Però, nel complesso, ci siamo divertiti, e la fine del Bummel desta in noi un po' di rammarico. "

Jerome K.Jerome, Three Men on the Bummel, 1900



desidero ringraziare il personale del Parco del Campo dei Fiori a Brinzio, che mi ha aperto l'ufficio al di fuori dell'orario di apertura e mi ha fornito una magnifica mappa particolareggiata e gratuita di tutti i sentieri della zona.

...e i conduttori di Radio Lifegate per l'indimenticabile serata musicale.

2 commenti:

  1. Continua a fare quello che ti piace e fallo anche con un pensiero sempre a chi non può.
    Non parlo solo di me che ,a parte qualche sogno che resta nel cassetto, tutto sommato faccio quello che mi piace e ho una vita felice e soddisfacente: parlo di quelle persone che hanno dei vari problemi che impediscono di fare ciò che piace.

    Radio LifeGate è abbastanza conosciuta qui, ma secondo me è un po' troppo moscia. Per una notte di quel tipo ,però, direi che è l'ideale.

    Bella la descrizione dei runners : "sportiva e felice. Traspariva dai loro visi la soddisfazione e una certa gioia di vivere".
    E' molto bello quando si ha addosso quella luce che attrae, che colpisce, che mette a proprio agio anche gli altri.
    Quando a me riesce di averla mi sento veramente alla grande, attacco bottone con tutti e riesco a starci bene, tutto mi sembra semplice e la vita è una cosa magnifica.

    Molto bella la definizione di "Bummel". E' una sensazione che provo spesso.

    Capisco che nelle bivaccate si va a letto presto e non si dorme benissimo, e quando si è in piedi non si ha più granchè da fare, oltre ad avere una sensazione di disagio per non potersi lavare e sistemare bene, capisco anche che lì sarebbero arrivate presto un mucchio di persone..... però tu sei veramente mattiniero!

    Ovviamente ognuno fa ciò che gli pare, ma tanto per chiacchierare:
    E' una cosa che ho visto fare spesso: escursionisti che alla mattina ripartono alle 6 per...tornare semplicemente a casa. E nemmeno abitano distanti. Arriveranno a casa al massimo alle 9 e non sapranno cosa fare per tutta la domenica.
    Idem in moto (ho fatto poche escursioni con pernotto, ma molte tendate in moto) : tantissimi motociclisti ripartono prestissimo per casa (magari a 100-200 km) e io e moglie ,che purtroppo o per fortuna siamo sempre gli ultimi, restiamo (coi capelli arruffati e il terzo caffè in mano) a guardarli partire uno dopo l'altro, mentre la nostra tenda è ancora lì da smontare. :D
    Sì, siamo anche parecchio lenti... :(
    E' che detesto smontare baracca e burattini e ricaricarli sulla moto. E farlo di mattina presto è ancora peggio. :)

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    1. La notte al piccolo rifugio del Forte di Orino è stata memorabile, la ricorderò sempre con piacere. Le prealpi varesine sono spesso snobbate ma proprio grazie alla quota media di 1000 metri consentono di assaporare la montagna anche in pieno inverno, quando altrove metri di neve e ghiaccio la rendono di fatto inaccessibile.

      In genere io mi sveglio automaticamente molto presto. Mi alzo perchè nel saccoletto resto sveglio e se mi riaddormento, non so perchè, faccio sogni strani e mi viene il mal di testa. Come appassionato di fotografia, per me la luce del primo mattino è sacra e faccio di tutto per non perdermi l'alba. Che con una tazza di caffè in mano è fantastica... li chiamano "momenti Nescafè"... non a caso !

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