Da giorni il cielo è livido e non c'è abbastanza freddo. Insiste l'orrendo vento di scirocco - non si riesce a liberarsene. Così, per tentare di sfuggir(gli) ho passato una giornata nel "salotto" dei Nebrodi: le grandi faggete di Mangalaviti e Serra del Re.
Il vento micidiale di due settimane fa ha spogliato gli alberi di molte foglie - tuttavia meno di quanto mi sarei aspettato, e la carrareccia che da Mangalaviti giunge a Portella Scafi è come sempre un incanto:
Intorno alle 9 raggiungo Portella Scafi (m.1455), unico punto da cui il panorama si apre verso Monte Soro, la cima più alta dei Nebrodi. La visibilità è comunque limitata dal pulviscolo atmosferico. Riprendo a salire per un breve tratto verso Portella Balestra e quindi imbocco un tratto molto accidentato che si dirige a est verso Serra del Re.
sopra: il paesaggio nei pressi di Portella Scafi, Nebrodi
sotto: lungo il tratto isolato che conduce a Serra del Re
Le piogge torrenziali hanno scavato ulteriormente il letto dei tre torrenti da attraversare. I primi due sono facili; il terzo non lo è per nulla.
La faggeta di Serra del Re gareggia in bellezza con quella di Mangalaviti. Pedalo su un tappeto di foglie in una solitudine assoluta; il vento pur se di scirocco è piuttosto fresco a queste quote (m.1700 circa).
in alto: meravigliose faggete in località Serra del Re (m.1750)
sotto: il tratto isolato compreso tra Serra d.Re e la Dorsale dei Nebrodi
Non si pensi che seppur in discesa si possa procedere a velocità sostenuta: bisogna fare attenzione a non impantanarsi in mille rivoli, destreggiandosi tra fango e pozzanghere. Intorno alle 13 raggiungo di nuovo la Dorsale dei Nebrodi e riprendo a scendere. Faccio sosta per mangiare qualcosa appena oltre P.lla Scafi, sotto una debole pioggia.
Ormai il giro è quasi terminato. Mi godo dalla sella della bici la non ripida discesa verso Case Mangalaviti, in un tripudio di gialli e arancioni che richiedono diverse fermate fotografiche.
Poco prima di giungere alla macchina incontro numerosi cavalli al pascolo. Le nuvole basse hanno formato un "mare" che si arresta alle imponenti pareti delle Rocche del Crasto. Sono un po' stanco per l'impegno fisico ma soddisfatto di aver rivisto un'altra volta queste bellissime faggete.
Essere qui ogni anno costituisce un privilegio, e di questo sono pienamente consapevole.
sopra: aspetti del paesaggio in località Case Mangalaviti, m.1250
in basso: un mare di nuvole occupa la valle del torrente Rosmarino
sotto: mappa del percorso di 25 Km (Mapy.cz). Il dislivello totale è di 780 metri; il tratto compreso grosso modo tra i punti 2) e 3) è molto accidentato e sono previsti tre guadi, il terzo dei quali parecchio impegnativo
Trentanni fa circa mio cugino Gigi innamorato della sua terra e del silenzio del vento comprò un vero fuoristrada di terza mano e con quello con il sottoscritto a bordo, rifece certi percorsi che aveva già compiuto anni prima a piedi. Queste zone che tu hai attraversato in bici io le vidi allora e non le ho più dimenticate. Guardo le foto e nulla sembra cambiato, è una consolazione grande. Tutto il post poi è una sinfonia d'autunno, non ci si stancherebbe mai di guardarlo. A quel tempo noi entrammo dal fiume Flascio salendo dalla statale sopra Maniace; a intervalli di mesi in tre anni girammo i Nebrodi in lungo e in largo dal biviere di Cesarò alle rocche del Crasto, a Serra del re, al lago artificiale di Maulazzo...Mangalaviti con la sua faggeta fittissima. Una meraviglia che hai ridestato in me. Grazie.
RispondiEliminaÈ un appuntamento annuale, questo d'autunno sulla faggeta, cui NON riesco a mancare. Viene di fermarsi ogni dieci metri, tanta è la Bellezza. A breve i faggi perderanno tutte le foglie e resterà solo un tappeto rosso per terra. Il massimo è adesso.
EliminaGrazie per l'apprezzamento!
Sempre splendide, le tue foto!
RispondiEliminaUn autunno pieno di colori... oggi sono andata anche io, con i miei due figli, a scarpinare per un bosco vicino. Sono molto fuori allenamento ma ne è valsa la pena!
Buona serata,
Si in genere la prima uscita è un po' stancante. Dalla terza in poi il corpo inizia a "ingranare". Insisti!
EliminaUn saluto :-)
Lo sapevi che nel bosco di mangalaviti si trovano grandi distese di aglio orsino a primavera? Dell' aglio orsino si possono mangiare le foglie che rispetto all'aglio comune hanno un sapore più leggero e sono anche più digeribili. La scorsa primavera ne abbiamo raccolto un po' per congelarlo.
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