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"Bello qui lo avete proprio sistemato bene", dice sempre chi capita di passare per la campagna di Lupolibero-
Questi giorni di caldo feroce mi ricordano l'estate del 2013, quando qui c'era da fare, o rifare, praticamente tutto. Balconi disastrati, infissi marci, intonaci sgretolati, serramenti da sostituire. Il tutto in assenza di bagno, doccia, lavandino: un inferno di caldo in cui ci muovevamo impastando cemento, respirando cemento, coricandoci con polvere di cemento addosso, sfiniti e sudati e in attesa di un'altra alba torrida con sole implacabile e fatiche da incubo. Non so quanti avrebbero desiderato essere al mio posto, intendo dire in quel periodo.
Sento molto spesso parlare di sogni con frasi alla Susanna Tamaro: "Raccogli il tuo sogno" - "Apri la porta del tuo cuore ai tuoi sogni" ecc.
Sembra quasi che esista una specie di frutteto dei sogni, in cui uno passa e raccoglie quello che desidera.
Nella vita non ci sono pasti gratis. I sogni sono belli, e io sono il primo a dirlo, ma richiedono energia, lavoro e dedizione.
Quindi prima di pensare al "raccolto", bisognerebbe chiedersi e rispondersi in tutta onestà: "ma io quanta energia sto mettendo effettivamente sul piatto ?".
Energia e fatica sono i motori concreti del sogno; la fantasia è il motore teorico, o filosofico se vogliamo.
Fare filosofia è facile, quasi sempre piacevole-
Sudare lo è molto meno-
Se un sogno stentiamo a realizzarlo possono esserci mille motivi, ma sicuramente, alla base, c'è un deficit energetico. Forse non ci teniamo più di tanto, o forse abbiamo paura - fatto sta che molti si limitano a restare nel campo della fantasia, non volendo sporcarsi le mani.
Forse il sogno, una volta realizzato, non corrisponde esattamente a quello che pensavamo, e forse saranno necessari cambi di rotta.
Ma un cambio di rotta è meglio dell'immobilismo, in ogni caso.
L'immobilismo che si alimenta di fantasie non serve a nulla-non produce nulla.
Muore con noi, e basta.
Energia, ci vuole.
Dopo, e soltanto dopo, si può sperare di "vivere di rendita".
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