lunedì 27 febbraio 2012

Cosa penso del catastrofismo

Etna - eruzione del 1971.
Il 2012 è l’anno delle fanfare catastrofiste. Non contente del fatto che il mondo è rimasto nel bene e nel male ancora in piedi dopo l’inizio del nuovo millennio, per qualche oscuro motivo legato al calendario Maya queste fanfare profetizzano per il termine di quest’anno la tanto attesa fine.
L’umanità ha sempre annoverato profeti di sventura; J.F.Rutheford, che subentrò nel 1916 a C.T.Russell, fondatore dei Testimoni di Geova, annunciò ad esempio la fine del mondo nel 1941. Io questo lo ricordo sempre ai signori Testimoni che vogliono evangelizzarmi con il sacro testo in mano e la verità assoluta nella tasca destra.
Al di là di questi casi specifici voglio però esaminare gli aspetti psicologici che animano tali profeti - non mi riferisco ai Testimoni, ma ai catastrofisti comuni. Innanzitutto essi hanno una personalità di tipo infantile e tendente allo stupore: si agitano con estrema facilità per notizie che tutti gli altri considerano sciocchezze. Sono affascinati e magnetizzati da trasmissioni televisive studiate a tavolino per loro, come Voyager. Queste trasmissioni hanno solo una parvenza di carattere scientifico, non forniscono risposte e lasciano volutamente le cose in sospeso; in poche parole sono fatte apposta per abbindolare questo tipo di personalità puerile, che aspira al mistero in quanto tale senza chiedere la minima spiegazione logica.
Su questa personalità ha terreno fertile un altro aspetto – ci arrivai per intuizione un paio d’anni fa: il catastrofismo è un ottimo alibi. Per cosa? Per non migliorare mai la propria vita, crogiolandosi nella pigrizia e nell’inerzia. Esempi pratici: a che scopo impegnarmi a smettere di fumare se tanto il mondo andrà a rotoli ? oppure: io detesto il mio lavoro, ma a che scopo cercarne un altro se tanto arriverà l’olocausto ? ecc…
Molti catastrofisti sono acuti osservatori delle vite altrui; sono attenti ad annotare questa o quella sfortuna capitata ad altri, e ciò gli serve ad alimentare la loro tesi: fare, migliorare e costruire non serve a nulla perché la vita è come un castello di sabbia - prima o poi crollerà. Sono pronti a scoraggiare iniziative di lungo periodo, invocando punizioni divine o ambientali che presto o tardi giungeranno. Affermano che l’umanità è sull’orlo della fine a causa delle continue guerre, ma basterebbe che leggessero qualche pagina di storia per rendersi conto che la nostra NON è affatto un’epoca particolarmente conflittuale. Purtroppo leggere costa fatica – è molto più facile per costoro stravaccarsi sul divano e sorbirsi le scemenze propinate dalla loro magnifica televisione a schermo piatto.
Io ne ho piene le scatole dei catastrofisti – mi sono sempre stati sull’anima. Dovrebbero svegliarsi e iniziare a crescere una buona volta. Non credo che la fine del mondo arriverà nel 2012 a causa dei Maya o degli Indiani d’America o degli extraterrestri - né arriverà gli anni successivi. Ammiro Colombo, che attese per dieci anni le sue navi e nel frattempo fu spernacchiato e deriso per tutta Europa.
Per fortuna detrattori e catastrofisti costituiscono solo una minoranza dell’umanità: una minoranza di perdenti.

1 commento:

  1. Tutti si stupiscono della sapienza dei popoli antichi, delle capacità predittive, della geometria e della fisica da essi conosciuta: se un ragazzino delle scuole medie tornasse indietro nel tempo diventerebbe un dio per quei popoli.
    Voglio dire che padroneggiamo molta più matematica e fisica alle scuole medie e superiori di quanta ne padroneggiasse un sacerdote maya o azteco. Ce ne siamo dimenticati a causa di aberrazioni televisive massificanti che invogliano al non applicarsi, al non apprendere, al non approfondire.
    Non ho mai conosciuto una persona appartenente alla categoria “catastrofico-profetica” che avesse capito le scoperte fatte dagli scienziati, quelli veri, quelli che hanno fatto fare all’umanità passi epocali, che hanno consentito cure mediche, computer, viaggi spaziali (…ad infinitum….).
    Però sanno tutto di alieni religioni, antichi popoli, sempre esotici poi…maya, egizi, aztechi, che noia: ma li vogliamo per caso paragonare agli antichi greci, padri della matematica o ancora alla grandezza del popolo romano? l’efficienza di un acquedotto romano contro la semplicità, lo spreco di risorse e l’inutilità di una piramide…..tu ammiri Colombo, io ammiro Giordano Bruno, uomo dei giorni nostri che ha pagato nel peggiore dei modi l’essere in vita nell’epoca buia.
    Comunque va bene anche Colombo…..


    http://it-it.facebook.com/note.php?note_id=185033521516731

    a proposito della fine del mondo: la vera fine?
    nucleazione della bolla

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