Il defunto riposa in pace. Sulla destra il registro delle offerte. |
Prendersi gioco di persone o istituzioni che in qualche modo ci tengono assoggettati è sempre piacevole; questo lo sanno bene gli studenti, sempre pronti a fare il verso agli insegnanti più antipatici e a ridere di loro quando gli capita qualche inconveniente. Nel corso della vita questa voglia di ridere si ripresenta spesso, perché ridere dell’autorità ci fa sembrare più sopportabile l’autorità stessa.
Gli ultimi dieci anni passati da lavoratore dipendente non è che per me siano stati fonte di divertimento, semmai potrei definirli una vasta palude di monotonia con rari momenti di gioia, di gratificazione. Una volta soltanto però, e fu memorabile, mi feci tante di quelle risate da non poterne più.
Ebbene, un paio di anni fa l’azienda dove lavoravo doveva festeggiare non ricordo bene cosa, e in quell’occasione l’invito era rivolto anche al pubblico esterno. Ci fu gran movimento di lucidatura, pulizia e abbellimento dei grigi capannoni lombardi. Furono ordinati anche piante e fiori. In particolare qualcuno ebbe la felice idea di collocare un cuscino di fiori simili ai crisantemi su un mobile del locale reception. Il fatto è che il mobile era di noce scuro lucido, e quella composizione sembrava esattamente una corona da morto. Non appena la voce cominciò a circolare iniziò una lunga processione di dipendenti che si recavano a curiosare, rendendo omaggio alla salma immaginaria e scattando fotografie alla lugubre composizione. L’addetto alla reception, il signor G., da buon siciliano faceva le corna e si toccava i marroni. Come se non bastasse qualcuno appoggiò un blocco per appunti vicino al cuscino funerario, tanto che sembrava ci fosse anche il registro per le offerte.
Ora c’è da dire che io sono sensibilissimo al cosiddetto humour nero, di cui gli inglesi fanno largo uso. Se poi a questo aggiungiamo quel desiderio di ridere “dell’autorità” di cui dicevo all’inizio, è facile immaginare che ciò ebbe su di me un effetto esilarante devastante. In pratica iniziai a ridere alle dieci del mattino, quando fu annunciata la presenza del defunto, e smisi alle 19 circa, quando finii di raccontare la vicenda a casa.
Non dimenticherò mai quel giorno di sane, liberatorie risate. Rammento anche che a seguito del troppo ridere mi venne un mal di testa doloroso e resistente ai farmaci, localizzato nella zona occipitale sinistra.
Questo mal di testa durò due giorni e fu fastidiosissimo - ma ne valse la pena.
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