giovedì 20 marzo 2014

Pietre


Sveglia alle 4,30 del mattino. Mi metto in auto e attraverso campagne immerse nel buio raggiungo Floresta, m.1400 - sta albeggiando e da una curva appare il versante nord dell'Etna.

Ancora intontito percorro a piedi i vicoli del paese di montagna, affatto deserto. Pietre, muri, cornicioni, architravi decorati che parlano di un tempo che fu.
tra i vicoli di Floresta






Successivamente mi reco su un altopiano solitario e ventoso a monte dell'abitato - è un'area costellata da Pagliai di pietra. Voglio chiamarli così, mi sembra più naturale rispetto al nome che certi intellettuali hanno voluto dargli in tempi recenti: Tholos. I pagliai di pietra (pagghiara n'petra) erano semplici ricoveri per pastori a pianta circolare; in qualche modo richiamano i nuraghe. Alcuni sono stati recuperati, molti altri versano in cattive condizioni. Guardiani di un pianeta solitario che ha visto vento e neve da ere antiche, sono costruzioni modeste ma fiere, perfettamente inserite nel paesaggio.
Pagliaio di pietra, copertura
 

interno semicrollato in cui è cresciuto un albero
Sulla via del ritorno avvisto da lontano un pagliaio di pietra integro e ben conservato - apro la recinzione e lo raggiungo; fotografo, mangio qualcosa e ascolto brani dei Genesis che chissà perchè qui suonano particolarmente appropriati. Il vento fischia sull'altopiano, sempre più forte. Da questa altura vedo in lontananza, sulla strada in terra battuta, una quindicina di persone vestite di scuro e tre cani.
Mi sembravano cacciatori, invece sono carabinieri. Stanno cercando qualcuno o qualcosa. Si muovono in ordine sparso e perlustrano tutta l'area con attenzione. Gli chiedo se si è perduto qualcuno ma ottengo risposte vaghe, non approfondite.
Faccio conoscenza con uno di loro, è un appassionato come me; parliamo di fotografia per quasi mezz'ora: Nikon, lenti, software eccetera poi ci salutiamo. Forse faremo qualche uscita fotografica insieme - sì, forse. Arriva per loro l'ordine di andar via e vedo questa strana colonna d'auto che scende verso il paese.

Rimane il silenzio.
E anche un leggero, impalpabile, alone di mistero.

 

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