lunedì 10 marzo 2014

Etna nord

Galeotto fu quel libro e chi lo scrisse. Lo comprai vent'anni fa e l'ho riletto centinaia di volte, sognandoci sopra mille escursioni. Questa è la volta in cui voglio raggiungere il rifugio di Monte Maletto, isolato sul versante nord-ovest del vulcano, a 1700 d'altezza. E' un'occasione per ritornare sulla mia amata Etna armato di macchina fotografica.

Parto di buon mattino per valicare i Nebrodi e raggiungere Randazzo, quindi mi dirigo verso la montagna -  in contrada Rocca Mandorla, dove abbandonerò l'auto e proseguirò a piedi.
verso Rocca Mandorla
Inizio a camminare su un'antica mulattiera di pietra lavica, larga e aperta su sconfinati panorami. 
Dopo mezz'ora di marcia in salita entro nel bosco di conifere di Monte Spagnolo, cratere vulcanico ormai spento.
verso Monte Spagnolo

Da qui intercetto la strada altomontana, una pista della Forestale che compie quasi l'intero periplo dell'Etna alla quota media di 1600 metri. Nevica ogni mezz'ora.
inizia a nevicare nei pressi di M.Spagnolo, m.1547
la pista altomontana nei pressi di Monte Maletto
Dopo oltre due ore di marcia le condizioni del tempo peggiorano vistosamente. Intorno alle 13 inizia una tormenta di neve con venti anomali da est. Della deviazione per il rifugio non c'è traccia, o forse non l'ho vista io. Poichè però della segnaletica montana sicula mi fido pochissimo decido di ritornare immediatamente indietro prima che la situazione si metta male. Scatto un'ultima foto del punto in cui sono arrivato.
tormenta di neve in arrivo sul versante nord-ovest
Al ritorno, dopo un'ora di marcia, succede una brutta cosa: imbocco una deviazione non segnalata sulla destra. Somiglia alla pista, ma procede in salita. Faccio duecento, poi trecento metri sulla neve, prima di rendermi conto che qualcosa non quadra. Non vedo più le mie impronte sulla neve lasciate all'andata - 
è o non è la strada giusta?
Cerco di mantenere la calma - cosa più facile a dirsi che a farsi.
Controllo la carta
Sudo
Mi si appannano gli occhiali e non vedo niente
Continua a nevicare
Fa freddo
Mi accorgo con orrore che ho il respiro accelerato
Non posso accamparmi all'aperto: ci sono tutte le condizioni per l'assideramento: freddo+umidità+vento = la formula per l'assideramento
Devo scendere e basta, ritornare indietro.

Ma guarda che fottuto disastro. Ma tu guarda...
Torno indietro e scopro quasi piangendo che la strada era quella di sinistra. Ci sono le mie impronte!
Ritorno a respirare normalmente - si vede che non era ancora suonata la mia ora.
Decido di rientrare e pernottare al piccolo rifugio di Monte Spagnolo, a tre chilometri dall'andata.
Mi fanno male le anche e la schiena ma sono felice. Marcio verso la salvezza e sono di nuovo sulla mia strada.
Betulla Aetnensis nei pressi della pista altomontana
il rifugio Forestale di Monte Spagnolo, m.1440
al caldo e al sicuro - e la faccia la dice lunga

Il risveglio al mattino è magico, come sempre. Un mondo di neve, sembra di essere...
Mi rimetto in marcia in un silenzio surreale, non mancando di immortalare immagini struggenti di questa parte del vulcano in cui certamente ritornerò.
E' stato avventuroso, questa volta. Adesso faccio lo spavaldo, ma lo confesso ieri un po' di paura l'ho avuta. E' brutto l'odore della paura.

Grazie Etna.
pronto per una nuova giornata di lavoro
nubi temporalesche nei pressi di Monte Piluso, m.1358
vegetazione pioniera delle lave vulcaniche
il centro medievale di Randazzo, punto di partenza del percorso

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