venerdì 7 settembre 2018

La natura è stanca. Appunti di fine estate.








Come ogni anno, mi accorgo che la natura inizia ad essere stanca. Dei lunghi mesi estivi, di produrre fiori, di produrre frutti, di dare
Sono stanchi i pomodori, che però cercano di fare il loro dovere fino all'ultimo maturando sui filari piegati dal peso:






Sono stanchi i cetrioli dalle foglie enormi, dai frutti ormai deformi:






Sono stanchi i fiori nella fioriera di pietra, che ormai è inutile annaffiare come facevo ogni mattina dalla fine di maggio. E stanco è pure il basilico dell'orto, che a sua volta ha invece prodotto fiori - da tanto che si è fatto grande. Anche lui ha dato.


Fiori della pervinca ormai in declino



Fiori del basilico



E un po' stanco sono anch'io, dopo la raccolta delle nocciole. Anno record per la quantità. La qualità ha invece risentito delle piogge e dell'umido, che hanno portato la percentuale di marcio sino all'8% circa. Ho cercato di compensare essiccando le nocciole il più possibile, così da non farmele deprezzare più del dovuto. 
Un altro problema è stato l'erba alta che ha diminuito la resa della raccolta manuale. 
Tra qualche giorno abbiamo finito. E anche quest'anno i proventi sono sufficienti per ripagarmi le tasse, il carburante per motoseghe e decespugliatrici, le relative catene e lame - e se vogliamo mi piace pensare che mi ci sono comprato pure la bicicletta. 

Quindi per me va bene così, anzi va benissimo.
Sulla concorrenza da parte del mercato turco non ci posso fare niente, quindi è perfettamente inutile avvilirsi con discussioni del tipo "com'era remunerativo e felice il mercato della nocciola italiana quarant'anni fa": vuol dire che dovevo nascere negli anni Trenta e non nel 1972. Amen.





sopra: nocciole 2018 stese ad asciugare nell'aia;
quello di quest'anno è stato un raccolto record, ma
parecchie nocciole rimarranno non raccolte perchè
occultate dall'erba alta, altrettanto da record ( sotto ):







Diversi giorni fa ho raccolto fichidindia presso una campagna abbandonata qui vicino. Ho usato l'apposito attrezzo a bicchiere per prelevare i frutti mantenendo una distanza di sicurezza dalla pianta:






Ho aperto i fichidindia e li ho messi in frigo godendomeli a fine pranzo senza "spine piantate nella gola", chè le spine dei frutti agiscono solo a secco - e a contatto con la polpa o con lo strato di liquido sulla lama del coltello, si disattivano del tutto.


Fichidindia freschi e gratis.
Da anni me li godo come frutta di fine estate.




L'uva del pergolato è matura e gonfia dai numerosi giorni di pioggia di fine agosto. E' maturata anche quella che chiamo uva blu: la produce una vite che si trova sul muro in pietra. Si tratta di un'uva asperrima e immangiabile, ma i grappoli sono molto scenografici e non ho mai avuto l'animo di rimuovere la pianta.


Uva del pergolato, da viti rampicanti di circa 60 anni.


Un grappolo di fotogenica ma immangiabile "uva blu".




Questa sera ho raccolto un pomodoro speciale. E' venuto su da una pianta cresciuta accidentalmente sulla cenere di combustione di sterpaglie. Avevo curato questa pianta dandole un po' d'acqua nel corso dell'estate - forse quando la rimuoverò troverò una pentola d'oro:


Il pomodoro cresciuto sulla cenere.



La natura è stanca e un po' lo sono anch'io, dopo l'uscita in bici di ieri pomeriggio. Su per i monti che sono i miei monti - su fino a 1000 metri di quota sino al crinale dove c'è una quercia secolare che fa un gran rumore di foglie mosse dal vento. Poi giù per una pista sconnessa e sabbiosa, accidentata.  Paesi di Sicilia, bar con anziani che giocano a carte, la strada che serpeggia tra noccioleti.
Il ritorno a casa, una doccia, la cena, la notte, l'alba.

La luce di una nuova giornata sulle arance nuove, ancora verdi e durissime, che già mi parlano dell'anno prossimo.








15 commenti:

  1. Bellissime foto, come al solito... anche se la natura è stanca, è pur sempre verdeggiante e splendida!

    E, devo dire, ti invidio moltissimo i fichi d'india...

    A fine Agosto sono passata da mio fratello vicino Roma, e anche là si vedevano, in alcuni punti, bellissime piante di fichi d'india gialli. E pensavo: com'è che non se li prende nessuno? Se ci fossero qui ci sarebbe anche qualcuno che ha l'attrezzo per prenderseli...

    Che gusto ha il pomodoro cresciuto sulla cenere? Normale pomodoro o diverso?

    Buona fine estate!

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  2. Credo che i fichidindia gialli romani non li prende nessuno perché 1) non c'è fame diffusa; se ci fosse fame diffusa ma di quella seria, la gente mangerebbe anche il cartone buttato per strada. 2) il ficodindia non è alla portata di tutti; le spine scoraggiano, aprirli non è semplice. Infatti presso la grande distribuzione si trovano, ma non sono diffusissimi come le banane, che si aprono con un niente, non fungono, non sporcano, non pungono.

    Il pomodoro cresciuto per sbaglio era un incrocio tra un Belmonte e un Murano. Era molto dolce, più del normale. Altri tre o quattro giorni e si sarebbe disfatto.

    E qui ritorno a un mio punto importante: in campagna bisogna ESSERCI = essere presenti. Puoi anche possedere dieci ettari e autodefinirti "proprietario", ma se non ci sei e la terra la gestisci per interposta persona impartendo ordini al telefono a maestranze varie, essa non sarà mai "la tua" terra, e tu sarai sempre un estraneo.

    Un caro saluto.
    Cerca di essere felice -

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  3. Errata corrige: non fungono = non ungono.

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  4. L'etimo dei fichidindia lo conoscevo, quello dei pomodori no. L'altro pomeriggio ero in bici e c'era una famiglia di turisti settentrionali che era a piedi in queste zone; si erano imbattuti in un orto pieno di filari di pomodori, restando "ipnotizzati": sia i genitori che i figli sembrava non avessero mai visto dal vero com'è fatta la pianta vera e propria.

    Una cosa bella della campagna è proprio il fatto che si assiste in diretta a tutto il ciclo produttivo dei vegetali.
    Anche se spesso io personalmente salto la fase-seme.

    Eppure scopri e vedi che aspetto hanno i fiori dei pomodori, dei cetrioli, delle melanzane: fiori figli di un dio minore.

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  5. La "senape", in Veneto, è la mostarda.
    C'è quella veneta (che preferisco) e quella mantovana (che a me pare frutta candita con un fluido zuccheroso piccante, mentre nella mostarda veneta, chiaramente superiore :D :D, ci sono le mele cotogne, che danno consistenza e aroma!)
    Insomma, Veneto 1- Lombardia 0

    In Turchia hanno mele cotogne come se piovesse: posso cucinarmi la cotognata (esiste in Lombardia?).
    Qui le mele cotogne le mangiano pure crude, a fette con un po' di succo di limone sopra, e devo ammettere che sono buone.
    A me piacciono anche tagliate a fette, lasciate "asciugare" all'aria per un giorno o due, e mangiate quando sono leggermente parzialmente secche ma morbide.

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  6. Con quel Veneto 1-Lombardia 0 rischi di sollevare potenze infernali di portata sconosciuta. Sei una temeraria. ;-D

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  7. Anche nella mia loggetta, fiori e basilico stanchi.
    L'estate è inoltrata, ormai.

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    1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    2. Inizia ORA per me il periodo d'oro. Clima da sogno che incoraggia il lavoro fisico, pochissima gente tra le scatole e colori della natura sempre più spettacolari.

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  8. Lorenzo mantiene un po' di antico campanilismo. :)

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  9. Non mi toccare il pandoro!!!

    E sappilo, adesso sono in transferta nella più antica università del mondo (o seconda più antica? Boh).

    Potrei, in 4 orette di treno (o meno adesso?) capitare in terra Lombarda...
    ...se non avessi da lavorare domani e dopodomani, qui, in terra di San Marco :D
    (Sant'Antonio, dai).

    :D

    Ciao! (parola che deriva dal dialetto Veneto)


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  10. Ah ah ah!

    No, sono in missione segreta! :D

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  11. Certo che ho voglia di leggere. Anzi ho già dato un'occhiata veloce e mi pare che c'è "tutto". Veganesimo, femminismo, orientalismo eccetera.
    Io avevo già visto questo blog di Cassandra, e una cosa che mi ha infastidito è il fatto che l'autore mette subito le mani avanti: "ho ragione io". Che è già un'affermazione indegna di un uomo di conoscenza il quale dovrebbe sempre essere pronto a smentirsi di fronte ad argomentazioni valide.
    Si palesa in ciò lo stesso atteggiamento che ho reperito in tanti pseudo intellettuali assidui lettori del Venerdì di Repubblica cui pare di aver capito tutto del mondo e della vita - pronti a censurare e troncare sul nascere le (valide) argomentazioni contrarie.
    Mio padre ad esempio funziona così - messo davavnti a cifre e fatti compiuti che non gli garbano, si alza e se ne va. Tanto che ormai parlo solo di minchiate: mare pesce sole gite eccetera. Non si può fare altro.

    (e in questo periodo sono anche più esacerbati dall'emarginazione elettorale)

    Ma a te dico una cosa: per quanto la tentazione di controbattere sia irresistibile (ti conosco, e MI conosco), non perderci tempo più di tanto con questi professori autoreferenziati. E' più gratificante discutere con un Testimone di Geova. Dopo la polemica ti rimane uno strascico di rabbia repressa quasi indelebile.

    Se ti ricordi, ti avevo tempo fa linkato un altro personaggio - lo scrittore-marinaio Simone Perotti radical chic, ora cittadino del mondo eccetera. Ha scritto di recente un post delirante in cui dice che "il meticciato non è tutto uguale" e lui ha sempre fatto rotta verso sud o verso est. Cioè verso le parti più emarginate ma "autentiche" del mondo.
    https://www.simoneperotti.com/wp/2018/09/01/sta-finendo-qui/

    (ovviamente tutti questi apolidi cittadini globali se ne guardano bene quando hanno qualche problema serio di salute, di farsi curare a Gibuti o a Marrakesh...)

    La tentazione di scrivere commenti in risposta a questo personaggio è stata fortissima ma ho resistito.
    E francamente, sai che ti dico? che sto bene.

    Se "lui" o "loro" stanno messi come stanno, vadano rispettosamente a fare in culo.

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  12. Alla fine il poeta illuminato ha avuto quello che predicava: sparire.

    La prima impressione che ho avuto è che si tratti di un mezzo squilibrato affetto da una forma forte di Paura della folla. Forse questa paura viene esasperata anche dal luogo geografico in cui "il paziente" vive: qua dove sto io in Sicilia ci sono posti che semmai VUOI vedere gente, non sfuggirla - tanto sono spopolati.

    Questa ossessione per la sovrappopolazione é particolarmente presente in Inghilterra, dove nel sud si raggiungono densità abitative insopportabili e alla radio si sentono in continuazione discorsi sulla sostenibilità anche dell'aria respirata. I famosi romanzi della collana Urania con il tema della sovrappopolazione erano quasi sempre ambientati nel Regno Unito.

    Un'altra impressione che ho avuto dal personaggio è il fatto che mi ricorda un film profetico del malessere occidentale: Il Deserto Rosso. Memorabile la frase di Monica Vitti: "c'è qulacosa di terribile nella realtà, e io non so cosa sia".

    La terza è ultima cosa: avevo un collega che parlava in continuazione proprio di queste cose: sovrappopolazione, fine del mondo e catastrofi.

    Un giorno ebbi io l'illuminazione: sono tutte costruzioni mentali il cui scopo è creare un ALIBI per non far nulla, costruire nulla: a che scopo devo smettere di fumare se tanto il mondo andrà a rotoli? A che scopo devo cambiare il lavoro di merda che faccio se tanto da qui a dieci anni l'umanità sarà comunque un inferno?

    L'alibi della catastrofe é potente e nello stesso tempo difficile da smentire proprio perché sempre vaga, indefinita.
    Un po' come la fine del mondo profetizzata dai Testimoni di Geova, che infatti l'hanno già spostata in avanti tre volte.

    Interessante anche il commento di mrkeysmasher che osserva che le donne vengono assolte e non citate, come se non fossero parte in causa.

    Summa di tutto: una mente seriamente disturbata.
    Chi ha scritto il post ne fa l'energia- per me non c'è niente di nuovo sotto il sole.

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