mercoledì 18 dicembre 2019

La luce colora, disegna, sfuma, sparisce. Arrivederci all'anno prossimo.











Stamattina alle 7 e trenta c'era questa luna nel cielo azzurrissimo di dicembre. Ho pulito e riordinato l'intera casa e gli annessi, poi mi sono recato a Capo d'Orlando(ME),  cittadina sul mare - per comprare delle cose che mi servivano.

Mi sono fermato a mangiare un panino presso un bar che ho scoperto per puro caso. Si trova in una strada secondaria e arretrata, e la posizione è parecchio svantaggiata. E' gestito da una ragazza che si fa in quattro per mandare avanti il locale.
E' la terza volta che ci vado - mi fa piacere spendere i soldi qui piuttosto che in qualche rinomato bar del centro.

...

La scorsa settimana c'è stata una mareggiata di grande violenza che si è abbattuta sulla strada costiera, che è stata parzialmente chiusa;




Capo d'Orlando (ME), mareggiata di maestrale al Faro





La strada costiera provinciale parzialmente chiusa




Ci sono cose che restano immutate negli anni, se non nei decenni. Questo tratto di strada - bellissimo - lo percorrevo in bici da corsa quando avevo diciotto, vent'anni - ed è rimasto sempre lo stesso. 
Gli stessi sparuti alberghi anni Ottanta, le barche colorate parcheggiate negli stessi posti, gli scogli, la galleria, le piante selvatiche che crescono sul granito dell'incombente montagna, l'odore caratteristico di queste specifiche piante: tutto uguale. Anche la breve salita al 16% che si ricongiunge alla Statale è (ovviamente) rimasta la stessa: solo che ai tempi mi sembrava un muro invalicabile - ora mi fa ridere.









Il mare è avanzato sino a sommergere alcune spiaggette di ghiaia; tre o quattro anni fa avevo fatto il bagno qui, a fine Ottobre.
Adesso la mini-spiaggia non c'è più.



sopra: prima di questo scoglio c'era una spiaggia
che adesso è scomparsa sott'acqua
(la zona più chiara)
- foto Samsung A3 -




La chiusura della strada al traffico ha fatto sì che passino ancora meno auto di quelle che transitano normalmente in questa stagione, e c'è un gran silenzio rotto solo dal rumore del mare.
Il sole basso di dicembre è già quasi tutto dietro la montagna; a breve anche l'ultima luce in cima a questo scoglio sparirà.








Questo è l'ultimo post della mia permanenza in campagna per quest'anno. Alle 17 chiuderò la porta e la casa rimarrà vuota per quattro mesi e più. 
Spero di aver trasmesso qualcosa di bello a quanti hanno saputo apprezzare questo diario di vita.

Il blog entrerà in "quiescenza" per qualche mese sino al viaggio in bici dell'anno nuovo che si avvicina, quindi se scriverò poco o nulla sino ad allora non è perchè sto male o mi è successo qualcosa.

Arrivederci - buoni pensieri, buona scrittura e buon anno.




Mandaranci di fine anno




29 commenti:

  1. Perché non documenti anche l'altra parte della tua vita?

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    1. Cioè i mesi da gennaio a marzo?

      Il titolo di questo blog è: "Viaggi in bicicletta, escursioni e fotografia".
      Avrei dovuto anche aggiungere "Vita in campagna".
      Togliendo quest'ultima, che non pratico al nord Italia nei mesi su-citati, restano il cicloturismo e le escursioni. La fotografia deve "meritare" cioè mi piace fotografare paesaggi interessanti fatti durante le escursioni.
      A volte ho messo la foto del tramonto dal balcone condita di riflessioni ma così, tanto per scrivere.

      Ad es. nel feb.2018 era riportato un giro tra Bereguardo e il Ticino di Pavia. O a gennaio 2017 un post su come vestirsi in bici d'inverno.
      Ma l'attività non è certo paragonabile a quella che faccio in Sicilia tra settembre e dicembre.
      Di qui la "lacuna" di documentazione.

      Sporadicamente collaboro tra gennaio-marzo con il gruppo di Volontari Civici del comune di L. - ma anche in quel caso l'attività è minima in quei mesi, ciò dipendendo dal gruppo e non da me.

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    2. L'unica cosa che non puoi vivere e fotografare al "Nord" è il tuo ranch (a proposito, ti mancano gli animali).
      Quando piove, d'accordo, non ha molto senso.
      Ma quando c'è il sole niente di impedirebbe di fare escursioni e di fare fotografie. Devi fare i conti con giornate più corte e diverse condizioni di luce ma questo potrebbe essere un elemento interessante dal punto di vista fotografico. Io ho fatto qualche camminata in montagna in inverno, anche con la neve ma se in estate mi pesa un po' andare da solo, in inverno ancora peggio. Ma da un punto di vista pratico, è fattibilissimo fare più o meno le stesse escursioni che si fanno in estate, bisogna solo attrezzarsi un minimo col vestiario.

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  2. Hai trasmesso qualcosa di bellissimo :)

    Un tripudio di colori, immagini mozzafiato!

    Buon viaggio a te, e buon Natale, buon anno fin d'ora!

    Un grosso abbraccio!

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    1. Un abbraccio anche a te, carissima.
      In qualche modo porti sempre energia positiva !

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  3. Incrociarti è stato bello e consolante Lupo, continuerò a sfogliare il tuo blog con lo stesso piacere anche in tua ASSENZA. Buon fine d'anno e buonissima vita. Alla prossima.

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  4. Dai, dai, dai…
    Guarda che anche al nord se si vuole si possono fare belle escursioni.
    Ci sono però 2 problemi: se si abita in un ambiente cittadino di pianura non è facile trovare un posto isolato dove riuscire a stare soli in mezzo alla natura e quindi occorre fare parecchi km in auto.
    Il problema n.2 è che ,a causa dell'alta densità di popolazione, durante i suddetti km sarà molto probabile trovare traffico intenso.

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    1. Negli mesi al nord non sono stato completamente inattivo; ricordo un bel viaggio fatto nel 2017:
      http://voglioviverecosi-lupolibero.blogspot.com/2017/03/nella-lomellina-tra-risaie-castelli.html

      Per escursioni possiamo intendere due tipologie: a piedi o in bici;
      in bici si può sfruttare la ciclabile del canale Villoresi per raggiungere pianure e fiumi come il Sesia o il Ticino dove si respira già aria "aperta" - e non mancano castelli e canali dove si specchiano simmetrici i pioppi - insomma con la bici la gittata dell'escursione aumenta considerevolmente.

      A piedi ho fatto in inverno tratti della Via Regina lungo il lago di Como. Il problema del muoversi a piedi è che quasi sempre serve arrivare in loco con la macchina.

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    2. Se vuoi fare qualche escursione in montagna ti ci porto io, vieni a casa mia, andiamo in Valsassina, aggiungi un'ora di macchina al tempo che ci metti da li a qui. Può essere di meno se ci fermiamo sotto (es. Erve - Alpinisti Monzesi) o di più se andiamo in fondo alla valle (es. Premana - Via del Ferro).

      Una volta in Valsassina, mettiamo che arriviamo per le 9, abbiamo circa 7 ore di luce e puoi scegliere percorsi di vario impegno fisico e durata (dalle 2 alle 3 ore circa). Bisogna solo portarsi dietro un po' più di strati di vestiario, calze di ricambio e un capello, niente di particolarmente impegnativo.

      L'unica cosa da evitare assolutamente è mettersi in movimento se minaccia brutto tempo, non tanto perché sia pericoloso ma perché non vuoi stare sotto l'acqua in montagna in inverno.

      Fammi sapere se vuoi andare.

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  5. Interessante video dello zapatista con la baita, da cui si evince, tornando al discorso delle stufe, che da quelle parti erano cosi trogloditi che accendevano il fuoco sul pavimento della baita senza alcun metodo per evacuare il fumo. Immaginiamoci il risultato. Tra l'altro leggevo la stessa cosa a proposito di antiche abitazioni in legno da qualche parte in Germania, che avevano delle aperture nel solaio per fare uscire il fumo che anche in quel caso non era aspirato in nessun modo.

    Mi sembra un po' strano, posso capire quello che dicevo circa il costo di una stufa in ghisa, con la relativa tubazione ma l'alternativa ovvia è costruire una sorta di camino in mattoni o in pietra, sopratutto se non si può alzare abbastanza il soffitto da contenere e disperdere il fumo in altri modi.

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    1. Nel video in questione si parla di restauro della baita "com'era una volta". Io aggiungerei: fatta eccezione per il bagno. È quantomeno bizzarro vedere i pulsanti dello sciacquone a parete. Una soluzione tipicamente cittadina.

      Più difficile da riparare. Quale idraulico arriverebbe fino a lì?
      Avrei collocato perlomeno una vasca con catenella a due metri e mezzo d'altezza, com'era in uso fino agli cinquanta.

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    2. Le macchine termiche (cucine economiche, stufe in ghisa, etc.) sono invenzioni relativamente recenti.
      Un altro punto critico nei luoghi nevosi (nei nostri monti) e' il comignolo: oltre a interrompere la continuita' impermeabile della falda, poteva essere abbattuto (specie se lontano dal colmo) dalle scariche della neve e, col vento, puo' consentire alle precipitazioni di entrare.
      Perche "zapatista"?

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    3. Al brindisi 4:37, noto degli orribili e nefasti bicchieri di plastica.
      Come si gestisce lo USA&getta in quei luoghi?
      Lascio a voi la risposta.

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    4. Vasca con catenella.
      Oltre ad essere bellissima, dato il contesto e' anche estremamente pratica e funzionale.
      Ma tu,Lupo Libero, sei un esteta e un esteta non puo' che essere un funzionalista.

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    5. Colgo l'occasione per gli auguri di anno nuovo: possa per te essere di risanamento per il ginocchio.
      - il tipo in questione si è autodefinito "zapatista novarese";
      - la vasca per WC posta in alto e con catenella non solo è di facile ispezione ma è anche più efficace data la maggior caduta idraulica del carico;
      - i bicchieri di plastica non li avevo notati; li potevano evitare in effetti. Quanto è bella la trasparenza di un bicchiere di vetro stile-trattoria;

      Io ho tanti progetti per il 2020 sia di viaggio che di vita di campagna.
      Sicuramente ne avrai anche tu.
      Godetevi il calore della stufa e... tutto il resto.

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    6. Ho appena scritto un post sull'argomento e arrivo qui, dato che non mi funziona qualche rotella, ancora rimango interdetto.

      Approvo l'idea di usare bicchieri di vetro dal punto di vista dell'estetica, del tatto, per cento motivi.
      Ma la domanda e la risposta sui bicchieri di plastica è surreale. Io quando vado in montagna porto due sole cose che non sono di plastica, i calzini e le mutande. Saltuariamente anche la maglietta. Tutto il resto è di plastica, scarponi, pantaloni, maglietta ad asciugamento rapido, zaino, contenitori dell'acqua, accessori vari. Le cose che porto su, le riporto giù. Le bottiglie di plastica arrivato a casa le schiaccio e le metto nell'apposito contenitore condominiale della plastica. Le altre cose le lavo e/o le ripongo. Se vado da solo, vado con la motoretta, che è tutta di plastica a parte il motore e il telaio. Ok, anche i cerchi che credo siano di una lega di alluminio. La motoretta la riporto a casa, quando devo cambiare qualche pezzo vado dal meccanico che spero poi smaltisca i pezzi esausti nella maniera consona.

      Quindi, presumo che i tizi delle baite mettano i rifiuti da parte e poi li portino a valle per smaltirli secondo le procedure del Comune di competenza (in cui presimo paghino le tasse relative). D'altra parte, se dovessero sostituire un pezzo della stufa, che sarà fatto di ghisa, cosa ne fanno, lo buttano fuori dalla porta? Spero di no, come per la plastica dovranno portarlo a valle e conferirlo per lo smaltimento.

      Una volta ho portato a valle un mezzo paraurti di fuoristrada e ho chiesto al gestore di una specie di rifugio a metà strada se lo poteva portare in paese quando scendeva con la sua automobile, ha detto di si. Questo per dire che quella volta non ho visto nessun bicchiere di plastica, però ho trovato un pezzo di automobile. Che per inciso andava a gasolio. E perdeva olio. Infine, il posto più sporco che ho visitato era San Bernardino in Svizzera.

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    7. La falda non era impermeabile, era fatta con dei legni che sostenevano delle lastre di pietra sovrapposte, che in teoria facevano scorrere la maggior parte dell'acqua oltre il bordo. Se entrava un po' d'acqua non era un grosso problema visto che dentro era praticamente un letamaio fatto di sassi e terra.

      Nelle baite "risistemate" sarebbe un problema perché sotto il tetto mettono l'isolante e poi mettono pavimenti e rivestimenti in legno lucidato, che non possono essere bagnati e un minimo di arrendamento (es. un letto). Quindi non ho verificato ma mi sa che adesso sotto le lastre di pietra ci sarà una qualche guaina impermeabile. In America mettono dei fogli di plastica e un rivestimento in lamiera corrugata o cosi mi sembra. In Scandinavia ho visto che tradizionalmente usavano delle tegole di legno, non ricordo il nome in italiano. Se posizionate con cura sono più "impermeabili" delle lastre di pietra, però è un sistema che presumo richieda il rifacimento completo del detto ogni pochi anni.

      Il camino in pietra o mattoni è comunque più robusto di un tubo di stufa in metallo, quello si che lo porta via il vento se non lo fissi con dei tiranti in acciaio. Secondo me non costruivano un camino perché l'esigenza non era sentita tanto da investire il lavoro/risorse necessari.

      Consideriamo un'altra cosa: fino a tempi relativamente recenti non esistevano nemmeno i vetri per le finestre. In passato c'erano solo tre soluzioni. Niente finestre, per esempio le case romane ne avevano pochissime, più simili a feritoie. Finestre senza infissi, cioè con un'anta di legno e basta, aperto/chiuso. Infine, la versione sofisticata, finestre con infissi e al posto del vetro un telo, raramente una pelle sottile, che faceva entrare un filo di luce.

      Guardando i "cabin" di tradizione americana o scandinava, tutti hanno grandi finestre, a volte due serramenti, uno esterno e uno interno. Comprensibile per via della poca luce al Nord, però oltre ad essere una grande dispersione di calore e una complicazione costruttiva, è palesemente un elemento moderno e mi chiedo come facevano in origine. Secondo me non facevano nessuna apertura tranne la porta e dentro usavano dei lumi ad olio (altro fumo).

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    8. Io non ho mulla contro la plastica. Per le t-shirt traspiranti e i pile ho un culto; la mia macchina fotografica e le ottiche hanno il corpo in plastica; i pantaloni da escursionismo in poliestere sono una manna dal cielo rispetto ai jeans in uso sino a 30 anni fa. La mia adorata tenda da campeggio è di plastica e se avessi mano libera ne comprerei altre facendone collezione. Potrei proseguire all'infinito.

      Solo che nel filmato (bello devo dire) i due tizi che hanno ristrutturato la baita più in alto offrono il vino nei bicchieri di plastica. Bah, mi sembra una cosa triste usare quel tipo di bicchieri per festeggiare una faticosa ristrutturazione, tutto qui.
      I bicchieri di plastica non li vedi ormai neanche al pranzo annuale di Natale offerto dalla Caritas.
      Se uno ha portato in baita sacchi di cemento, pesanti assi di legno, tazza del cesso, mobili e cucina, che fatica poteva essere dotarsi di 6 bicchieri di vetro da usare per i prossimi 60 anni?


      Tento più che piatti e bicchieri di plastica sono nella maggior parte dei casi 'usa e getta': li devi riportare giù e conferirli.
      Cioè sono oggetti ben diversi da una t-shirt tecnica, che è fatta anche essa di un materiale non esistente in natura ma è riutilizzabile un numero spropositato di volte.

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    9. Faccenda del camino.
      Torno a ripetere: il camino o è fatto con i controcazzi o è meglio non averlo del tutto.
      Giusto ieri sono andato a vedere l'annuncio immobiliare di una piccola baita da 10mila euro nelle montagne del varesotto in cui la proprietaria ci teneva tra le altre cose a specificare che: "il camino funziona bene".
      Se si sottolinea un dettaglio del genere il motivo c'è.

      Ed è che il camino se nasce male è una condanna.
      Uno dice: lo smonto e lo rifaccio. Minchiate: oltre alla frustrazione perderai un mare di tempo generando macerie su macerie.

      Il tubo di una stufa non lo porta via il vento: la sezione lungo il muro esterno è di norma fissata ogni metro o metro e mezzo con giunti a semicircoferenza (tipo per grondaie), e nel 90% dei casi la canna libera terminale che svetta oltre la falda del tetto non supera il metro e mezzo. I tiranti infatti li vedi nei tubi di grande diametro che fanno capo a friggitorie o pizzerie.

      Il tubo inoltre è... un tubo rotondo di soli 12-14 centimetri, automaticamente aerodinamico.
      Il mio, installato nove anni fa ha subìto venti di scirocco a 70 km orari che hanno abbattuto alberi, e non si è spostato di un millimetro in tutto questo tempo.

      Semmai, nel caso di una stufa quello che è importante è SOVRAdimensionarla rispetto al volume da riscaldare, calcolato in condizioni ideali.
      Tanto più che nel caso di uso occasionale della ipotetica baita, la stufa inizierà a scaldare solo DOPO aver evacuato l'umidità dell'ambiente.

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  6. Generalmente si tende a "sacralizzare" tout court gli Antichi e tutto quello che facevano: "sapevano dove costruire, sapevano come fare" sono frasi che ho sentito milioni di volte.

    Io mi tolgo tanto di cappello davanti a certe realizzazioni fatte in passato, tanto più considerando la mancanza di trapani motoseghe motori eccetera.
    Ma non è che gli Antichi cazzate non ne facessero.

    Se accendi il fuoco in un tepee finlandese, semplicemente lo riempi di fumo. Se anche c'è un'apertura alla sommità il fumo tendera' a stagnare nel locale, e dal foro entreranno comunque pioggia e freddo.

    In pratica i focolari aperti sono i meno salutari. O collochi una stufa in ghisa (al centro o a parete) o collochi un camino con schermo di vetro, necessariamente a parete.

    La canna fumaria di un camino così nasce e così resta: se nasce male il tiraggio sarà sempre scadente e fonte di malessere e maledizioni.

    Ad esempio sulla strada altomontana dell'Etna c'è un piccolo meraviglio bivacco dove non si può letteralmente dormire ed è un peccato. Con vento o senza vento la stanza si riempie di fumo, ed è così da trent'anni.

    In un altro bivacco poco distante, la canna fumaria pare invece un aspiratore in grado di rimuovere ogni singola molecola.

    Alla fine il tubo di una stufa è la scommessa meno azzardata.

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    1. Sia la baita dello zapatista che questa NON sono riportate allo stato originale, mi sembra ovvio.

      Quella del video è rivestita internamente, sotto è intonacata e nelle altre stanze ci sono rivestimenti in legno, che di solito nascondono i pannelli di polistirolo o analogo isolante. Lo zapatista non ha intonacato dentro la sua ma ha coperto le fughe delle pietre col cemento, sopra credo di avere visto che ha isolato il tetto coi pannelli e poi anche li ha rivestito di legno. Il bagno non è un problema, lo zapatista l'ha fatto fuori con uno stanzino in legno, non so dentro cosa ci sia, in origine usava un WC chimico portatile. Dico che non è un problema perché come lo costruisci lo puoi anche demolire, essendo tutto fai-da-te il danno è relativo. D'altra parte, torno a dire, è ineviabile quando vuoi ospitare qualcuno. Sarei curioso di sapere nella baita del video come hanno fatto per lo scarico del WC, se è solo un buco in terra con un getto d'acqua o c'è una fossa biologica (ma dubito).

      La baita in origine era fabbricata solo con materiale reperibile nelle immediate vicinanze. Il camino in pietra non costa niente a parte il lavoro e se non tira, lo puoi sempre demolire e rifare. La stufa in ghisa è senz'altro meglio ma a quanto pare nelle baite non si preoccupavano del camino, che potevano fare da soli, figurarsi se compravano una stufa. In tempi più recenti forse si poteva aggeggiare una stufa con un bidone di lamiera tagliato per il corpo e segmenti di altri bidoni ripiegati e saldati per la tubazione ma ancora, non credo che nessuno dei montanari avesse accesso a bidoni di lamiera e sopratutto ad una saldatrice.

      Riguardo la antichità, ti dicevo appunto che era prassi comune accendere fuochi dentro le abitazioni, a prescindere dalla tecnologia costruttiva, senza alcuna aspirazione, io ho visto esempi in nord-europa e in giappone, dove in sostanza il fumo saliva solo in funzione dell'aria calda verso il soffitto e li, se andava bene, c'era qualche apertura per sfogarlo. Non è detto che una apertura faccia entrare l'acqua se la copri con un "tetto secondario", rialzato rispetto al tetto principale, a coprire il buco. Se ci fai caso ancora oggi i "gazebo" di solito al centro hanno una apertura simile, con una doppia copertura, per sfogare qualsiasi fumo/vapore che salga verso il soffitto. In alternativa, le aperture possono essere sotto il colmo del tetto, in orizzontale e contrapposte per la ventilazione. Però il requisito indispensabile è che il soffitto sia il più alto possibile, quindi significa un edificio senza soppalco e idealmente con il tetto a V rovesciata.

      Ah, poi mi sembra di vedere che sia lo zapatista, che nel video, che anche nel bivacco in cui pernottano nella seconda parte del video, ci siano dei generatori elettrici, visto che hanno la illuminazione (escluderei pannelli fotovoltaici visto i 50cm di neve).

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    2. Comunque, ripristinare queste baite ha senso solo per mantenere le tradizioni locali.
      Nel passato le facevano con le pietre perché anche la legna era scarsa, dato che non ci sono foreste di conifere come in Canada o in Svezia e quella che c'era veniva usata per le travature.

      In realtà oggi se io dovessi costruire un bivacco o un rifugio, li farei con un sistema di prefabbricazione in legno, con dei moduli che puoi montare in loco. La cosa si può sofisticare a piacimento. In america costruiscono con martello e chiodi a partire da travi e assi di dimensione prestabilita, fanno uno scheletro e poi i tamponamenti con vari sistemi, il più semplice ovviamente è inchiodare delle assi al telaio. Ho visto che poi di solito rivestono il tutto con della lamiera di qualche lega metallica. C'è la opzione di carbonizzare la faccia esposta e ungerla con qualche olio ma se esposta agli elementi penso duri al massimo qualche anno. Qui da noi ci sono sistemi di prefabbricazione più complessi ma ovviamente meno versatili e meno "fai da te".

      Guarda questo micro-cabin costruito con il legno recuperato dai "pallet" (i nostri bancali). C'è anche la micro-stufetta nell'angolo, quella si può usare anche con la tenda predisposta.

      D'accordo che il micro-cabin credo sia da qualche parte in Gran Bretagna e non fa freddissimo, però credo che una costruzione in legno si riscaldi molto più velocemente di una in pietra e, considerato che ci stai per poco tempo, mi sa che è un grosso vantaggio. Ho visto che nel nord Europa usano doppia parete in legno con qualche tipo di fuffa pelosa introdotta in mezzo come isolante ma non ho capito che materiale sia esattamente.

      Io mi fiderei molto di più a mettere le mani in una costruzione in legno perché, a prescindere dalla tecnologia usata, è leggera e auto-portante. Viceversa, le costruzioni in pietra sono un discreto problema perché io non mi fido per niente della statica dei muri, ancora meno quando sono caricati dalle travi del tetto, su cui sono appoggiati quintali di "lose", cioè le lastre di pietra usate come tegole. Una struttura in legno non ti crolla addosso.

      Quindi, nella lista delle cose da studiare c'è come fare il cesso, come fare la doccia e come costruire una casa in legno, con isolamento e impermeabilizzazione, escludendo di fare un "log cabin" coi tronchi d'abete incastrati, che da noi non ci sono. Bisogna informarsi sulla legislazione, potrebbe darsi che ci sia l'ulteriore vantaggio che una costruzione in legno sia "temporanea" e quindi abbia meno vincoli di una in muratura.

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    3. Il materiale isolante che ho visto per le doppie pareti in legno credo che sia cellulosa ricavata da un qualche processo di macinazione del cartone con l'aggiunta di qualche additivo.
      Si presenta come un insieme incorente di fiocchi che puoi versare nelle intercapedini.
      In Italia per le murature si anche usa una schiuma di poliuretano che si inietta e si gonfia e solidifica, vedi alla voce "plastica".
      In America ho visto che usano o una schiuma che viene spruzzata sui muri e nelle fessure prima di mettere il rivestimento interno, oppure dei blocchi spessi una decina di centimetri di un materiale spugnoso/tessile che tagliano della dimensione del riquadro del telaio e poi ancora coprono col rivestimento interno.

      Non ho ancora visto un isolante "naturale", se non lo spessore del legno.

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    4. I muri in pietra di grande spessore sono:
      -esteticamente belli
      -soggetti a dissesto in caso di terremoto
      -portatori di umidità

      Il legno è un materiale di confortante aspetto che offre:
      -flessibilità di lavorazione
      -un grado di isolamento migliore se associato a isolanti efficaci

      Lambda è la conduttività termica; più il valore è basso più il materiale è "termicamente isolante".

      La schiuma di poliuretano è un ottimo isolante con valore di lambda di 0,030 e basso costo di posa.
      L'isolante naturale migliore mi sembra sia il sughero in pannelli, con valore di lambda di 0,040 ma costi di posa molto più alti.

      Sughero 10cm spessore: 112euro al metro quadrato;
      Poliuretano 7cm spessore: 20euro al metro quadrato.

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    5. Come dicevo, io penso che riuscirei a costruire un "cabin" in legno, magari un pò sghembo ma sicuro. Se avessi uno progetto/schema e i pezzi pre-dimensionati, sarebbe come un gioco di costruzioni, tipo il meccano o un grosso mobile Ikea. Invece, non mi fiderei proprio di mettere mano ad una costruzione in muratura, che è incoerente e sta su solo per il carico verticale. Certo non sto dicendo che partirei abbattendo gli alberi, troppo lavoro, però si potrebbe usare del legno pre-lavorato, col sistema americano delle travi per il telaio e delle assi per i tamponamenti. La schiuma poliuretanica è la migliore soluzione, anche considerando muffe, insetti, topi, eccetera, se accetti l'idea che vai ad usare della plastica. Forse esiste un qualche isolante che si può mettere nelle intercapedini a base di argilla espansa, devo approfondire. Il sughero è un materiale di lusso.

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    6. Per le intercapedini: se ti riferisci ai volumi tra muro e finestra o porta puoi usare le bombolette che rilasciano poliuretano. Sono dotate di una cannuccia di plastica per sigillare i punti più inaccessibili; la schiuma assume automaticamente la forma del vuoto da riempire. L'eccesso e le sbavature di materiale indurito si rimuovono con un coltello affilato.
      Le ho usate in qualche lavoro e sono di una efficacia straordinaria.
      Non sono neanche troppo costose.
      https://www.amazon.it/Schiuma-Poliuretanica-Isolante-Serramento-Fischer/dp/B079H3WJ9C/ref=asc_df_B079H3WJ9C/?tag=googshopit-21&linkCode=df0&hvadid=386562965970&hvpos=1o3&hvnetw=g&hvrand=12856182406790160821&hvpone=&hvptwo=&hvqmt=&hvdev=c&hvdvcmdl=&hvlocint=&hvlocphy=20580&hvtargid=pla-833302153169&psc=1&tag=&ref=&adgrpid=78615387826&hvpone=&hvptwo=&hvadid=386562965970&hvpos=1o3&hvnetw=g&hvrand=12856182406790160821&hvqmt=&hvdev=c&hvdvcmdl=&hvlocint=&hvlocphy=20580&hvtargid=pla-833302153169

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  7. Hai concluso... in bellezza! Grazie, Lupo Libero.
    Anche una fase di riposo, di letargo diaristico, ci sta bene.
    Buon 2020 a te e signora!

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  8. Se interessa, video sulla costruzione di un camino IN LEGNO (ovviamente rivestito di argilla) per un capanno di tronchi.
    https://www.youtube.com/watch?v=Cq02zqJlibw

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