martedì 22 ottobre 2019

In bici sui Nebrodi: una pista panoramica e un bivacco nascosto.









Ho voglia di bici, di montagne, di Nebrodi. Mi sono recato a Portella Gazzana nel territorio di Longi (ME) per esplorare una pista panoramica che conduce a un valico usato anticamente dai pastori. 
Sono le 8 del mattino e la prima luce si posa sulle cime delle Rocche del Crasto:



Luce dell'alba alle Rocche d.Crasto, m.1250




Poco prima di Portella Gazzana dove ho lasciato l'auto si erge isolato l'aspro Pizzo Mueli, m.1207 - dove da tempo ho progettato di passare una notte in tenda. Per oggi il programma è un altro: percorrere in bici una carrareccia di mezzacosta che si dirige a est.






sopra: lo sperone roccioso isolato di Pizzo Mueli;

sotto: Portella Gazzana, m.1000 - punto di inizio del giro








La giornata è limpida, senza neanche una nuvola. A differenza della pista della dorsale che si snoda quasi sempre in fitte faggete, questa strada attraversa un paesaggio più aperto e molto più panoramico, arioso. Lo sguardo spazia sempre in direzione del mare.








Intorno alle 11 giungo a un ovile isolato. Ottengo senza che la avessi chiesta un'informazione preziosa: esiste un bivacco isolato e discosto dalla strada principale. Una casa di pastori recentemente ristrutturata e lasciata aperta a disposizione degli escursionisti.

Una volta sul posto rimango sbalordito: un'oasi verde di eccezionale pulizia con tavoli di legno all'aperto, lavandino e fontane (funzionanti), un capanno di frasche dove riposare all'ombra e una costruzione in pietra dotata di spartani posti letto:





in alto: il bivacco nascosto; capanna e tavoli


in basso: interno del locale in pietra








Il posto è circondato da una fresca faggeta. Mi siedo al tavolo e consumo il mio pranzo: un panino e tre piccole mele gialle gelate di mia produzione. Mi godo il panorama sulle montagne e sonnecchio sulla panca di legno per un'ora, mentre alcune cinciallegre si avvicinano a curiosare, fuggendo rapide appena metto mano alla macchina fotografica.

Non rivelerò mai a nessuno le coordinate di questo magnifico posto.



Ora di pranzo all'ombra di una roverella




Acqua di sorgente, panino, mele biologiche,
bicicletta e libertà sulle mie montagne:
cosa potrei desiderare ancora ?




Panorama che si apprezza dai dintorni del bivacco




Mi rimetto in marcia verso la pista principale, che percorro sino alla fine. Essa termina in prossimità di un passo che conduce a un'altra valle dove l'alveo di un torrente da tempo l'ha cancellata. 
E' il giro di boa della mia escursione - da qui torno indietro sulla stessa strada.



Cosa c'è da guardare ?




Il passo a m.1250 dove termina la pista.
Un altopiano e un grande faggio offrono 
lo spunto per un futuro accampamento




Il percorso è ricco di sorgenti d'acqua 
a cui attingere. Posso, vero ? Lei permette...?




Durante il rientro incontro un pastore mio coetaneo. Scopro parlando con lui un sacco di notizie sul passato di questa zona e sull'origine dei toponimi. Vengo invitato a passare di qui un'altra volta - in particolare alle 9 del mattino troverò la ricotta appena fatta -

E io ritornerò sicuramente perchè questo posto mi piace da morire e mi sono venute un sacco di idee, ad esempio pernottare in cima a questa cresta alla base della quale anticamente al posto dei pascoli si coltivava frumento:








Mi congedo dal pastore e mi rimetto in marcia. Ora la luce è più dorata; mi godo la (relativa) discesa sulle ruote di questa biciclettina da 120 euro priva di freni a disco e tecnologie con la quale oggi ho vissuto una meravigliosa giornata.
Quanto è bella la bici.







Alle 16 sono di nuovo a Portella Gazzana, dove avevo lasciato l'auto. Qui si trovano i ruderi del Casino del Duca, una grande costruzione che anticamente ospitava una famiglia nobile di possidenti terrieri.
Faccio rifornimento di acqua da una vicina sorgente e parlando con un'altra persona vengo a sapere che in passato la tenuta era insidiata da briganti che usavano accamparsi alla base o in cima al vicino Pizzo Mueli - quello della seconda foto.



I ruderi del Casino del Duca;
da notare i muri poderosi della costruzione
realizzati in Opus Mixtum: un corso largo di pietre
alternato a un corso stretto di mattoni




Il vicino centro di Galati Mamertino (ME)



Mi piace indagare sul passato dei luoghi. Anche se ormai gli anziani che "sapevano" qualcosa in più sono deceduti si riesce sempre a ottenere da qualche passante delle informazioni a metà strada tra storia locale e leggenda -

Ma per oggi il mio giro è terminato. Meno di un'ora d'auto mi attende per arrivare a casa dove accenderò la stufa e preparerò la cena con un occhio al piatto e l'altro sulla carta geografica.
Come sempre.













10 commenti:

  1. Che luoghi pazzeschi,anch'io sono appassionato di mountain bike taaaanti anni fa correvo da agonista e due anni fa ho ricominciato con delle piccole escursioni...per ora.
    PS:E mai senza il victorinox appresso,ciao

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    1. Mi piace quel "per ora". Possano le mie righe trasmettere energia, forza, idee alle persone giuste.
      Un caro saluto. Grazie

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  2. Racconto bellissimo come sempre!

    Wow, la ricotta fresca... chissà che buona! :D
    Vacci la prossima volta, e fammi sapere :)

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    1. Ah non dubitarne: ci torno eccome. Le cose le dico e le faccio.
      :-D

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  3. > Non rivelerò mai a nessuno le coordinate di questo magnifico posto.

    Fai assolutamente non bene, benissimo!
    Posti cosi' vengono letteralmente rovinati, distrutti dalle masse umane che contengono sempre una percentuale di balordi, lerci, spargirifiuti, etc. .

    Quelle foto sembra catturino parti sconosciute di Austria o in Slovenia piu' che la Sicilia! :)
    Che meraviglia!

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    1. La Sicilia offre una varietà di paesaggi straordinaria. Se proprio uno non ne avesse abbastanza, certe zone dell'Etna sono assolutamente simili all'Islanda.
      Bellezza ad ogni angolo.

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  4. Nemmeno io direi le coordinate di quel luogo speciale. Si diventa gelosi di certe meraviglie :)

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    1. Mai lo dirò. La troppa Bellezza non dev'essere data in pasto alle masse, come sa bene UnUomoInCammino.

      (io uso sempre riportare i nickname correttamente - per rispetto)

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  5. Ciao,

    da qualche tempo leggo spesso e volentieri molti dei tuoi articoli. Trovo il tuo modo di scrivere e le tue avventure sensazionali. Ti faccio i miei complimenti!
    Vorrei porti una domanda sulla tua bici da montagna: come ti trovi a viaggiare con Asmara rispetto a Littoria e com'è affrontare i tratti più impervi dello sterrato siciliano con la forcella rigida?

    Giuseppe.

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    1. Innanzitutto grazie. Sono lieto di aver trasmesso qualcosa di bello e positivo.
      Asmara è una bici entry level acquistata volutamente al risparmio. Le ruote da 26 sono tuttavia più resistenti di quello che pensavo. La forcella rigida trasmette più urti e vibrazioni ma fa passare la voglia di accelerare in discesa, atteggiamento apportatore di incidenti presto o tardi.

      L'altra bici da viaggio, Littoria, l'avevo realizzata nel 2010 in modo ponderato. Le ruote da 28 hanno cerchi a doppia camera e raggi inox incrociati a 4. La resistenza delle ruote si è rivelata eccezionale.
      Sullo sterrato si comporta bene, tuttavia se tornassi indietro opterei per ruote anch'esse da 26 in quanto la bici (e io sopra di essa) ha un baricentro più basso e risulta più "incollata" a terra, almeno questa è la mia impressione.
      La forcella rigida in questo caso era obbligatoria poichè in viaggio monto borse e portabagagli anteriori. Esiste un portabagagli per forcelle ammortizzate ma preferisco uno fisso.

      ciao

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